Ed anche quando sia giunto alla vecchiaia ed alla canizie, o Dio, non abbandonarmi, finché non abbia fatto conoscere il tuo braccio a questa generazione, e la tua potenza a quelli che verranno. (Salmo 71: 18)
Cari lettori, penso che un uomo buono, e nonno saggio, dovrebbe parlare così ai suoi figlioli, e ai suoi nipoti: «…col passare degli anni imparerete la differenza che c’è tra “dare una mano” e “soccorrere”; imparerete che “amare non significa necessariamente appoggiarsi sugli altri” e che “trovare compagnia non significherà necessariamente trovare certezze”.Imparerete che, in una vita di coppia, “i baci non saranno solo semplici contatti, né solo doni, né semplicemente promesse, ma soprattutto nobiltà d’animo”. Comincerete ad accettare le sconfitte della vita che non mancheranno, e comprenderete che dovranno essere accettate cristianamente e “a testa alta”, cioè con “la grazia di un adulto” e non con “la cupa tristezza di un bambino” che non sa, o non vuol più crescere.
Imparerete che “il domani è incerto e poco adatto per i progetti” e che “il futuro ha l’abitudine di cadere nel vuoto”; imparerete a non esporvi troppo al sole, perché ne rimarreste scottati.Imparerete a perdonare le persone che potrebbero ferirvi e vi renderete conto che una buona parola può alleviare il profondo dolore dell’anima.
Scoprirete che occorrono molti anni per acquisire la fiducia di qualcuno, ma solo pochi secondi per perderla.
Imparerete a non giudicare, perché anche voi potreste fare cose malvagie, di cui poi vi dovreste vergognare per tutta la vita.
Imparerete che le vere amicizie continuano a crescere nonostante le distanze, e apprezzerete la loro compagnia, anche se insieme non doveste fare nulla di straordinario.
Vi renderete conto quanto sia importante essere buoni ed affettuosi, specialmente verso le persone care che condivideranno la vostra sorte, e comprenderete quanto tutto questo sarà importante per loro, perché “l’amore alimenta la fedeltà”; saprete che non sarà giusto sprecare l’affetto di una persona cara che potreste pur perdere, da un giorno all’altro».
Cari lettori, è bene riflettere che, se questo che ho appena affermato vale per l’uomo, quanto più possa valere per il Signore che è il vero Amico? E’ giusto che Egli senta, giorno dopo giorno, l’intenso fervore del nostro amore e della nostra riconoscenza.
Fratello in Cristo, Carlo Caruso
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