Le aziende farmaceutiche fanno passi avanti nella produzione di vaccini anti-Covid. Tra i molti pronti per la produzione è sfida per il più efficace.
L’azienda statunitense Moderna, ha dichiarato i dati di efficacia del suo ultimo ritrovato. Notizia che ha subito fatto scattare l’entusiasmo dei mercati finanziari.
Nei giorni scorsi era stato dato un altro annuncio da parte dell’azienda Pfizer, che aveva parlato del 90 per cento. L’entusiasmo delle borse si era subito acceso e pare che gli stessi dirigenti del colosso farmaceutico abbiano cominciato a vendere le proprie azioni. Ora Moderna ha dichiarato il 94,5 per cento un dato superiore a quello di Pfizer. Ma cosa c’è dietro a queste affermazioni?
L’immoralità e l’inaffidabilità legata alle vendite di azioni
Un fatto che a molti è sembrato un brutto segno. Tanto per l’immoralità di speculare su una questione importante come la salute pubblica. Quanto, inoltre, per l’inaffidabilità che il gesto lascia trasparire. Nessuno venderebbe azioni a meno che il bene in questione non debba rivelarsi in seguito inefficace, facendo quindi crollare il titolo.
In ogni caso, il noto immunologo americano e direttore dell’Istituto Nazionale Malattie Infettive Usa Anthony Fauci, figura che spesso si è scontrata con il presidente Usa Donald Trump, ha commentato con entusiasmo. “Ora, dopo i risultati simili annunciati la scorsa settimana sull’altro vaccino della Pfizer, possiamo prevedere finalmente un impatto sulla pandemia”, ha affermato. Parlando di “un grosso passo avanti”.
Il lavoro dell’Unione europea per assicurarsi 400 milioni di vaccini
“Prevediamo dosi di entrambi i vaccini a fine dicembre per le categorie ad alto rischio”, ha continuato Fauci. Sono infatti al momento diversi i vaccini che sembrano essere arrivati a un punto molto vicino al traguardo, stando alle cronache. Molti dei quali, già prenotati da Paesi europei attraverso gli accordi fatti con le aziende stesse. Nonostante ciò, nessuna sperimentazione è ancora stata conclusa.
La presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen ha infatti annunciato di essere in procinto di firmare un contratto con l’azienda Curevac per assicurarsi fino a 405 milioni di dosi, il quinto contratto iniziale, in attesa del sesto con l’azienda Moderna.
Il vaccino alla prova della distribuzione
Quest’ultimo vaccino dell’azienda Moderna pare che presenti anche facilità di distribuzione e stoccaggio, dal momento che per la sua conservazione non sono necessarie temperature troppo basse. Si parla di una condizione di stabilità a temperatura variabile tra i 2 e gli 8 gradi per 30 giorni, e temperature standard di conservazione a -20 gradi per 6 mesi. L’obiettivo dell’azienda, che ora pensa di avere circa 20 milioni di dosi entro la fine dell’anno, di arrivare a un totale di 500 milioni di dosi nel 2021.
“Non sappiamo ancora quale vaccino si rivelerà efficace”, ha proseguito von der Leyen. “L’Ema li autorizzerà solo dopo una valutazione attenta ed è per questo motivo che abbiamo bisogno di un portafogli di vaccini ampio e basato su tecnologie diverse”.
Giovanni Bernardi
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