by Jim Cymbala – La preghiera è fonte di vita per il cristiano, una vera e propria ancora di salvezza. Vivere senza la preghiera equivale ad avere fra le braccia una bambina e vestirla di tutto punto, ma la bambina non respira! Né ora né mai quei graziosi abitini saranno in grado di stabilire i segni vitali della bambina. È inutile parlare a qualcuno che si trova in stato comatoso.
Ecco perché oggi pur insegnando con grande enfasi alle chiese i risultati prodotti sono così limitati. L’insegnamento è utile solo se vi è modo di canalizzarlo a delle vite pronte a riceverlo. Se gli ascoltatori sono in coma spirituale, nonostante quello che stiamo dicendo sia giusto e dottrinalmente corretto, è impossibile parlare ed insegnare loro ciò che fa parte della vita spirituale.
I pastori e le chiese devono arrivare a comprendere che non possiamo considerarci dei cristiani del Nuovo Testamento se non abbiamo una vita di preghiera. Questa convinzione ci sgomenta un po’, ma con cos’altro Dio sarà in grado di fare breccia nei cuori? Riflettiamo su ciò che Atti 2:42 dice: “Essi erano perseveranti nel seguire l’insegnamento degli apostoli, nella comunione, nel rompere il pane e nelle preghiere”. Come possiamo notare, la preghiera risulta essere la normalità per la chiesa. Invocare il nome del nostro Signore è il quarto elemento della lista. Se la mia chiesa o la tua chiesa non stanno pregando, non dovremmo vantarci della nostra correttezza dottrinale o del numero di persone presenti la domenica mattina.
Mia moglie Carol ed io ci siamo detti più di una volta che se nella Brooklyn Tabernacle dovesse venir meno lo spirito di contrizione e diminuire il desiderio di invocare Dio, allora sapremo di avere un grosso problema, anche se avessimo 10.000 membri.
Durante un affollatissimo incontro di preghiera del martedì sera mi sono ritrovato circondato da un santo fragore fatto di preghiere ed intercessioni che riempivano la chiesa e che fuoriuscivano da ogni cuore lì presente. Mentre l’incontro stava giungendo al termine udii per caso delle mamme che intercedevano per i loro figli ribelli, uomini che chiedevano a Dio di aiutarli a trovare lavoro ed altri che ringraziavano Dio per aver risposto alle loro preghiere. In quel momento non potei fare a meno di pensare: “ciò che sto vivendo intorno a me è la cosa più vicina al paradiso che abbia mai sperimentato in questa vita. Non voglio che finisca adesso. Se mi invitassero alla Casa Bianca per incontrare dei dignitari, ciò non potrebbe mai farmi sentire la stessa pace e profonda gioia che sento qui alla presenza di gente che invoca Dio”.
Ti è piaciuto l'articolo? Sostienici con un "Mi Piace" qui sotto nella nostra pagina Facebook