Corriere della Sera: studio choc, il Mais OGM provoca il cancro

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Uno studio evidenzia la cancerogenicità del Mais della Monsanto. La Russia ne sospende l’import.

La notizia di uno studio dal quale emerge la cancerogenicità del mais OGM commercializzato dalla Monsanto era stata pubblicata il 20 settembre con un articolo del Corriere della Sera che titolava “Gli ogm possono causare tumori? Uno studio francese riapre il dibattito“. Lo studio dell’equipe di Gilles-Eric Séralini dell’Università di Caen intitolato “Long term toxicity of a Roundup herbicide and a Roundup-tolerant genetically modified maize  ha evidenziato infatti un aumento significativo nell’insorgenza di tumori nei ratti alimentati con  prodotti OGM e con i pesticidi associati alla loro coltivazione.

Anthony Trewavas, docente di biologia all’Università di Edimburgo, ha sollevato dubbi sull’attendibilità dello studio, ma evidentemente molti meno dubbi hanno avuto le autorità competenti russe che hanno disposto la sospensione dell’importazione del prodotto accusato di essere cancerogeno, come riferito sempre da Corriere della Sera del 27 settembre: “Studio choc: «Il mais ogm provoca il cancro» E la Russia sospende l’import dalla Monsanto“.

Dello stesso parere delle autorità russe sembra essere anche il gruppo di attivisti di Anonymous, che sul loro sito lanciano pesanti accuse alla Monsanto: “anonymous support #OccupyMonsanto Tango Down!

L’articolo di Anonymous contiene passi che vanno oltre la critica agli OGM, un articolo che diviene una pesante accusa verso le politiche attuate nei paesi del Terzo Mondo:

STOP a logiche di mercato quali la produzione dei prodotti RR2, resistenti agli effetti dei glifosati prodotti dalla stessa Monsanto, dannosi per la salute dell’uomo (si iniziano a documentare casi di malformazioni genetiche) e dell’ambiente (l’impoverimento e la sterilizzazione del terreno provocato dagli insetticidi e dalle monoculture).

In Particolare In Paraguay i potenti latifondisti del gruppo UGP usano metodi sempre più violenti contro i contadini che occupano terre che legittimamente una precedente riforma agraria ha loro affidato.

 

Una vicenda in cui è difficile dire qualcosa di definitivo, ma che in ogni caso solleva comunque forti dubbi.

Le risposte andrebbero ricercate da parte delle autorità sanitarie nazionali, e questo andrebbe fatto con degli studi obiettivi che vadano oltre le logiche di profitto e che rispecchino solo i criteri del rigore scientifico.

Fonte: http://www.losai.eu/

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