Da dodici anni la Corea del Nord è in testa ai Paesi in cui i cristiani sono più gravemente perseguitati
La Somalia e la Siria sono rispettivamente al secondo e al terzo posto della classifica stilata dall’indice mondiale delle persecuzioni 2014.
Cristiani perseguitati in Corea
Possedere una Bibbia può costare la vita ai cristiani della Corea del Nord. Sono circa 400.000, di cui tra i 50.000 e i 70.000 sono internati in campi di prigionia dove vengono torturati e spesso uccisi. Per sopravvivere in questa dittatura comunista devono praticare la loro religione in clandestinità. L’arrivo al potere del giovane Kim Jong-un, nel 2011, aveva suscitato la speranza di un miglioramento. Ma la Corea del Nord resta in testa all’indice mondiale delle persecuzioni del 2014.
Conflitti religiosi in Africa
La situazione è preoccupante anche in Africa, dove la Somalia si posiziona al secondo posto della classifica. In questo Paese, situato all’estremità orientale del Corno d’Africa, la religione ufficiale è l’islam. E la libertà religiosa non è protetta né dalla Costituzione né da alcuna disposizione giuridica. Meno dell’1% dei somali è cristiano e pratica la propria fede nel più gran segreto.
Ma la Somalia non è l’unico Paese africano in cui regna l’oppressione. Anche la situazione generale dei Paesi della cintura saheliana è delicata. La Repubblica Centrafricana, per esempio, sperimenta conflitti violenti dal marzo del 2013. Milizie cristiane si oppongono ai ribelli musulmani e oltre 400.000 persone hanno lasciato il Paese.
Peggiora la situazione in Siria
Nel Vicino Oriente la Siria è risalita al terzo posto della classifica del 2014 dall’11. posto che occupava nel 2013. I cristiani sono diventati il bersaglio delle milizie jihadiste dalle proteste contro il governo di Bashar al-Assad, poiché sono considerati sostenitori del suo regime. A vivere in Siria sono circa 1.900.000 e fino a oggi beneficiano della libertà di culto, ma la situazione sta per cambiare. Dall’inizio dei conflitti nel marzo del 2011 sono sempre di più i cristiani che cercano di lasciare il Paese.
Sebbene l’islam radicale sia una delle principali cause di persecuzione, anche in Paesi come la Colombia, lo Sri Lanka, l’India o il Vietnam la situazione va peggiorando.
In Colombia, attualmente al 25. posto della classifica, dal 46. dell’anno scorso, la situazione è nettamente degenerata a causa degli attacchi di gruppi di guerriglieri. I cartelli della droga, i narcotrafficanti fanno regnare una violenza costante. I cristiani vengono spesso rapiti e uccisi perché rifiutano il racket.
Buddisti estremisti
Da parte sua lo Sri Lanka, che non faceva parte dei cinquanta Paesi più pericolosi, ha raggiunto nello studio del 2014 la 29. posizione. Nuovi gruppi di buddisti estremisti sono all’origine di oltre cinquanta aggressioni contro chiese cristiane nel 2013.
L’indice mondiale delle persecuzioni propone ogni anno una classifica di cinquanta Paesi in cui la pratica del cristianesimo è più pericolosa. Lo studio è elaborato dall’associazione Porte aperte, creata in Svizzera nel 1979 con lo scopo di permettere ai cristiani del mondo di praticare la loro religione dovunque si trovino.
Fonte: voceevangelica.ch
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