Conforto attraverso la lettura della Bibbia

539La fede viene dall’udire e l’udire si ha per mezzo della parola di Cristo” ci dice l’apostolo Paolo (epistola ai Romani cap. 10 verso 17). Inoltre il primo comandamento dato da Dio ad Israele fu: “Ascolta Israele…” (Deuteronomio 6: 4).

L’ascolto della parola di Dio è fondamentale perché l’uomo possa arrivare ad avere un rapporto ed una relazione con Lui.

Adamo ascoltava giornalmente la voce di Dio  che passeggiava nel paradiso terrestre e finchè si dispose ad ascoltare Dio egli ebbe il privilegio di mantenere la comunione con il suo Creatore.

Poi Adamo peccò (la Bibbia definisce tale esperienza ‘caduta’, perché appoggiandosi su stesso – ossia sul proprio discernimento, anziché su Dio – l’uomo cadde e venne meno rispetto al cammino di gloria e rivelazioni gloriose che Dio aveva in serbo per lui) e ruppe quel rapporto di comunione con Dio. Ma Dio lo chiamò: “Adamo dove sei”? Già, perché dopo aver peccato l’uomo cercò di nascondersi da Dio. Il peccato, infatti, genera il senso di colpa e questa o viene confessata (quando si ha un buon rapporto con Dio – un rapporto di fiducia e amore -) o, altrimenti, ci porta a chiuderci in noi stessi e ad allontanarci da Dio (per paura del suo giudizio – che in realtà vuole essere una chiarificazione (infatti la Bibbia dice che “Dio corregge quelli che ama” – Ebrei 12: 6 -).

Persa la comunione e rotta la relazione con Dio (da parte dell’uomo) forse Dio non riprovò più a riallacciare il rapporto con la sua creatura? Nella Bibbia leggiamo a tal proposito le seguenti parole:

“Dio, dopo aver anticamente parlato molte volte e in svariati modi ai padre per mezzo dei profeti, in questi ultimi giorni ha parlato a noi per mezzo di suo Figlio, che egli ha costituito erede di tutte le cose, per mezzo del quale ha anche fatto l’universo” (Ebrei 1: 1, 2).

Dio sa che senza di Lui noi saremmo smarriti, perciò non vuole lasciarci errare e vagare come pecore che non hanno pastore. Mi colpisce la lettura delle parole in cui Gesù – vedendo le folle – dice che ne ha compassione, perché le vede come pecore senza pastore. E, perciò, si mette ad insegnare loro molte cose (Marco 6: 34). Dio non vuole che ci perdiamo e sa che solo attraverso l’ascolto della sua voce potremo non smarrirci.

Ma dove possiamo udire ed ascoltare la Sua Voce? Il mondo è pieno di voci, che vorrebbero tirarci da una parte e dall’altra. Ma, onestamente, chi fra tutti ha l’interesse di vederci salvati? Chi fra i tanti può dire di amarci fino al punto di avere dato la sua vita per noi?! Solo Gesù ha detto: “Nessuno ha amore più grande di colui che dà la sua vita per i propri amici” (Giovanni 15: 13). Ma Gesù non l’ha soltanto detto, ma l’ha fatto.

Per indicare il rapporto di intimità che Gesù vuole instaurare con gli uomini e le donne che lo seguiranno lui dice queste altre parole: “Le mie pecore ascoltano la mia voce, ma la voce di un estraneo non la seguiranno” (Giovanni 10:5). Questa è intimità, intimità spirituale. Per esprimere un tale rapporto di intimità Gesù ha usato più volte le immagini del pastore e delle pecore, per dire che il pastore conosce le sue pecore e queste, a loro volta, conoscono lui. A coloro che pervengono a tale grado di intimità Gesù fa una promessa: “Nessuno le rapirà (con un riferimento spirituale alle pecore, cioè alle persone umili e fiduciose nella cura del pastore) dalla mia mano, perché il Padre che me le ha date è più grande di tutti” ( Giovanni 10: 28, 29).

Queste parole di Gesù infondono fiducia, perché indicano la soluzione a quel problema della caduta dell’uomo e della conseguente rottura del rapporto tra la creatura e Dio. Dunque la ripresa del contatto, del rapporto e della fiducia ci può venire dall’ascolto della parola stessa di Dio, in cui si trovano i pensieri e le intenzioni di Dio, riguardo alla sua volontà di voler ritrovare l’uomo che si è smarrito seguendo le proprie vie ed i propri pensieri. Ma il modo di esprimersi del divino pastore (Gesù), che parla di un tenero rapporto tra lui (il pastore) e gli uomini (le pecore, tra cui lui non fa distinzioni, prendendosi cura di tutti), è tale da infondere fiducia in chiunque di noi avesse perso la strada, la fiducia o la speranza di poter ritrovare la strada che porta a Dio. Infatti in queste altre parole di Gesù (“Io sono la via, la verità e la vita; nessuno va al Padre se non per mezzo di me”- Giovanni 14: 6), scopriamo qual è la via per andare o ritornare a Dio!

E che Gesù abbia l’intenzione di invitarci a percorrere la sua strada ce lo attestano queste altre parole del divino Salvatore: “Venite a me voi tutti che siete travagliati, aggravati ed oppressi ed io darò riposo alle anime vostre” ( Matteo 11: 28). Lui, dunque, ci invita; e questo vuol dire che si dimostra come un Signore disposto a per-donarci. D’altra parte egli stesso specificando lo scopo della sua missione ci dice: “Io sono venuto per salvare ciò che era perduto” ( Luca 19: 10).

Quanti pensieri nel cuore dell’uomo gli procurano affanno, dubbi, perplessità e  stanchezza. Ma non sono questi, forse, tutti segni e sintomi del fatto che l’uomo ha smarrito e perso quel rapporto di intimità con Dio che, solo, potrebbe fargli riacquisire quel senso di fiducia e di speranza? E non sono proprio le parole del Signore idonee ad infondere nel cuore dell’uomo proprio questo senso di fiducia e di speranza?! Non per nulla all’udire le parole del Signore Pietro disse: “Signore a chi ce ne andremo noi; tu solo hai parole di vita eterna”!

Attraverso queste poche righe abbiamo voluto riflettere un pochino sulla preziosità dei pensieri di Dio per noi, pensieri capaci di infondere speranza e fiducia nel cuore dell’uomo. Non per nulla il salmista dice: “ Quanto mi sono preziosi i tuoi pensieri, o Dio” (Salmo 139: 17). Se attraverso queste poche righe ci siamo edificati, quanto più potremo edificarci facendo della lettura della parola di Dio (la Bibbia) il nostro pane quotidiano spirituale!

Qualcuno a volte pensa che il pane materiale sia qualcosa di prioritario rispetto a quello spirituale e si affanna per procurarsi il cibo materiale, trascurando di ricercare quello spirituale. Ma quanti casi si sentono di persone che deboli spiritualmente non hanno poi, di conseguenza, neanche le forze fisiche per dedicarsi al lavoro materiale. Il nostro intero essere (fatto di corpo, anima e spirito – 1 Tessalonicesi 5: 23 -) deve trovare un armonioso sviluppo. E il consiglio per tale armonioso sviluppo (che si realizza quando alla stanchezza ed allo stress si sostituiscono il riposo, la calma e la fiducia) ci viene dalle seguenti parole del Signore: “Cercate prima il regno di Dio e la Sua giustizia e tutto il resto vi sarà sopraggiunto” (cioè aggiunto sopra) – (Matteo 6: 33).

Quale dono Dio ci ha fatto e ci fa ogni giorno attraverso la possibilità di accostarci a Lui attraverso la lettura della Sua Parola! Caro lettore leggi giornalmente la Bibbia. Vedrai che sarai edificato spiritualmente e poi anche materialmente, poiché Dio è in grado di rinnovare la nostra mente, e darci – quindi – nuove prospettive e nuovi orizzonti (o come dice meglio la usa parola “Nella difficoltà Egli saprà indicarci la via d’uscita” – 1 Corinzi 10: 13 -).

Si, fratelli e sorelle care, possiamo ben dire col salmista “Quanto mi sono preziosi i tuoi pensieri, o Dio”!

Enzo Maniaci – notiziecristiane.com

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