La voce di Cristo Filippesi 4:6,7 Non angustiatevi di nulla, ma in ogni cosa fate conoscere le vostre richieste a Dio in preghiere e suppliche, accompagnate da ringraziamenti. E la pace di Dio, che supera ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e i vostri pensieri in Cristo Gesù.
Se vi chiedessi – “Avete mai ucciso qualcuno, rubato un’auto, rapinato una banca, investito una persona e poi siete scappati via, tradito vostro marito o vostra moglie?” – probabilmente rispondereste – “No, mai!”.
Se, invece, vi chiedessi – “Vi considerate dei tipi ansiosi?” – è molto probabile che rispondereste – “Sì, molto”. Ma cosa c’entra l’essere ansiosi con il rubare, l’uccidere o il tradire…? La risposta la troviamo nella definizione di ansia.
Cosa non significa essere ansiosi
Essere ansiosi non vuol dire curarsi di qualcosa o preoccuparsi di farla nel modo giusto. Lo stesso apostolo Paolo era preoccupato per le chiese che aveva fondato, soprattutto quando venivano insegnate false dottrine o vi erano situazioni evidenti di peccato: in questi casi scriveva loro delle lettere molto specifiche, allo scopo di combattere i falsi insegnamenti o risolvere le situazioni peccaminose.
Essere ansiosi non vuol dire neanche fare dei piani per il futuro o essere prudenti e saggi nell’amministrazione dei nostri beni. La Bibbia ci insegna a fare progetti e a essere saggi nel gestire le nostre risorse (vedi Proverbi 6:6:11).
Dunque, possiamo concludere che Dio si aspetta da noi una preoccupazione giusta ed equilibrata per le cose che ci accadono.
Cosa significa essere ansiosi
Il termine “ansia” in greco significa “rottura o divisione interna che provoca distrazione” e indica uno stato d’animo che presuppone la presenza di una battaglia interna. Diventiamo ansiosi quando pensiamo troppo ai nostri problemi e ci preoccupiamo eccessivamente per le cose sulle quali non possiamo avere un controllo completo; essere ansiosi significa lasciarsi opprimere dal peso delle preoccupazioni e avere paura del futuro.
E’ triste constatare che alcuni credenti provano quasi piacere nell’essere ansiosi, ma la realtà è che secondo la Bibbia esserlo è un peccato. Ecco qual è il legame tra l’ansia e l’omicidio, il rubare e il tradimento: sono peccati!
Perché l’ansia è un peccato
Quando siamo ansiosi mettiamo in dubbio la cura di Dio per la nostra vita, quindi rifiutiamo di credere alla sua promessa di una continua provvidenza e protezione; Dio ci richiede di non essere ansiosi, quindi quando lo siamo veniamo meno a un suo preciso ordine (Matt. 6:25 e segg.). Ecco perché essere ansiosi è un peccato!
In Filippesi 4:6, 7 Paolo ripete l’ordine di Dio: “Non siate in ansietà per cosa alcuna, ma in ogni cosa le vostre richieste siano rese note a Dio mediante preghiera e supplica, con ringraziamento. E la pace di Dio, che sopravanza ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e le vostre menti in Cristo Gesù.”.
L’apostolo sta dicendo letteralmente “Smettete di essere ansiosi, toglietevelo dalla mente”, ma non si limita a questo perché insieme all’ordine ci dà il metodo. E’ interessante notare che il metodo di Dio per vincere l’ansia si racchiude in una sola parola: preghiera! Ci sono 3 motivi per i quali la preghiera è l’unico metodo per combattere l’ansia: primo perché
E’ UN ORDINE Dio ci ordina di pregare, non abbiamo bisogno di altre spiegazioni, è il metodo che lui ha scelto per affrontare l’ansia.
Vi siete mai chiesti quand’è che cominciamo a essere ansiosi? L’ansia nasce dal momento che ci accorgiamo di non essere capaci di affrontare un problema, perché è più grande di noi o perché non siamo in grado di averne il pieno controllo: è in quel momento che bisogna accettare il fatto che la responsabilità della sua soluzione non è nostra. Questo è il vero concetto della preghiera, cioè trasferire il nostro peso su Dio, perché la responsabilità di risolverlo è la sua!
Nel vs. 6 Paolo spiega in che modo dobbiamo trasferire i nostri pesi su Dio: con ringraziamento. Il ringraziamento non ci è stato dato come un optional della nostra preghiera, ma fa parte della volontà di Dio per la nostra vita (1Tess. 5:18). L’essere riconoscenti è una protezione, perché ci ricorda che tutto ciò che abbiamo è un dono di Dio e che quello che è stato in grado di fare per noi ieri, sarà in grado di farlo anche oggi e domani. Pregare con ringraziamento ci permetterà di accettare totalmente quello che Dio permette nella nostra vita.
Il secondo motivo per cui la preghiera è l’unico metodo per combattere l’ansia è perché essa
E’ COMPLETA Sempre nel vs. 6 Paolo dice di non essere ansiosi “per cosa alcuna”, ma di pregare “per ogni cosa”. La preghiera è completa perché non c’è niente che non possiamo portare a Dio, nessun problema è troppo pensante per lui, la sua ricetta per l’ansia funziona per ogni cosa: futuro, finanze, salute, figli, vita spirituale, un messaggio da predicare, un tesi da preparare… Ogni cosa fa parte di quello che possiamo portare al Signore in preghiera, niente è escluso. Questa certezza è fondata sul fatto che Dio è sovrano, ha tutto sotto controllo e sa perfettamente ciò di cui ogni suo figlio ha bisogno: “… il Padre vostro celeste sa che avete bisogno di tutte queste cose” (Matt. 6:31, 32).
L’ultimo motivo per il quale la preghiera è l’unico metodo per combattere l’ansia è perché essa
HA UNA MERAVIGLIOSA CONSEGUENZA Se seguiamo le istruzioni di Dio ci sarà un risultato meraviglioso nella parte più profonda di noi stessi, cioè nel nostro cuore: la pace di Dio (vs. 7). Notate che Paolo non dice che il problema sarà immediatamente risolto, ma che in mezzo al problema avremo la pace di Dio.
La pace di Dio descritta in questo versetto ha 6 caratteristiche.
E’ una conseguenza (“… e la pace di Dio…”). La pace di Dio è la conseguenza del comportamento descritto nel vs. 6: spesso non abbiamo pace nel cuore perché non mettiamo in pratica il vs. 6 e continuiamo a voler tenere tutto il peso del problema o parte di esso per noi, invece che trasferirlo completamente sul Signore. Questo significa che non basta pregare tanto per farlo (tipo formula magica), ma bisogna sinceramente e definitivamente liberarsi del peso. Non dipende dalla risposta. Paolo non fa nessun riferimento alla risposta alle nostre preghiere, quasi come se non fosse così importante, a dimostrazione del fatto che possiamo avere pace qualunque sia la risposta di Dio, persino se dovessimo attenderla a lungo. Non si può spiegare (“…sopravanza ogni intelligenza…”). E’ proprio vero: non si può spiegare come si possa avere pace nel cuore quando siamo sotto pressione, ma la pace di cui stiamo parlando non ha niente a che fare con il concetto umano di pace. La pace che Dio ci promette è indipendente dall’evolversi della situazione e quando sarà nel nostro cuore saremo spinti a chiederci: “Come è possibile?”. E’ impenetrabile (“…custodirà i vostri cuori e le vostre menti…”). Letteralmente significa che Dio costruisce una fortezza intorno al nostro cuore per proteggerlo: con questa pace nel cuore l’ansia non può vincerci perché è Dio stesso che sta facendo fortezza intorno al nostro cuore. E’ in Cristo Gesù. E’ questa la sua sfera di azione. Carey Hardy ha detto: “La pace di Dio è solo per quelli che hanno pace con Dio”, cioè per i Suoi figli. E’ la pace di Dio. Nel testo originale greco l’espressione “la pace di Dio” indica “la pace che viene dalla sorgente”, cioè da Dio stesso. Dio non è ansioso e la pace che noi riceviamo è la stessa pace che risiede nel suo cuore, quella che fa parte del suo essere e che lui è disposto a darci. L’ordine di Dio è chiaro: non siate ansiosi per nulla! La preghiera sarà la nostra arma vincente, spetta a noi decidere se utilizzarla o continuare a lasciarci opprimere dall’ansia.
Di Rita Falletta (notiziecristiane.com)
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