Il culto della Chiesa tradizionale è principalmente caratterizzato dalla celebrazione della “Santa Messa”, nella quale ha ruolo dominante il “Sacrificio Eucaristico” o “Comunione”. Pochi sono i cattolici che conoscono il significato di ciò che partecipano nell’eucaristia, ancor meno chi confronta questa prassi quotidiana con la Parola di DIO. Vogliamo fare un po’ di luce sull’argomento.
Nonostante sia il cuore della devozione cattolica, la celebrazione quotidiana della messa entrò in uso nel 394 d.c.: la Chiesa primitiva che nacque a Gerusalemme non ebbe mai un tal liturgia, i convertiti a Cristo si ritrovavano insieme per ascoltare gli insegnamenti degli Apostoli del Signore, e degli Anziani delle varie comunità, uomini che avevano ricevuto da Dio la chiamata ad insegnare la Verità al popolo.
Essi trovatisi insieme celebravano la Cena del Signore, in cui rompevano il pane e bevevano dal calice ricordando le parole che aveva lasciato loro il Signore:
“Poiché ho ricevuto dal Signore quello che vi ho anche trasmesso; cioè, che il Signore Gesù, nella notte in cui fu tradito, prese del pane, e dopo aver reso grazie, lo ruppe e disse: “Questo è il mio corpo che è dato per voi; fate questo in memoria di me”. Nello stesso modo, dopo aver cenato, prese anche il calice, dicendo: “Questo calice è il nuovo patto nel mio sangue; fate questo, ogni volta che ne berrete, in memoria di me. Poiché ogni volta che mangiate questo pane e bevete da questo calice, voi annunciate la morte del Signore, finché egli venga“. (I Corinti 11:23-26)
Questi versi sono scritti dal grande apostolo Paolo e fanno capire il senso della cena del Signore, che era un commemorare tra i fedeli la morte del Signore per i peccati dell’uomo.
Nel corso dei secoli però questo semplice significato cambiò, altri insegnamenti, molti dei quali di origine pagana, furono introdotti dando un senso diverso all’insegnamento originale.
Nella messa cattolica non si parla più di cena del Signore bensì di Sacrificio Eucaristico. Al sacerdote viene riconosciuta l’autorità di poter, mediante la preghiera eucaristica, trasformare o meglio convertire “realmente” l’ostia rotonda fatta di farina ed acqua, nel vero corpo del Signore Gesù ed il vino del calice nel vero sangue del Signore, che, da quel momento, è presente in corpo, anima e spirito divino tra le mani del sacerdote “persona christi” ossia rappresentante di Cristo, figura del Cristo. Questo passaggio viene chiamato transustanziazione dal latino trans-substantiatio ovvero conversione di sostanza. Secondo il Compendio al catechismo della Chiesa cattolica, con la consacrazione si opera
«la conversione di tutta la sostanza del pane nella sostanza del Corpo di Cristo, e di tutta la sostanza del vino nella sostanza del suo Sangue. Questa conversione si attua nella preghiera eucaristica, mediante l’efficacia della parola di Cristo e dell’azione dello Spirito Santo. Tuttavia, le caratteristiche sensibili del pane e del vino, cioè le «specie eucaristiche», rimangono inalterate. » (n. 283 – Tratto da www.wikipedia.com).
L’altare diventa la croce dove nuovamente viene sacrificato l’Agnello di Dio pronto per essere mangiato dal popolo. Se consideriamo che questo rito si ripete più volte al giorno e in ogni chiesa cattolica nel mondo potete immaginare quante volte il Signore Gesù deve scendere dal cielo corporalmente alla preghiera del sacerdote, pronto per essere mangiato da tutti i fedeli i quali tramite l’ingerire la comunione credono di pregustare i suoi beni di ricevere espiazione dei peccati e favore per i defunti. Questa forma di tefagia, (ovvero avere comunione col proprio dio attraverso la fagocitazione dell’animale o dell’oggetto che lo rappresenta o lo incarna), è ancora praticata in Africa, Nuova Zelanda e in Sud America, (confronta Wikipedia: teorie non cristiane sull’origine dell’eucaristia). Anche nei Culti misterici o esoterici di origine ellenistica prima e romana dopo, gli adepti bevevano il sangue dell’animale sgozzato che personificava il loro dio, in modo da ottenerne immortalità. Negli anni, con l’evoluzione cerimoniale il sangue veniva raccolto in coppe e passato tra il popolo il quale tra canti di gioia ne beveva il contenuto, mentre il sacerdote pagano vestito con i paramenti sacri offriva preghiere rituali ai suoi dei. Dopo il sangue, col tempo si sostituì il vino, ma già nel lontano Egitto, 1.500 anni prima di Cristo, i sacerdoti della dea Iside, eseguivano la cerimonia della trasformazione del vino nel sangue della divinità, come viene riportato nei graffiti dell’epoca, (Wikipedia: eucaristia). Ad un punto stabilito della cerimonia il sacerdote eseguiva la consacrazione dicendo:
“tu sei vino ma non sei vino perchè sei le interiore di Iside” Anche il mangiare forme di pane a forma del dio Osiride faceva parte del culto egiziano, tramite
questo i fedeli attingevano forza dal loro dio. Ma cosa dicono le Sacre Scritture?
In Capernaum Gesù disse ai discepoli :
“In verità, in verità vi dico che se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete vita in voi.
Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno.
Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue è vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me, e io in lui.”(Giovanni 6,53-56)
Questo parlare preso alla lettera dai discepoli fu scandaloso, infatti da quel momento molti si allontanarono da lui, ma il capitolo sei di Giovanni ci fa capire cosa intende il Maestro:
1. Io sono il pane vivente, che è disceso dal cielo; se uno mangia di questo pane vivrà in eterno; e il pane che io darò è la mia carne, [che darò] per la vita del mondo“.
2. Gesù disse loro: “Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà più fame e chi crede in me non avrà mai più sete. (Giovanni 6,35)
3. “Poiché questa è la volontà del Padre mio: che chiunque contempla il Figlio e crede in lui, abbia vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno“.(Giovanni 6,40)
Veramente Gesù intendeva offrire la sua carne ed il suo sangue per farli mangiare ai suoi discepoli? E’ proprio così che otteniamo salvezza e vita eterna da Dio? Assolutamente NO!
Gesù offrì la sua carne ovvero la sua VITA non come cibo fisico per i credenti, ma quale sacrificio per i peccati e ciò accadde una sola volta sul Golgota, Egli ci riscatta dai nostri peccati morendo per al nostro posto.
I verbi usati da Gesù quali mangiare e bere sono allegorie del credere per fede in lui infatti il verso Giovanni 6,35 associa il venire a lui all’essere saziati, e il credere in lui all’essere dissetati: chi crede in me non avrà mai più sete…
Si riferisce alla sete fisica o al bisogno di perdono e vita eterna dell’uomo?
“Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; e chiunque vive e crede in me, non morirà mai. Credi tu questo?” (Giov.11,25-26)
Pastore Vincenzo Candurra – Chiesa di Modica
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