Se uno vuol venire dietro a me, rinunci a se stesso, prenda ogni giorno la sua croce e mi segua. Lc. 9:23.
Cosa intende Gesù quando dice che devi prendere la propria croce?
La croce rappresenta la sua sofferenza, e chiunque lo porterà sulle sue spalle sarà un atto di sofferenza verso il “GOLGOTA”.
Per i Romani era la tortura di morte, un modo per far soffrire, ribadisco per far soffrire e non per farlo morire subito, si trattava di una vera e propria tortura ed era talmente atroce, normalmente, veniva preceduta dalla flagellazione, che rendeva questo rito ancora più straziante per il condannato.
Lo scopo della croce era di provocare la morte, dopo una lenta agonia, che interveniva per soffocamento determinato dalla compressione del costato (a tale scopo, di solito le gambe del condannato erano spezzate con una mazza o un martello), oppure a causa di collasso cardio-circolatorio.
Circa l’ora nona Gesù morì, fu verso le ore 3:00 del pomeriggio del venerdì.
Cicerone le definì “il supplizio più crudele e il più tetro.
Questo non vuol dire che sarai inchiodato alla croce, oppure flagellato, ma il tuo destino deve necessariamente riguardare le sofferenze di Cristo, questo è “INEVITABILE”.
PAOLO PORTAVA SU DI SE LE SOFFERENZE DI CRISTO, CIOÈ DEL VANGELO! 2Tim. 2:8.
(Non le stimmate come molti alludono)
Gesù affermò che le sue sofferenze erano solo per il vangelo.”PUNTO”!
Poiché io gli mostrerò quante cose egli deve soffrire per il mio nome.Atti.9:6.Dʼora in poi, nessuno mi dia più delle noie, perché porto nel mio corpo le cicatrici delle frustate e delle ferite che ho ricevuto dai nemici di Cristo: il segno che indica che appartengo a lui. Gal. 6:17.
E nel nome di Gesù che soffrirai e non per altro, infatti dobbiamo entrare nel regno di Dio attraverso molte tribolazioni. Atti. 14.22.
Ora io mi rallegro nelle mie sofferenze per voi; e quel che manca alle afflizioni di Cristo lo compio nella mia carne a pro del corpo di lui che è la Chiesa. Col. 1:24.
Paolo affermò con lucidità che se sue sofferenze erano solo per il nome e del vangelo di Cristo: Sono stato crocifisso con Cristo e non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me. Questa vita nella carne, io la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha dato se stesso per me. Gal. 2:20.
Noi siamo afflitti in ogni maniera, ma non ridotti agli estremi; perplessi, ma non disperati;perseguitati, ma non abbandonati; abbattuti, ma non distrutti,portando del continuo nel nostro corpo il morire del Signore Gesù, affinché anche la vita di Gesù si manifesti nel nostro corpo.
Noi che viviamo, infatti siamo del continuo esposti alla morte per Gesù, affinché anche la vita di Gesú si manifesti nella nostra carne mortale.2 Cor. 4:8-11.
Continua: Dai Giudei ho ricevuto cinque volte quaranta sferzate meno una.
Tre volte sono stato battuto con le verghe, una volta sono stato lapidato tre volte ho fatto naufragio, ho trascorso un giorno e una notte sull’abisso.
Sono stato spesse volte in viaggio fra pericoli di fiumi, pericoli di ladroni, pericoli da parte dei miei connazionali, pericoli da parte dei gentili, pericoli in città, pericoli nel deserto, pericoli in mare, pericoli fra falsi fratelli,nella fatica e nel travaglio, sovente nelle veglie, nella fame e nella sete, spesse volte in digiuni, nel freddo e nella nudità.2 Cor. 11:25-27.
La Croce non rappresenta un simbolo cristiano, ma è una delle forme di sofferenze dei figli di DIO, una rappresentazione che DIO Padre ha voluto affinché quello strumento usato per Gesù, sia trasmesso a tutti gli eletti per partecipare alla sue sofferenze!, se veramente partecipiamo alle sue sofferenze parteciperemo anche alla sua gloria. Rm. 8:17.
Luciano Sigismondi
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