CRISTO IL PIÙ REALISTA DEI SOGNATORI.

Neemia 2:1 «Nel mese di Nisan, il ventesimo anno del re Artaserse, il vino stava davanti al re; io lo presi e glielo versai. Io non ero mai stato triste in sua presenza. 2 Il re mi disse: “Perché hai l’aspetto triste? Eppure non sei malato; non può essere altro che per una preoccupazione”. Allora fui colto da grande paura, 3 e dissi al re: “Viva il re per sempre! Come potrei non essere triste quando la città dove sono le tombe dei miei padri è distrutta e le sue porte sono consumate dal fuoco?” 4 E il re mi disse: “Che cosa domandi?” Allora io pregai il Dio del cielo; 5 poi risposi al re: “Se ti sembra giusto e il tuo servo ha incontrato il tuo favore, mandami in Giudea, nella città dove sono le tombe dei miei padri, perché io la ricostruisca”. 6 Il re, che aveva la regina seduta al suo fianco, mi disse: “Quanto durerà il tuo viaggio? Quando ritornerai?” La cosa piacque al re, che mi lasciò andare, e gli indicai una data. 7 Poi dissi al re: “Se il re è disposto, mi si diano delle lettere per i governatori d’oltre il fiume affinché mi lascino passare ed entrare in Giuda, 8 e una lettera per Asaf, guardiano del parco del re, affinché mi dia del legname per costruire le porte della fortezza annessa al tempio del SIGNORE, per le mura della città, e per la casa che abiterò”. Il re mi diede le lettere, perché la benefica mano del mio Dio era su di me.

9 Mi recai presso i governatori d’oltre il fiume, e diedi loro le lettere del re. Il re mi aveva dato una scorta di ufficiali e di cavalieri. 10 Quando Samballat, il Coronita, e Tobia, il servo ammonita, furono informati del mio arrivo, furono molto contrariati dalla venuta di un uomo che cercava il bene dei figli di Israele.

 

Ogni uomo che ha realizzato grandi cose nella vita prima le ha “viste”, poi sognate o desiderate e in fine realizzate. In sostanza apparteneva ad un mondo futuro senza ancora esserci arrivato.

Coloro che non hanno avuto paura di sognare sono diventati spesso grandi leader, hanno guidato le visioni di molti traghettando i desideri della società verso una futuribile realtà.

Molti sarebbero i nomi da citare, essi sono stati: re, condottieri, rivoluzionari, uomini di pace e santi di cui il più grande ha una storia che vive ancora nonostante i millenni… Cristo, la cui visione, il cui desiderio e la realtà che ne conseguono sono ancora in divenire.

 

Certo Cristo non è stato solo uomo ma piuttosto la manifestazione materica di Dio, la perfetta concretizzazione del Signore in forma umana. 

Le sue “visioni” non erano ovviamente per se stesso, poiché onnisciente, ma per noi, perché imparassimo a credere che il futuro non è solo qualcosa che potrebbe accadere o la speranza nel concretizzarsi di un sogno in cui speriamo, ma qualcosa che si vede, si sente, si sogna e si realizza.

Perciò ci è stata data a sostegno la fede, certezza ad oltranza: per afferrare la realtà in una dimensione difficilmente comprensibile alla mente umana. Una dimensione che non è solo futuro per il quale attendere, ma per collocare la nostra certezza oltre un limite convenzionalmente invalicabile, quello della realtà terrena.

Senza una visione non si da vita ad un sogno, senza un sogno realizzato non resta che un’illusione.

 

Coloro che hanno una visione nel futuro e la coltivano, cercando di costruire per tutta la vita ciò che li ispira ne diventano gli autori. 

Il sogno appartiene e interpreta la loro stessa natura. Una proiezione di chi sono e di quello in cui credono collocata in un tempo prossimo a venire.

I “sognatori” convinti di ciò in cui credono, a volte, diventano guide prescelte dei desideri collettivi, e forse è ciò per cui sono nati.

Per via di questa natura o modo di essere, talvolta si trovano a cavalcare la scia della visione collettiva riguardo ai cambiamenti della società rendendosi autori del futuro e della storia.

 

UNA VITA EFFIMERA, QUELLA DEGLI ILLUSI.

 

Una società, una comunità o una Chiesa priva di un sogno da realizzare in cui proiettarsi, in sostanza senza visione del proprio cammino, è una congregazione di illusi. 

L’illuso e colui che vive in un contesto statico, senza prospettive. 

L’illusione sta nel fatto che pur vivendo una situazione attiva ( il trascorrere dei giorni ), non ci si rende conto che senza visione, sogno o progetto del futuro, non si appartiene alla realtà. 

La realtà è in divenire, mentre il presente sostanzialmente è già i passato. 

Quindi ciò che ci “ illudiamo di vivere è già nel fu. Galleggiamo in un tempo statico senza proiezione, che per sua natura, in quanto presente è sfuggevole.

La proiezione ispirata dall’impegno nel concretizzare una visione è vita, mentre trascorrere il tempo cercando di goderne a pieno ciò di cui dispone è morte.

È come guardare il paesaggio dal finestrino di un treno, non riesco nemmeno a memorizzarlo tanto è rapido. Ma se penso alla stazione o alla città in cui arriverò tutto cambia.

 

SOGNI, VISIONI O ILLUSIONI?

 

Gli “ illusi” amano vivere in una realtà statica, come un seme che non germoglia, come le acque di un fiume che non scorrono. Questa realtà pre-confezionata, confortevole, è ciò che il mondo dona ai suoi. Esseri materici scarsamente spirituali godono di ciò che li circonda, beni che sono solo da prendere e non da costruire. 

Essi certi che ciò rientri nella sfera delle benedizioni non sentono il bisogno di cambiamenti.

 

Fluttuano in un benessere per nulla vitale che un giorno terminerà senza avere portato trasformazioni n’è un’alito di vita.

Non pongono mente sul fatto che chi appartiene ad una visione è coinvolto in un’azione, in un evento da realizzare e quindi, in qualche modo, appartiene già al futuro e la vita sta nell’arrivarci.

Egli è soggetto ad un moto a luogo, ( visione, sogno, realizzazione) senza il quale non vi è seguito alcuno per la crescita. Realizzare la visione è Il cambiamento costante per cui si è proiettati verso un tempo in divenire. 

Coloro i quali fluttuano nel mondo delle illusioni, non solo non hanno spinta evolutiva, bensì una decrescita, dovuta al fatto che attorno a loro tutto si muove in progressione e loro sono fermi. 

La crescita nasce da una visione, che diventa sogno ( inteso come desiderio ) che si realizza e diventa realtà.

 

Nel mondo delle illusioni tutto pare muoversi intorno a noi, ma senza un progetto o un traguardo da conseguire, il caos gira intorno a se stesso. 

Un buon paragone è immaginare un’atleta che corre sul tappeto mobile, lo scenario intorno a lui non cambia mai e non arriverà in nessun luogo non ostante gli sforzi.

La figura del sognatore è stata spesso dipinta in modo denigratorio da coloro che non vedono bene i cambiamenti. Al contrario del vero gli è stata conferita una mancanza di consistenza nel quotidiano, che mal lo dipinge, ovvero: colui che ha un sogno assomiglia molto a chi ha un miraggio nel deserto.

 

CHI SALE SULL ALBERO E CHI RACCOGLIE I FRUTTI PER TERRA.

 

una visione divina…

 

Gen 1:1 Nel principio Dio creò i cieli e la terra. 2 La terra era informe e vuota, le tenebre coprivano la faccia dell’abisso e lo Spirito di Dio aleggiava sulla superficie delle acque. 3 Dio disse: «Sia luce!» E luce fu. 

 

A ben guardare tutta la storia e le storie dell’umanità sono state concretizzazione di sogni. Dalla creazione in poi il mondo e gli uomini hanno inseguito delle visioni in tutti i campi.

Alcune le conosciamo scientificamente, ad altre abbiamo assistito, altre ancora non possiamo comprenderle.

Il cosmo e i suoi segreti sono appannaggio della scienza che scruta, indaga e suppone, anche i grandi cambiamenti del pianeta sono di difficile comprensione, sebbene ad alcuni eventi possiamo assistere. Lo scioglimento dei ghiacci o l’espandersi dei deserti, le modifiche climatiche.

La globalizzazione ci lascia immaginare un’umanità uniforme. Un’unica lingua, un unico colore di pelle, un’unica nazione. Tutte le qualità o caratteristiche degli individui fuse in un solo individuo, forse discendiamo da un unico uomo e un unico uomo torneremo ad essere?

Credo di no e penso che il Signore ami molto il multiforme uomo proprio perché miriadi di esseri di tutte le specie esprimono la Sua Gloria, dal macro al micro.

Certo l’autore della Creazione e della creatività non può essere statico e quindi non ama nulla di ciò che è fermo. Se la luce viaggia ad una velocità incredibile le tenebre sono ferme.

Colui che è la sintesi e l’essenza del movimento ama i “visionari” li ama così tanto da condurli alla propria maturità, verso la concretizzazione del proprio sogno, così come mise in cuore a Neemia la visione di Gerusalemme ricostruita.

Il concetto stesso del donare ( caposaldo della fede ) appartiene a questa formula di pensiero, donare è compiere un gesto che realizza per altri qualcosa esprimendo un moto verso.

 

Per tornare ai visionari vorrei ribadire il concetto che i frutti migliori si raccolgono salendo sull’albero, quando siano perfettamente maturi prima che precipitino a terra, dove il loro processo terminale ( seppur sembrano sani ) è già iniziato, segnato da ammaccature, muffe e marcescenza.

Si lo so! I polemici ad oltranza diranno:” da quel frutto marcio resteranno i semi nel terreno e produrrà nuova vita” il che è vero.

Ma qual’è il senso di produrre perennemente nuova vita…senza viverla mai?

 

copyright©francescoblaganò 01/2021


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