Una coppia trentenne con otto figli. Storia di una famiglia “normalissima” (cioè felice)

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bertani-famigliaAnche solo vedere la foto di questi genitori con le 7 bambine e un maschietto allarga il cuore e commuove. Ma allora, è ancora possibile, per vivere il Vangelo, andare contro corrente e avere molti figli fidandosi della Provvidenza!

In questo “Anno della famiglia”, il quotidiano cristiano Avvenire si sta impegnando a denunziare, con dati e riflessioni, la crisi della famiglia in Italia, che porta all’agonia del matrimonio e al suicidio della società italiana. Quarant’anni fa (1974) il popolo italiano approvò nel referendum la legge sul Divorzio e il tema è tornato d’attualità. Lamentiamo tutti la crisi dell’Italia, economica, politica, morale, ma ben pochi, fuori della stampa cristiana, affermano che una delle radici di questa crisi sta proprio nella Legge sul Divorzio e poi in quella sull’Aborto, approvata dal referendum (1981). In poche parole,

– l’Italia manca di bambini: ogni anno le morti degli italiani superano di circa 120.000 unità le nascite, proprio il numero (più o meno) degli aborti annuali; e l’anno scorso, per la prima volta, sono calate le nascite tra gli stranieri residenti in Italia:

– la società italiana è una società “liquida”, precaria, instabile, molti giovani sono senza precisi punti di riferimento. Come si può negare che la responsabilità della Legge sul divorzio sia una delle principali cause del pessimismo e della mancanza di speranza che affligge il popolo italiano?  Mi rendo conto che sono problemi molto più complessi delle mie affermazioni. Ma leggo con tristezza l’arrivo di altre leggi che affosseranno ancor più la famiglia naturale riconosciuta dalla Costituzione: divorzio breve, simil-matrimonio fra persone gay, inseminazione artificiale ed eterologa, ecc.

Lasciatemi dire che ho sperimentato la bellezza, la forza e la tenerezza di una vera famiglia cristiana, nella quale i genitori Rosetta e Giovanni (avviati alla santità riconosciuta dalla Chiesa) sono stati e sono la luce, i modelli, l’ispirazione per noi loro figli e oggi lo sono per tanti altri, attraverso il bollettino che pubblica l’arcidiocesi di Vercelli. Nel paese di Tronzano (Vercelli), eravamo una famiglia di condizione economica medio-bassa, durante la guerra si faceva la fame, la mamma era morta di parto con due gemelli nel 1934, il papà disperso nella guerra di Russia, ma l’unità e la solidarietà della nostra grande famiglia ci dava la gioia e la speranza per vivere con serenità la nostra adolescenza.

La “buona notizia” che voglio dare è che tutto questo è possibile anche oggi. Il 9 maggio scorso, a Buccinasco (Mi) è nata Carolina Maria, l’ottava figlia di Davide e Marta nati nel 1977 e nel 1978, laureati nel 2001 e sposati nel 2002, che hanno fin dall’inizio deciso di prendere tutti i figli che Dio mandava. Eccoli: Benedetta (2003), Giuditta (2004), Maria Chiara (2006), Maddalena (2007), Miriam (2010), Cecilia (2011), Riccardo (2012) e Carolina di quasi due mesi. Anche solo vedere la foto di questi genitori con le 7 bambine e un maschietto allarga il cuore e commuove. Ma allora, è ancora possibile, per vivere il Vangelo, andare contro corrente e avere molti figli fidandosi della Provvidenza!

Com’è possibile? Hanno genitori ricchissimi? Ho parlato con la signora Elisabetta, mamma di Marta. Dice: “Non hanno avuto veri aiuti economici da nessuno, eccetto dai genitori che hanno dato loro una mano per l’acquisto della casa. E poi hanno imparato a usare bene i soldi ed educato i figli ad una vita senza il superfluo verso cui il mondo e il consumismo sfrenato di oggi spingono. Una vita che però è piena di gioia, di affetti e di amore vicendevole. Pregando, si sono fidati di Dio, si sono sacrificati loro e hanno abituato i bambini, fin da piccoli, alle rinunzie e ad una vita di famiglia cristiana che sa andare contro corrente rispetto alle mode mondane. Da anni fanno parte del movimento di Comunione e Liberazione all’interno del quale hanno costruito una rete di amicizie che è un vero sostegno quotidiano”

La signora Marta mi dice: “Ci siamo sposati a 24 anni, esattamente un anno dopo la laurea. Io ho insegnato sei anni poi ho smesso quando ho avuto la quarta bambina. Mio marito è giornalista e viviamo del suo stipendio. Quattro anni fa eravamo già in sette in un appartamento di 100 metri quadri quando sono rimasta incinta di Cecilia. Stringendo la cinghia e con un altro mutuo (ne abbiamo ancora per vent’anni), siamo riusciti a cambiare casa. Ora abbiamo 4 camere da letto, una cucina bella grande dove possiamo mangiare tutti insieme e una sala accogliente. Benedetta, Giuditta, Maria Chiara e Maddalena dormono insieme; Miriam con Cecilia e Riccardo, per ora, è da solo, vedremo quando Carolina sarà più grande. Per il parto di Carolina ho avuto tante difficoltà e temevo di perderla. Abbiamo fatto una novena a Rosetta e Giovanni e Carolina è nata bene, con un mese di anticipo, ma sta crescendo bene”.

“Devo dire che i nostri bambini sono più autonomi di altri della stessa età, hanno imparato presto a cavarsela da soli. I capricci li fanno anche loro (quando piangono tutti insieme vorrei scappare) a volte, bisticciano e se le suonano di santa ragione. Hanno imparato a fare a meno del superfluo, ad aiutare gli altri e poi in casa ci danno una mano con le piccole cose: rifanno il letto, preparano la tavola, buttano l’immondizia e aiutano i più piccolini a lavarsi e prepararsi. Le più grandi a volte vogliono qualcosa di particolare e, se possibile, cerchiamo di accontentarle. Le cose nuove si comprano soprattutto con i saldi e i vestiti si passano di fratello in fratello. Non ci riteniamo affatto diversi dagli altri. Qui attorno ci sono altre famiglie che hanno tanti bambini. Una ne ha dieci (e uno in affido) più grandicelli dei nostri e anche i loro sono molto più vivaci e maturi dei coetanei”.

Il marito e papà Davide mi dice: “Le mie figlie danno spazio alla loro creatività, creano piccoli oggetti (orecchini, collanine, braccialetti) e impazziscono per la cucina. Amano fare torte e biscotti da mangiare poi tutti insieme o con gli amici. In pratica non stanno mai ferme… Benedetta è un pesciolino e a settembre inizierà a fare nuoto a livello agonistico. Giuditta è vicecampionessa regionale di ginnastica artistica e Maddalena lo è a livello provinciale. Stanno trasformando anche casa nostra nella loro palestra… Miriam e Cecilia al momento si accontentano di giocare con libretti, bambole e passeggini, ma già promettono bene anche loro. L’entusiasmo delle sorelle le sta già travolgendo. In questa famiglia praticamente tutta al femminile vogliamo che Riccardo abbia il suo spazio. Il papà lo farebbe giocare sempre a calcio (gli ha regalato palloni di tutte le forme e colori) e gli sta trasmettendo la sua passione sfrenata per l’Inter! Insomma anche da noi si fa né più né meno di quello che si fa in una famiglia più piccola”.

“Tanti ci chiedono come facciamo a spostarci tutti insieme. E’ molto semplice: abbiamo comprato un pullmino da 9 posti e quando ci muoviamo carichiamo veramente di tutto. In vacanza (ovviamente mai in albergo) ci fermano ogni 2 passi e ci fanno sempre le solite domande (sono tutti vostri? come fate?) o osservazioni a volte fastidiose (chissà quanto guadagnate? adesso vi fermate vero?). Ecco, niente di tutto questo. Siamo una famiglia normalissima. Forse di diverso abbiamo una grande fede e un profondo amore l’uno per l’altro. E soprattutto sappiamo molto bene che non siamo altro che strumento della volontà di Dio. Il modo migliore per educare i figli è farne più di uno o due, almeno tre o quattro. Nella nostra famiglia, lo dicono tutti, c’è la gioia che è educativa del carattere. Abbiamo sempre pregato assieme. Se non si cerca la comunione con Dio, non è possibile affrontare la vita e rimanere sereni e pieni di speranza, nelle grandi difficoltà e sofferenze d’oggi”.

tratto dal blog di Piero Gheddo

Fonte: http://www.tempi.it/


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