ti racconto una storia degna del giorno di Pasqua.
Dobbiamo partire dalla vicenda – raccontata dai maggiori giornali – di Mario Casati, brianzolo 92enne, innamorato del mare tra Bordighera e Nizza. Il 16 luglio 2016 si trova con amici sulla “Promenade des anglais”, non può sfuggire alla strage provocata da un terrorista islamico. Una nuova strage di innocenti in odio alla fede dei cristiani si compie e lascia increduli. Un senso di impotenza, di ingiustizia, di violenza spropositata, di terrore… quanto dolore…
Perché la vita di Mario Casati finisce violentemente qui, in una sera di luglio? Non c’è risposta….
Ma nel cuore delle figlie Dania e Ilda nasce una risposta, e pensano al Centro di Aiuto alla Vita di Casale Monferrato.
Così il 28 marzo scorso mi giunge una e-mail: «Vorremmo che la morte di papà, in odio alla nostra fede cristiana, non fosse l’ultima parola. Vorremmo intitolare a lui uno “Zainetto per la vita”. Vogliamo che la sua morte salvi una vita a rischio nel grembo della mamma. Papà amava la vita, la sua e quella di tutti!».
Davvero per chi ama, la morte, sia violenta, sia dolorosa, ingiusta e improvvisa, non è l’ultima parola. L’amore delle figlie trasforma la morte di Mario in vita. Una vita nuova sarà accolta. Una mamma in difficoltà potrà contare su un aiuto mensile.
Quando nascerà questo figlio sarà anche frutto dell’amore di due figlie che il dolore non ha chiuso in se stesse, ma le ha aperte alla speranza e al dono.
Ecco la Pasqua! Dalla morte alla vita per amore.
di Margherita Garrone | Lanuovabq.it
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