Ci arrabbiamo per pochissimo, e per nulla siamo disposti a troncare relazioni e affetti scordando improvvisamente tutto ciò di buono che quella stessa relazione ci aveva donato, in una parola siamo tutti un pò malati di mancanza di perdono.
1. Introduzione
Non tutti lo sanno, ma esiste un “farmaco” efficace contro l’ipertensione, che sconfigge la depressione e riduce la mortalità dovuta a problemi cardiovascolari. Questo “farmaco” infatti, diminuisce il rischio di aritmie, attacchi cardiaci e combatte il diabete. Inoltre ha effetti benefici anche sul nostro sistema immunitario e riduce notevolmente la possibilità di contrarre malattie virali ed anche alcuni tumori. Non per niente è stato definito “La colonna vertebrale di ogni autentica guarigione”. Stiamo parlando del “PERDONO”! Per quanto riguarda il perdono, Gesù ha parlato in maniera inequivocabile: dobbiamo perdonare chi ci ha fatto del male. Se sei anche tu malato come lo siamo tutti, leggi fino in fondo questo piccolo studio sulla Parola di Dio.
2. DESCRIZIONE
La parola perdono deriva dal verbo perdonare che equivale a condonare con un altro prefisso e come forma rafforzativa. Vengono usati due termini per descrivere il perdono nella Parola di Dio.
la prima è aphiemi, che, in senso stretto, significa mettere in libertà qualcosa o qualcuno. Questa parola è usata 142 volte di cui 47 solo in Matteo, 34 in Marco e Luca e 14 in Giovanni. In tutte le Scritture del Nuovo Testamento, il termine è usato solo altre 13 volte: ma qui è hilaskomai che ha un significato particolare. Ha infatti valore di espiare, conciliare se stessi, placare il Dio irato, rendere benevolo, e misericordioso. Nel primo caso il N.T. usa questo termine nel suo significato originario di lasciare, lasciar andare, mettere in libertà, mandare via (Marco 1:34; Marco 5:19,37; Atti 14:17; Matteo 13:36; I Corinzi 7:11-13), abbandonare (Marco 1:20; Marco 10:28), lasciare dietro a sé (Marco 1:18), rinunciare (Marco 7:8; Romani 1:27). Nel secondo caso si chiede fondamentalmente alla fonte del perdono di essere propizio, (Luca 18:13).
Questo dà esattamente l’idea di ciò che avviene nell’animo di chi non riesce a perdonare. Infatti, il risentimento nella persona offesa continua a creare un profondo stato di disagio, che è il risultato del conflitto tra la coscienza, che vorrebbe essere liberata da questo peso, ed il senso dell’amor proprio che impedisce di compiere il primo passo verso la riconciliazione (Salmo 32:3). Quando allora paragoniamo il perdono ad una malattia non stiamo assolutamente sbagliando, sia perchè ha delle ripercussioni sul nostro essere fisico, sia perchè riesce a toglierci completa serenità e gioia di vivere.
3. IL PRINCIPIO ATTIVO
Qual è “quell’ingrediente” che mi permette dì perdonare? Innanzitutto il perdono di Dio! (Efesini 4:32; 1:7,8; Colossesi 2:13; 3:12,13; Matteo 18:23-35; Genesi 32:2; Luca 6:36; Marco 11:25).
Questo perdono bisogna prima di tutto riceverlo dal Signore. Se non abbiamo mai gustato l’amore ed il perdono di Dio sarà molto più difficile darlo. In I Giovanni 1:7-9 si legge che non dobbiamo camminare nel buio dell’ignoranza, né peccare. Se crediamo in Gesù, il Suo sangue ci purifica da ogni peccato. Nessuno può dire di non averne bisogno, altrimenti inganna sé stesso perché tutti gli uomini peccano (Ecclesiaste 7:20). Similmente è bugiardo chi dice di avere comunione con Dio e continua a vivere nel peccato. Solamente se confessiamo i nostri peccati, e li abbandoniamo, otteniamo il perdono e la purificazione che ristabiliscono la nostra relazione con Dio (Proverbi 28:13). È importante perciò nascere di nuovo, ma è altresì necessario vivere, dopo la conversione, una comunione quotidiana col Signore (II Cronache 7:14). Vivere vicino a Gesù giorno per giorno renderà tutto molto più facile, anche riuscire a perdonare. il 1º passo quindi per poter avere la forza di perdonare, e proprio quello di ricevere da parte del signor il perdono per i nostri falli.
Ma, quando abbiamo ricevuto questo perdono, dobbiamo tenere bene a mente 3 azioni basilari sulle quali costruire il nostro perdono.
Innanzitutto dobbiamo avere chiaro in mente e nel cuore che il perdono è la risposta cristiana ai torti che abbiamo dovuto subire. È 1 concetto semplice, ma importante. Solo le persone che ci hanno fatto del male sono delle candidate al perdono. perdonare coloro che ci hanno feriti involontariamente è abbastanza agevole: il vero atto che richiede forza e coraggio è il perdono di quelle persone che volontariamente ci hanno feriti.
a. Dobbiamo dimenticare il “nostro” diritto alla vendetta
Ogni persona che ha subito un torto si ritiene nel pieno diritto di vendicarsi del male subito. Ma ricordiamo, amici cari, che Cristo ha pagato il nostro debito, (Romani 6:23), donandoci il perdono. Agiamo di conseguenza non cercando di farci giustizia con le nostre mani, ne direttamente ne indirettamente.
b. Dobbiamo comprendere il lato umano di chi ci ha fatto del male.
Quando noi siamo dinanzi al nostro accusatore, a chi ci ha fatto del male, dobbiamo sforzarci di abitare in Cristo, il quale, quando guardava un peccatore, aveva compassione non perchè non riteneva grave il male compiuto, ma perchè si immedesimava negli aspetti umani e nelle debolezze che avevano condotto quel tale a sbagliare.
c. Dobbiamo chiedere la benedizione di Dio su chi ci ha fatto del male.
Sembra che questo non sia proprio alla portata di nessuno, e, in effetti così è, se non fosse per l’influsso dello Spirito Santo che agisce dentro di noi. Ma ancora, vogliamo ribadire che Cristo non solo ci ha perdonati, ma ci ha anche benedetti di ogni benedizione spirituale nei luoghi celesti, (Efesini 1:3).
4. LA SOMMINISTRAZIONE
1. A noi stessi… quando gli altri non ci perdonano (Giovanni 8:3-11); 2. A noi stessi… quando è difficile perdonarsi (1 Corinzi 6:9-11; Matteo 22:39);
3. Agli altri a) Vivendo in pace con tutti per quanto dipende da noi (Romani 12:18); b) Perdonando anche i nostri nemici (Matteo 5:44).
4. Alla nostra famiglia.
5. Nella vita di coppia: parlarsi e aiutarsi. (Colossesi 3:18; Efesini 5:22-24; 5:25-28; Colossesi 3:19; 1Pietro 3:1; Efesini 4:26, 31; Osea 14:2);
6. Perdonare i figli (2 Samuele 18:33; Luca 15:20; Efesini 6:4; Colossesi 3:21);
7. Perdonare i genitori (Efesini 6:2)… anche quando “non se lo meritano”;
8. Perdonare i fratelli (Genesi 45:1-8; I Re 1:53);
9. Perdonare i fratelli in Cristo (Atti 7:60; II Timoteo 4:16; II Corinzi 2:7);
10. “Perdonare Dio”. (I Samuele 1:6-18). Quante volte ci teniamo dentro del rancore anche verso il Signore.
5. LE INDICAZIONI TERAPEUTICHE
La sua azione è volta a guarire:
• La stanchezza: i conflitti stancano le persone coinvolte perché servono molti sforzi per “schiacciare” l’altro e uscirne vincitore. L’energia spesa è tale che esse non hanno più forza per far altro. A volte si perde anche l’appetito e se non risolte le tensioni si trasfonnano in odio verso gli altri e se stessi, depressione, ira, inefficienza e isolamento (Proverbi 17:1; 1Re 21:4; Giona 4:3; 1Re 19:4);
• La “ruminazione mentale”: (Proverbi 17:9; Filippesi 4:8; 3:13; 1Corinzi 2:16).
6. LA POSOLOGIA
Quante volte…? (Matteo 18:21-22; Luca 17:3,4).
7. GLI EFFETTI
1. Desiderati: Serenità ritrovata, pace, gioia, perdono ricevuto perché dato (Genesi 33:1,4; Matteo 6:14; Marco 11:25; Luca 6:37; Matteo 6:15; Giacomo 2:13).
2. Indesiderati: “E se dopo aver perdonato, l’altra parte approfitta del mio perdono convincendosi di poter continuare a fare quel che vuole senza conseguenze?”
Cosa fare allora? Dobbiamo essere semplici ma prudenti (Matteo 10:16), rimetterci nelle braccia del Signore. “Padre perdona loro perché non sanno quello che fanno” (Luca 23:34; Matteo 5:44; 1Corinzi 6:7,8; Proverbi 19:11; Romani 12:14). Il Signore ci aiuterà. Quanto a noi dobbiamo essere sereni mentre aspettiamo il Signore. Se saremo maledetti, noi benediremo, se riceveremo oltraggi, noi non lo faremo ma ci rimetteremo con serenità nelle mani di Colui che giudica giustamente (1 Pietro 2:22,23).
8. CONCLUSIONE
Fin da piccoli ci hanno sempre detto che bisogna perdonare. Poi ci siamo convertiti e abbiamo gustato la gioia del perdono. Ma dobbiamo ammetterlo, pur avendolo ricevuto, tante volte è difficile darlo. È difficile, ma non impossibile. Col Suo aiuto certamente ce la possiamo fare. Ed alla stessa maniera del perdono “ricevuto”, anche il perdono “dato”, ci guarirà! (Salmo 103:3).
Dio ci benedica
Gabriele Paolini – notiziecristiane.com / Accademia Jeshua Europa
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