Egli andò da Agar, che rimase incinta; e quando si accorse di essere incinta, guardò la sua padrona con disprezzo. Genesi 16:4
Abramo e Sara avevano una serva di nome Agar. Era un’egiziana, Abramo si unì a lei, ed ella gli diede un figlio: Ismaele. Sara di tutto questo era ne era promotrice e consenziente.
Agar si accorge di essere incinta e comincia a guardare in modo anomalo la sua padrona Sara che a differenza sua era sterile.
Sara era la padrona ed Agar la serva.
Due posizioni, due ruoli ben distinti.
Agar è stata una buona serva fino a quando ha scoperto di avere in grembo un frutto.
Sappiamo benissimo che davanti a Dio siamo tutti di uguali in valore ed importanza, ma abbiamo ruoli e responsabilità differenti. Alcuni ruoli sono subordinati ad altri non per importanza ma per priorità di responsabilità davanti a Dio.
Quello che si verificò con Agar è quello che potrebbe verificarsi anche tra chi ha dei ruoli in chiesa. Persone che sono state sempre subordinate alle autorità spirituali stabilite da Dio, nel momento in cui scoprono di avere del “frutto in grembo”, cioè scoprono che anche loro per mezzo dello Spirito Santo sono capaci di dare vita, di dare qualcosa, potrebbero poi guardare male le autorità alle quali erano subordinate, soprattutto se quello che hanno dentro è differente da quello che hanno le autorità.
Agar aveva qualcosa che Sara non aveva, ma Sara era in una posizione in cui Agar non poteva trovarsi.
Agar non si rese conto che quello che aveva non era merito suo. Lei come serva non avrebbe mai potuto avere un unione con il suo signore.
Quello che Agar aveva in grembo, quello che aveva realizzato era stato sviluppato per mezzo dell’autorità di Sara che permise a suo marito di unirsi ad Agar.
Quello che noi abbiamo, è nato e si è sviluppato grazie a chi ci sta intorno e in particolare alle autorità che ci sono state preposte da Dio. C’è un’appartenenza spirituale che non si scioglie nel momento in cui anche tu arrivi al punto di poter dare qualcosa di tuo.
Agar non seppe stare al suo posto, questo le causò dei problemi.
“Genesi 16:5-6 Sarai disse ad Abramo: «L’offesa fatta a me ricada su di te! Io ti ho dato la mia serva in seno e, da quando si è accorta d’essere incinta, mi guarda con disprezzo. Il SIGNORE sia giudice fra me e te». Abramo rispose a Sarai: «Ecco, la tua serva è in tuo potere; falle ciò che vuoi». Sarai la trattò duramente e quella se ne fuggì da lei.”
Sara si sentì fortemente offesa dall’atteggiamento di Agar. Questa offesa portò Sara a non comportarsi bene, trattò duramente Agar, al punto tale che Agar dovette fuggire via, vivere con Sara era diventato impossibile.
“Genesi 16:7-8 L’angelo del SIGNORE la trovò presso una sorgente d’acqua, nel deserto, presso la sorgente che è sulla via di Sur, e le disse: «Agar, serva di Sarai, da dove vieni e dove vai?»
Agar fuggì nel deserto. La mancanza di rispetto versò l’autorità aveva portato Agar ad essere maltrattata, a fuggire, a ritrovarsi nel deserto. La sua situazione era precipitata!
Ora nel deserto, cosa ne sarebbe stato di Agar? Cosa ne sarebbe stato del frutto che aveva in grembo?
L’Angelo del Signore, le trovò vicino ad una sorgente d’acqua. Agar non era più con la sua padrona. Lì dalla sua padrona non gli mancava nulla. Vi era pane ed acqua in abbondanza.
Fugge…e non trova benessere ma deve trovarsi una sorgente per sopravvivere.
L’Angelo gli rivolse queste parole: «Agar, serva di Sarai, da dove vieni e dove vai?»
L’Angelo gli dimostra di conoscere il suo nome, Agar, e dimostra di conoscere la sua storia e la sua appartenenza, serva di Sarai.
In secondo luogo l’Angelo vuole portarla a ragionare, ad una consapevolezza, da dove vieni e dove vai?
Al versetto 8 rispose: «Fuggo dalla presenza di Sarai mia padrona».
Agar rispose solo in parte alla domanda dell’Angelo del Signore. Rispose solo a: “da dove vieni?” ma non seppe rispondere a: “dove vai?”.
Cosa ne sarebbe stato del suo futuro non lo sapeva, non sapeva dove andare e cosa fare, si trovava in un deserto, dove tutto era arido, secco, la stessa visione delle cose dappertutto. Un FUTURO INCERTO ERA DAVANTI A LEI.
“Genesi 16:9 L’angelo del SIGNORE le disse: «Torna dalla tua padrona e umiliati sotto la sua mano».
Agar doveva ritornare dalla sua padrona. Per almeno due motivi:
1. Lei in quanto serva non poteva abbandonare la sua padrona. Non poteva sciogliersi dall’autorità di Sara fuggendo chissà dove.
2. Non poteva partorire nel deserto. Nel deserto non vi erano le condizioni, lei non sapeva dove andare. Non seppe rispondere al “Dove vai?”
L’Angelo le disse: “TORNA ed UMILIATI”.
L’Angelo la stava richiamando a quella che era la sua responsabilità. Doveva TORNARE dalla sua padrona, al suo posto, alla sua posizione e doveva UMILIARSI davanti all’autorità che gli era stata preposta.
L’umiltà ha un grandissimo valore, senza di essa non si va da nessuna parte.
“Proverbi 18:12 Prima della rovina, il cuore dell’uomo s’innalza, ma l’umiltà precede la gloria.”
L’umiltà precede la gloria. Ma se il cuore si innalza dopo sarà per lui una rovina.
Ci sono dei ruoli e delle autorità nella chiesa che vanno rispettate.
“1Pietro 5:5 Così anche voi, giovani, siate sottomessi agli anziani. E tutti rivestitevi di umiltà gli uni verso gli altri, perché Dio resiste ai superbi ma dà grazia agli umili.”
L’apostolo Pietro parla di sottomissione. Parla di rivestirsi di umiltà.
Ma cosa vuol dire rivestirsi di umiltà? Vuol dire che è solo una facciata? Indosso questa attitudine di umiltà ma dentro vorrei comportarmi diversamente? NO!
Rivestirsi sta ad indicare una scelta consapevole. Spontaneamente per l’uomo è impossibile umiliarsi e sottomettersi. La natura umana tende all’egoismo, all’egocentrismo, all’anarchia, all’indipendenza negativa. L’uomo in generale non vuole essere sottomesso ma vuole che gli altri siano sottomessi a lui.
Allora l’apostolo esorta a rivestirsi. In modo volontario e consapevole, decidere di indossare un’attitudine sincera di sottomissione e umiltà verso le autorità e nella fattispecie verso un anziano.
Quando c’è umiltà nel cuore, Dio benedice. L’umiltà precede la gloria.
Se Agar se fosse umiliata ascoltate cosa avrebbe fatto Dio per lei:
“Genesi 16:10-11 L’angelo del SIGNORE soggiunse: «Io moltiplicherò grandemente la tua discendenza e non la si potrà contare, tanto sarà numerosa». 11 L’angelo del SIGNORE le disse ancora: «Ecco, tu sei incinta e partorirai un figlio a cui metterai il nome di Ismaele, perché il SIGNORE ti ha udita nella tua afflizione”
Che grande benedizione gli attendeva se fosse tornata dalla sua padrona e si fosse umiliata sotto ella.
“Proverbi 15:33 Il timore del SIGNORE è scuola di saggezza; e l’umiltà precede la gloria.”
Il timore di Dio è scuola di saggezza.
Non sai come comportarti in certe situazioni? Forse ci sei rimasto\a male dall’atteggiamento di qualche autorità all’interno della tua chiesa e non sai come comportarti?
IL TIMORE DI DIO TI ISTRUISCE.
Cioè il rispetto verso Dio, la devozione verso Dio, la tua attitudine di ubbidienza a quello che la Parola dice, ti insegnerà la cosa giusta da fare, e Dio ti guiderà sulla via dell’umiltà, poiché questo è stato il suo esempio:
“Filippesi 2:5-11 Abbiate in voi lo stesso sentimento che è stato anche in Cristo Gesù, il quale, pur essendo in forma di Dio, non considerò l’essere uguale a Dio qualcosa a cui aggrapparsi gelosamente, ma svuotò se stesso, prendendo forma di servo, divenendo simile agli uomini; trovato esteriormente come un uomo, umiliò se stesso, facendosi ubbidiente fino alla morte, e alla morte di croce. Perciò Dio lo ha sovranamente innalzato e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni nome, affinché nel nome di Gesù si pieghi ogni ginocchio nei cieli, sulla terra, e sotto terra, e ogni lingua confessi che Gesù Cristo è il Signore, alla gloria di Dio Padre.”
Gesù umiliò se stesso, facendosi ubbidiente.
Fece questo pur essendo Dio, non fece nulla di sbagliato. Agar si comportò male verso Sara guardandola con disprezzo, evidenziando quello che Sara non aveva poiché era sterile.
Gesù si umiliò, divenendo vero uomo, si fece ubbidiente fino alla morte.
“TORNA E UMILIATI” …
Perciò Dio lo ha sovranamente innalzato e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni nome. Siccome si è umiliato ed è stato ubbidiente fino alla morte, Dio lo ha innalzato.
Vedete come l’umiltà precede la gloria?
“Ebrei 13:17 Ubbidite ai vostri conduttori e sottomettetevi a loro, perché essi vegliano per le vostre anime come chi deve renderne conto, affinché facciano questo con gioia e non sospirando; perché ciò non vi sarebbe di alcuna utilità.”
“Efesini 5:21 sottomettendovi gli uni agli altri nel timore di Cristo.”
“Colossesi 3:12 Rivestitevi, dunque, come eletti di Dio, santi e amati, di sentimenti di misericordia, di benevolenza, di umiltà, di mansuetudine, di pazienza.”
Agar trovò gioia e benedizione nell’umiliarsi, nel ritornare ad essere subordinata alla sua padrona.
L’ubbidienza e la sottomissione non è alla persona in quanto tale, ma al ruolo e all’autorità che essa ricopre.
“Allora io devo essere sottomesso anche se l’autorità con cui ho a che fare non mi piace?”
Ricordate l’esempio del nostro caro cantore?
“1 Samuele 24:7-8 Davide disse alla gente: «Mi guardi il SIGNORE dall’agire contro il mio re, che è l’unto del SIGNORE, e dal mettergli le mani addosso; poiché egli è l’unto del SIGNORE». Con queste parole Davide frenò la sua gente e non le permise di gettarsi su Saul. Saul si alzò, uscì dalla caverna e continuò il suo cammino.”
Davide non stava rispettando la persona ma l’autorità. Non era sottomesso all’uomo peccatore ma era sottomesso all’unto di Dio, al ruolo che Saul ricopriva.
Il timore di Dio che Davide aveva dentro di sé, era un’attitudine che coinvolgeva anche gli altri: “Con queste parole Davide frenò la sua gente e non le permise di gettarsi su Saul.”
Le tue parole stanno frenando gli altri dal non buttarsi contro le autorità nella chiesa? Il tuo atteggiamento, il tuo timore di Dio, sta frenando i mormorii contro coloro che ricoprono dei ruoli all’interno della chiesa?
Ricorda che la gente intorno ti guarda e ti ascolta. Vogliamo o no, la gente intorno può essere influenzato dalla nostra attitudine.
Qualcuno potrebbe dire: “Ma tu non sai che tipo di persona è quello e come agisce quell’altra”.
Forse questo è vero, ma vediamo insieme cosa la Parola dice:
“1Pietro 2:18 Domestici, siate con ogni timore sottomessi ai vostri padroni; non solo ai buoni e ragionevoli, ma anche a quelli che sono difficili.”
“Efesini 6:7 servendo con benevolenza, come se serviste il Signore e non gli uomini”
“Colossesi 3:23-24 Qualunque cosa facciate, fatela di buon animo, come per il Signore e non per gli uomini, sapendo che dal Signore riceverete per ricompensa l’eredità. Servite Cristo, il Signore!”
“1 Timoteo 6:2 Quelli che hanno padroni credenti non li disprezzino perché sono fratelli, ma li servano con maggiore impegno, perché quelli che beneficiano del loro servizio sono fedeli e amati”
Dio ci aiuti ad avere il suo timore nel nostro cuore e a rispettare i ruoli e le autorità all’interno della chiesa, da Lui stabilite, per il bene della chiesa e per la nostra benedizione.
Francesco Caldaralo | notiziecristiane.com
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