Ma ecco, essi non mi crederanno e non ubbidiranno alla mia voce, perché diranno: “L’Eterno non ti è apparso”.
Esodo 4:1
La domanda che almeno una volta abbiamo rivolto al Signore è: “Cosa vuoi che io faccia?”. Un interrogativo cruciale e carico di attesa, che può tramutarsi in ansia, e, se non trova risposta, in confusione e smarrimento. Abbiamo costantemente bisogno di discernere quali scelte attuare, cosa preferire o rinunciare, per non commettere errori o percorrere sentieri lontani dalle vie del Signore. Nello stesso tempo, nulla è più complesso dell’afferrare il volere divino. Come posso essere certo che non sia frutto dei miei desideri? Non è affatto facile riconoscere con chiarezza la volontà di Dio nella propria vita, almeno per me. Comprendere la volontà di Dio richiede umile preghiera e tanto discernimento, tempo (non quantificabile) e molta prudenza. Il discernimento si basa su più punti, se tutti i punti confermano la nostra intuizione allora si può procedere a compiere delle scelte in quella direzione, ma senza mai rinunciare alla cautela.
Non dovette essere semplice per Mosè fare i conti con l’esperienza del roveto, ma quella voce non risultò estranea. Nelle Scritture sovente uomini vocati ad una missione si ritrovano nel deserto, il luogo del silenzio in assoluto, per esercitare innanzitutto l’ascolto: ascolto della Parola di Dio e la sua risonanza nella parte più profonda di noi stessi. Il pastore di Madian replicò ad ogni affermazione, opponendo le sue resistenze, ma dovette piegarsi a JHWH e caricarsi dell’impresa di condurre un popolo fuori dall’Egitto. Non tutti saremo vocati a compiere gesta simili, ma fino a quando non avremo chiaro il nostro scopo, forse vagheremo perdendo il gusto dell’esistenza. Tutti però auspichiamo percorsi di vittorie e conquiste, il raggiungimento di grandi risultati, ed ignoriamo che lo stesso Mosè non entrò in Canaan. Prima di allora, occorre finire faccia a terra, come Paolo sulla via di Damasco. Dopo il deserto c’è sempre un viaggio da compiere e una fatica da profondere con tutti i rischi annessi e connessi, ma la voce ascoltata infonderà la sicurezza necessaria. Il punto è essere certi di aver ascoltato proprio la Sua voce e di non essere preda di desideri propri o vittima inconsapevole di qualche “pifferaio”.
Dio parla in modi diversi e non sempre in maniera eloquente, ed è per questo che dobbiamo imparare a riconoscere i suoi linguaggi. Si può servire di tutto e di chiunque per chiamare a conversione, per avvicinare i lontani, per riscaldare i tiepidi, per andare incontro a quanti desiderano amarlo e seguirlo, e non ha mai un cliché predefinito, e da noi riconoscibile. In questo tempo particolare, credo siamo in tanti di noi ad avvertire un crescente bisogno di comprendere il volere di Dio, per questo con cuore disponibile e umile chiediamo: “Signore, cosa vuoi che faccia?” Negli anni ho imparato a riconoscere alcuni tratti distintivi del Suo parlare per rivelarci il Suo volere, delle modalità specifiche che usa nel concreto. Spero possano esserti utili. Assicurati che ci siano tutti, perché l’uno non esclude l’altra, ma assieme possono rendere la voce più forte e chiara.
Dei fatti concreti. Situazioni che si concretizzano come coincidenze, ma che un cuore credente potrebbe definire “Dio-incidenze”, in quanto manifestazioni del Suo imperscrutabile disegno. Senza affannarti nella ricerca, troverai lungo il tuo cammino le persone giuste, anzi queste persone ti verranno incontro. Le occasioni nascono da sole, senza artificio alcuno. E se una porta si chiude, non ti getterà nello sconforto, perché ad una chiusura corrisponderà presto un’apertura altrove se è quella la strada da perseguire. In tutto trovi conferma nella parola di Dio e trovi una sensazione di pace, anche quando si tratterà di riconoscere una negazione.
La Parola di Dio. La lampada per diradare tenebre e nubi di dubbio resta unicamente la Bibbia. Attraverso una predicazione o una meditazione personale la Parola echeggerà nel profondo spingendoci oltre le nostre resistenze se siamo titubanti, oppure fugando le nostre certezze se stiamo rincorrendo il nostro ego. Mosè, Giosuè, i giudici, Elia, Eliseo, e quanti altri sono passati al bivio della Parola, ossia di Dio che parla. Consiglio di fare attenzione da quale pulpito giunge il messaggio perché non sempre si tratta di “oro colato” e resta possibile ascoltare un’asina come Baalam.
Una Conferma. Quanto maturato dovrebbe essere posto al vaglio di un responsabile, una persona con maggior esperienza e di degna fiducia. Questo potrebbe essere un passaggio equivocabile o contestabile, ma ritengo sia un ulteriore punto per non sbagliarsi. Comunque resta un elemento ulteriore per frenare eventuali impulsi temporanei. Ricorda che la fiamma dovrà ardere nel tuo interiore, e se è tale come Isaia potrai solo dichiarare: “Eccomi!”
Elpidio Pezzella
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