Dopo aver demolito la chiesa per presunte irregolarità, il partito comunista ha indagato cinque suoi membri colpevoli di averne autorizzato la costruzione.
Un cumulo di macerie: ecco cosa è rimasto dell’imponente chiesa di Sanjiang, a Wenzhou, la “Gerusalemme d’Oriente”, dopo che il partito comunista cinese ha deciso di distruggerla per presunte irregolarità durante la costruzione. I cristiani protestanti locali, una delle comunità più numerose e attive di tutta la Cina, negano le accuse. Per erigere la chiesa di 11.004 metri quadrati avevano impiegato sei anni e speso 30 milioni di yuan (circa tre milioni e mezzo di euro).
DEMOLIZIONE. La demolizione della chiesa da parte delle autorità comuniste è cominciata la notte del 27 aprile ed è stata ultimata il 28. Secondo Feng Zhili, responsabile locale del partito per gli affari religiosi, era necessario intervenire perché «la crescita del cristianesimo è stata eccessiva e confusionaria». Nella stessa provincia di Zhejiang altre chiese sono già state distrutte e croci rimosse in una «campagna di demolizione» contro le chiese «troppo vistose».
FUNZIONARI INDAGATI. La chiesa è stata demolita grazie all’intervento di ruspe e all’uso di esplosivi. Ieri gli ufficiali della sede provinciale di Zhejiang del partito comunista hanno deciso di mettere sotto inchiesta i funzionari che hanno permesso la costruzione della chiesa, a conferma che in Cina è di nuovo in atto una vera e propria guerra contro il cristianesimo.
Fonte: http://www.tempi.it/
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