Lo scorso 15 aprile, la Corea del Nord ha festeggiato il compleanno del suo fondatore Kim Il-Sung, nonno dell’attuale leader Kim Jong-Un. Per tradizione, questo giorno di festa in onore del fondatore è conosciuto come “il Giorno del Sole”, ma quest’anno i media nordcoreani non hanno quasi mai usato questo nome. Questo ha portato a diverse speculazioni. “Molto probabilmente, è perché il leader attuale Kim Jong-Un vuole rivendicare questo titolo di ‘Sole’ per sé, in modo da essere considerato un leader altrettanto importante, o addirittura più importante di suo nonno”, spiega Simon Lee (pseudonimo), partner di Porte Aperte/Open Doors che lavora con i nordcoreani.
Il giorno successivo, il 16 aprile, la Corea del Nord ha reso pubblica una canzone che tesse le lodi di Kim Jong-Un. La canzone si intitola “Padre amichevole” e sottolinea la cura del leader per il popolo. Il testo inizia con queste parole:
Cantiamo di Kim Jong Un, il nostro grande leader.
Ci vantiamo di Kim Jong Un, il nostro padre amichevole
Affettuoso come una madre,
benevolo come un padre,
tiene tra le braccia i suoi 10 milioni di figli
e si prende cura di noi con tutto il cuore
Cantiamo di Kim Jong Un, il nostro grande leader
Ci vantiamo di Kim Jong Un, il nostro padre amichevole
Il video della canzone (disponibile su YouTube) mostra cittadini nordcoreani, studenti, soldati e piloti di aerei da combattimento che cantano, ballano e ridono. La canzone e il video, tuttavia, non ingannano la popolazione, afferma Simon Lee. “La gente non crede più alle bugie del governo. Forse questo è uno dei motivi per cui la propaganda è in aumento. Per controllare i cittadini, Kim Jong-Un deve bombardarli con materiale di indottrinamento. Un’altra tattica è quella di tenere le persone occupate dalla mattina alla sera e dal lunedì alla domenica, non dando loro modo neanche di pensare”.
Che cosa significa tutto questo per i cristiani?
Il cristianesimo è considerato una vera minaccia alla stabilità del Paese. In Corea del Nord ci sono tra i 300.000 e i 500.000 cristiani, e tutti devono tenere nascosta la propria fede. La Bibbia è un libro proibito e i cristiani riescono raramente a incontrarsi al di fuori dalla propria cerchia familiare.
“Come altri civili, i cristiani lottano per sopravvivere. Naturalmente, anche i cristiani vogliono servire Dio aiutando gli altri, ma questo risulta molto difficile in un paese in cui le persone non possono fidarsi l’una dell’altra. L’esteso sistema di sorveglianza rende pericoloso tenere funzioni religiose segrete e anche condividere il Vangelo con i più giovani è estremamente rischioso. Sotto Kim Jong-Un la vita è diventata ancora più difficile. Più propaganda, più controllo e punizioni più severe”, afferma Simon Lee.
Intanto, secondo il DailyNK , tra gli oltre 200 rifugiati nordcoreani che l’anno scorso sono stati rimpatriati con la forza dalla Cina alla Corea del Nord, almeno 10 sono stati rinchiusi in campi per prigionieri politici per aver letto la Bibbia, incontrato altri cristiani o tentato di fuggire in Corea del Sud mentre si trovavano in Cina. Secondo fonti anonime, sono stati imprigionati e interrogati (quindi torturati) per tre mesi prima di essere rinchiusi nei campi di prigionia.
La Corea del Nord occupa il primo posto nella World Watch List, classificandosi come il luogo più ostile al mondo per i cristiani.
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