Ho recentemente parlato con un ventenne che mi ha chiesto alcuni suggerimenti su come diventare più produttivo nel servire Dio.
Voleva pensare più in profondità e vivere più pienamente, e si chiedeva cosa potesse iniziare a fare per coltivare il tipo di vita che porterà frutti per il regno di Dio nelle decadi future.
Riflettendo sui miei venti anni, mi è venuta in mente una risposta. Ogni giorno, nel tempo libero che abbiamo a disposizione, abbiamo la scelta di consumare qualcosa, di creare qualcosa, o di coltivare qualcosa. Le pressioni di questo momento culturale ci spingono a consumare, ma c’è una vera necessità di avere più persone che creino e coltivino.
La scelta davanti a te
Alla fine di un lungo giorno di lavoro hai a disposizione un ampio ventaglio di scelte. In quel momento, la scelta più facile è di consumare. Guardi alcuni episodi della tua serie preferita su Netflix, o ammazzi il tempo uccidendo brutti ceffi in un videogame, o ti siedi e tifi la tua squadra preferita. Non c’è nulla di male in nessuna di queste attività ricreative. Abbiamo bisogno di tempo libero dal perseguire la produttività e l’efficienza. Siamo esseri umani, non macchine.
Ma credo che la più grande tentazione dei nostri giorni sia che ci muoviamo troppo facilmente tra l’efficienza meccanica del lavoro e il consumo meccanico di intrattenimento. Nel corso del tempo sviluppiamo l’idea che il consumo passivo è ciò per cui lavoriamo e viviamo.
Sicuramente siamo stati creati per qualcosa di più che affrontare la settimana lavorativa, quindi possiamo passare ore abbuffandoci di TV o giocando nel weekend! Sì, Dio ha creato in noi un ritmo di lavoro e riposo, ma è un errore credere che in natura il riposo sia sempre e solo di consumo. Il tempo di riposo può anche essere speso coltivando e creando.
Consumare, coltivare o creare.
Ecco le differenze che ho in mente:
- Consumare: la ricezione passiva del divertimento. In qualità di consumatori passiamo il tempo divertendoci con programmi televisivi, film, videogame, ecc. Queste attività richiedono poco sforzo.
- Coltivare: lo sviluppo intenzionale di qualcosa. Come coltivatori, ci impegniamo in qualcosa che richiede uno sforzo. Può essere lo sviluppo della mente attraverso la lettura o lo studio, o coltivare un’abilità o un hobby, o restaurare un’auto, o suonare uno strumento musicale, o lavorare in giardino. Queste attività richiedono fatica mentale o fisica mentre facciamo qualcosa del mondo che ci è stato dato. Per contro, queste attività ci arricchiscono.
- Creare: l’invenzione di qualcosa che non esisteva prima. Come creatori, lasciamo dietro di noi qualcosa di cui gli altri possono godere e beneficiare. Possiamo comporre della musica, scrivere una poesia, o un romanzo, o un articolo, o dipingere un ritratto.
Viviamo in una cultura che ci guida verso il consumo, non verso la creazione o la coltivazione. Il risultato è che riteniamo che creare sia il lavoro e consumare sia il riposo. Riteniamo che qualunque cosa che richieda uno sforzo debba essere stancante e faticoso. Così nel nostro tempo libero ci dirigiamo in modo naturale verso attività che sono le più facili e le più immediatamente gratificanti. Scegliamo la distrazione prima dello sviluppo.
Gustare gli aspetti creativi e di crescita.
Abbiamo bisogno di una generazione di giovani che resistano a questa tendenza e che guardino attraverso questo errore. Siamo umani, non robot. Possiamo allenarci a godere degli aspetti creativi e di crescita della vita, anche se richiedono uno sforzo.
Possiamo godere nel cucinare tanto quanto godere del cibo. Possiamo godere del lavoro in giardino tanto quanto godere nello stare seduti in terrazza in una serata estiva con il profumo dell’erba appena tagliata. Possiamo godere nel piantare fiori tanto quanto nell’ammirarli. Possiamo godere nello scrivere canzoni tanto quanto nel cantarle.
Trovare la gioia nel creare e coltivare non è naturale in una società che ci spinge a consumare, consumare, consumare. Il solo modo di sfuggire alla trappola del consumo è trascorrere il tempo libero scegliendo, ancora, ancora e ancora, di creare o coltivare qualcosa invece di solamente consumare.
Sii intenzionale
Nel libro The Tech-wise Family (La famiglia tecnologicamente saggia), Andy Crouch descrive come ha disposto i mobili nella sua casa per enfatizzare le attività che portano verso il creare cultura e non verso il consumo. Amo l’intenzionalità dietro questa pratica.
Ora, a differenza di Andy, la mia famiglia ha una televisione nel soggiorno, e la guardiamo. Io e Carina abbiamo dei programmi preferiti. A me piace giocare sul telefonino con mio figlio. Io e mia figlia adoriamo a guardare la televisione insieme. Non sono contro il consumo passivo. L’intrattenimento può essere parte di una vita ben bilanciata. Tutte queste attività possono trovare la loro giusta collocazione.
Ma abbiamo bisogno di una forte dose di intenzionalità su come passare il nostro tempo libero. Quanto spesso coltivi o crei qualcosa?
Il trucco è scegliere di creare o coltivare così spesso da iniziare a preferire di creare qualcosa invece di consumare. Una volta raggiunto questo punto, si arriva ad un livello in cui è improbabile ricadere negli schemi consumistici di tutti gli altri.
Affrontiamo una scelta ogni giorno, settimana, mese e anno. Creare, coltivare o consumare.
Se i cristiani scegliessero regolarmente i primi due e non l’ultimo, spiccherebbero in un mondo che conosce solo la gratificazione immediata del consumo e mostrerebbero al mondo la gioia del raggiungere il proposito umano del coltivare, mentre riflettiamo l’immagine di colui che ci ha creati.
(Traduzione a cura di Paola Rochira)
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