In una chiesa evangelica degli Stati Uniti c’era un responsabile che da ben 38 anni non riusciva a togliersi il vizio del fumo. Chiedeva alla comunità, ai pastori, ai consiglieri di pregare per lui affinché Dio operasse nella sua vita. Nonostante tutto, sembrava che il cielo era chiuso per lui. Un giorno, in questa chiesa, si fecero delle evangelizzazioni dove i credenti portavano amici e parenti affinché Dio potesse toccare anche loro. Questo responsabile portò un amico che non conosceva la grazia di Dio ed era un fumatore anch’egli. In una di queste sere d’evangelizzazione l’amico fu toccato dalla parola del Signore e quando il predicatore fece l’appello per la salvezza, l’amico andò e accettò Gesù nella sua vita. Il responsabile era felicissimo per l’amico e si complimentava con lui e di come Gesù era stato buono e di come lo aveva salvato. Il giorno dopo i due si incontrarono e l’amico gli disse di come Gesù aveva lavato il suo cuore, gli aveva cambiato i suoi pensieri, i suoi sentimenti e di come gli avesse tolto il vizio del fumo e, non aveva il minimo desiderio di fumare. Il consigliere rimase di sasso, felice sì per la conversione dell’amico ma rimase freddo quando seppe che l’amico era riuscito dove lui per 38 anni aveva fallito. Se ne tornò a casa e senz’animo si adagiò sulla poltrona con il cuore triste e lo spirito abbattuto. Poi preso dalla disperazione chiese al Signore il perché dopo 38 anni di preghiera non l’ho avesse ancora liberato e il Signore gli rispose: “Perché a te piace fumare! Il tuo cuore nel chiedermi di farti smettere non è mai stato sincero!” All’istante, colpito da questa voce interiore che lo accusava, si inginocchio e pianse amaramente chiedendo a Dio perdono e quella sera stessa il Signore lo liberò dal vizio del fumo. Quando chiediamo a Dio una supplica domandiamoci se le nostre richieste vengono fatte da un cuore sincero.
Tratto da: http://storiedifedevissute.blogspot.it/
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