Anche se le complesse vicende mediorientali (il “groviglio” di cui parlava Zero calcare) sembrano aver collocato il popolo curdo e quello palestinese su fronti “geopoliticamente” opposti, la loro condizione rimane sostanzialmente la stessa.
Quella di due Nazioni senza Stato: umiliate, calpestate e offese. Come già scritto in precedenza rimango convinto che – nonostante le complicate vicende mediorientali (teledirette, almeno in parte, dall’Occidente) abbiano collocato – temporaneamente, apparentemente? – curdi e palestinesi (e forse ancor più gli Armeni abbandonati da tutti) in campi contrapposti, la loro condizione di Nazioni oppresse sia sostanzialmente la medesima.
A volte alcune coincidenze sembrerebbero confermarlo. Due giornalisti morti in zona di guerra (rispettivamente un anno fa e in questi giorni) avevano lo stesso nome: “ Issam Abdullah”.
Uno era curdo ed è rimasto ucciso a causa di un bombardamento turco in Rojava il 20 novembre 2022. L’altro, libanese, a causa di un bombardamento israeliano il 13 ottobre 2023. Non era quindi propriamente palestinese, ma comunque vittima del pluridecennale conflitto tra Israele e palestinesi.
Il padre del giornalista curdo ha scritto ai familiari di quello libanese: “Sono il padre del martire Issam Abdullah, il giornalista ucciso in seguito ai bombardamenti dell’occupazione turca sulle regioni del nord-est della Siria il 20/11/2022. Porgo le mie condoglianze alla famiglia del martire giornalista libanese Issam Abdallah (….). Sono stato colto da una grande tristezza e rammarico di fronte alla perdita di questo eroico giornalista che portava lo stesso nom e di mio figlio (…)”.
Intanto l’ONG Human Rights Watch (HRW), tramite il portavoce Lama Fakih,ha denunciato che l’esercito israeliano utilizzerebbe fosforo bianco** sia nella striscia di Gaza che in Libano.
Segnalando che “ogni volta che si utilizza il fosforo in aree abitate si rischia di provocare bruciature, ustioni dolorosissime (brucia direttamente la carne utilizzando l’ossigeno dell’aria nda) e grandi sofferenza oltre ainnescare incendi. Con danni atroci per i civili”.
Stando alle testimonianze raccolte da HRW tale sostanza sarebbe stata utilizzata soprattutto nella giornata di martedì 10 ottobre in territorio libanese (in zone frontaliere) e nella giornata di mercoledì 11 in territorio palestinese (il porto di Gaza).
In particolare, l’utilizzo del fosforo bianco sulla striscia di Gaza, una delle aree più popolate del pianeta, viola apertamente le norme del Diritto Internazionale Umanitario.
Pur tra mille contraddizioni e difficoltà (per chi scrive Hamas era e rimane un’organizzazione di fanatici criminali, del resto “irrorata e coltivata” – anche da chi oggi la combatte – per frantumare il movimento palestinese) in questi giorni le manifestazioni a sostegno della popolazione palestinese hanno goduto di una certa attenzione da parte dei media.
Meno risalto invece è stato dato alle numerose proteste in sostegno della popolazione curda del Rojava sottoposta da anni a bombardamenti e pulizia etnica.
In Germania soprattutto, nonostante le proibizioni. Il 14 ottobre curdi e solidali sono scesi in strada a Heilbronn, Marburgo, Hamburgo, Múnich, Bremen, Erfurt, Hannover e Oberhausen.
A Heilbronn la manifestazione è stata indetta dal Centro sociale Democratico Curdo per condannare, oltre all’occupazione turca, il silenzio di Europa e Stati Uniti sui crimini di guerra commessi da Ankara.
A Marburgo, dopo un minuto di silenzio in memoria delle vittime, è stato letto un comunicato affinché il Rojava non sia lasciato solo.
Così a Monaco e a Brema, scandendo slogan come “Solidarietà al Rojava” e “Basta con la guerra di aggressione contro Bashur e Rojava”.
A Oberhausen l’iniziativa è stata organizzata dal Centro sociale Democratico e dal PYD (Partito dell’Unione Democratica).
Al momento della concentrazione, in prossimità della stazione ferroviaria, la polizia aveva cercato di disperdere i manifestanti, ma grazie alla determinazione die militanti curdi l’evento si è svolto ugualmente.
Anche a Erfurt le proteste venivano ostacolate. In particolare proibendo l’esposizione delle bandiere di YPG e YPJ. Altre iniziative a Berlino (Hermannplatz) e a Wuppertal.
Gianni Sartori
Sostieni la redazione di Notizie Cristiane con una donazione, clicca qui