L’ Apostolo Paolo ci ha dato una descrizione molto precisa del corpo che avranno i credenti alla risurrezione in 1 Corinzi 15. Innanzi tutto, il corpo della risurrezione è paragonato a un seme piantato nella terra che produce una pianta o un fiore.
Ognuno che abbia fatto del giardinaggio sa come ha del miracoloso vedere una pianta di pomodoro in sviluppo, con dei boccioli gialli che diventano pomodori carnosi, venir fuori da un minuscolo seme.
Il seme e la pianta sono due aspetti della vita di una medesima entità, proprio come il nostro corpo fisico piantato nella morte avrà la stessa individualità del nostro corpo risuscitato.
Saremo riconosciuti come noi stessi e non come una mutazione genetica senza etichetta: “E’ seminato ignobile, e risuscita glorioso; è seminato debole, e risuscitato potente” (1 Corinzi 15:43).
Il corpo che giace nella tomba può essere stato consunto dall’età, mal ridotto dalla malattia, o stroncato da un incidente, ma nella risurrezione quel corpo risorge nella gloria! Sarà libero da ogni infermità e corruzione.
I paralitici non avranno più di bisogno delle sedie a rotelle; i malati di diabete non avranno più bisogno dell’Insulina; i miopi non avranno bisogno degli occhiali; i malati di cancro non avranno più di bisogno della chemio terapia e di altre cure; etc..
Quelli che sono stati bruciati o mutilati nelle guerre saranno integri; i vecchi saranno giovani e vigorosi.
Nel nostro corpo risorto non conosceremo alcuna delle debolezze fisiche.
Le limitazioni che ci sono imposte su questa terra non sono conosciute in Cielo, avremo da Dio un corpo incorruttibile, immortale e potente.
“E’ seminato corpo naturale, e risuscita corpo spirituale” (1 Corinzi 15:44); saremo come Gesù.
Il nostro corpo terreno, quello che abbiamo adesso, che può morire, deve essere trasformato in corpo celeste che non può perire, ma che vivrà per sempre.
Quando questo avverrà, allora finalmente si avvererà la Scrittura, che dice: “La morte è stata sommersa dalla vittoria. O morte, dov’è la tua vittoria? O morte, dov’è il tuo dardo?” (1 Corinzi 15:54-55).
Perché il peccato, cioè il dardo che causa la morte, sparirà; e la Legge, che mette in luce il peccato, non sarà più il nostro giudice.
Fonte: http://www.incontraregesu.it/
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