Come vive un genitore la conversione di un figlio

psicoterapia-adolescenti-e-genitoriAbbiamo letto alcune testimonianze di giovani nati nella chiesa che hanno seguito l’esempio dei loro genitori e per grazia sono diventati figli di Dio. Per qualche genitore non è stato facile vivere la conversione del proprio figlio, ma il Signore l’ha aiutato e gli ha donato la vittoria.
Non ho gioia più grande di questa: di sentire che i miei figli camminano nella verità” (3 Giovanni 4). Questo era, ed è ancora, il desiderio del mio cuore: speravo di vedere crescere i miei figli nelle vie del Signore e di vederli un giorno servire il suo nome.
Quando erano piccoli erano contenti di andare alla Santa Scuola, di frequentare i culti; a casa imitavano le loro monitrici nella lode e c’era chi andava a scuola con la Bibbia per dimostrare al suo insegnante che l’uomo è stato creato da Dio, e non  si è evoluto da una scimmia. Talvolta invitavano i loro amici a casa per “fare la Santa Scuola” e lasciavano i loro giochi per pregare e imparare le storie della Bibbia. A casa spesso suonavano e insieme si cantavano le lodi al Signore, si pregava e si leggeva la Parola di Dio. I miei figli correggevano persino i miei sbagli e mi dicevano: “Mamma non si dice, non si fa”. Il Signore ci benediceva e consolava il mio cuore, e tramite loro mi dava la forza per andare avanti.

Crescendo, i miei figli erano ancora entusiasti di uscire nelle piazze per l’evangelizzazione, si incontravano volentieri con altri giovani della chiesa, insieme gustavano la presenza di Dio e le sue benedizioni. Ero sicura che avrebbero seguito il Signore, ma poco per volta cominciarono le mie preoccupazioni. Non desideravano più come prima le cose del Signore, ma erano attirati dalle cose del mondo, dalle amicizie fuori della chiesa; non volevano più sentirsi tanto diversi dagli altri ragazzi che frequentavano a scuola. Erano sì della religione evangelica, ma non seguaci di Cristo, venivano ancora in chiesa, ma quando dicevo loro di pregare o di leggere la Bibbia erano infastiditi dalle mie parole.

I miei sogni andavano in frantumi ed ero delusa del loro comportamento. È difficile non poter più parlare, ma dover tacere e pregare. È difficile guardarli mentre amano sempre più le cose del mondo e si allontanano da Dio. Ricordo che una sera, mentre ci stavamo preparando per andare in chiesa, c’era chi sbuffava e io ero stanca, ma il Signore mi disse: “Non temere, io sto per compiere un’opera”. Sì, Dio stava per compiere un’opera che io non vedevo, ma i miei occhi dovevano essere solo su di Lui e non sui miei figli. Pensavo di riuscire a convincerli a non allontanarsi dalla chiesa e ho rischiato di allontanarmi anch’io con loro.

Quello che ho poi compreso è che la salvezza appartiene all’Eterno e i miei figli non erano nati di nuovo. Solo Dio può compiere questo grande miracolo nella loro vita, a me spetta di continuare a pregare per loro. Il Signore ha consolato il mio cuore perché ha scelto mia figlia per servirlo nella sua opera. Dio è fedele e mantiene le sue promesse scritte nella Bibbia: “Poiché io spanderò acqua sull’assetato e ruscelli sulla terra arida; spanderò il mio Spirito sulla tua progenie e la mia benedizione sui tuoi discendenti” (Isaia 44:3).

I figli sono un dono del Signore, non sono nostri, ma suoi. È una gioia per noi vederli crescere e ci rallegrano il cuore, ma poi si trema e si soffre per loro.
Noi genitori incoraggiamoci a restare fermi ed aggrappati alla roccia che è Cristo per continuare a pregare per la loro salvezza perché è la cosa più importante che possiamo fare per la vita dei nostri figli. Preghiamo che cerchino prima il Regno di Dio e il Signore ci dice che tutto il resto sarà loro sopraggiunto.
Ho anche capito che anche quando il Signore li chiama ad essere suoi figli, hanno ancora bisogno della nostra preghiera che li sostiene e li aiuta ad affrontare ogni difficoltà.

Invece per coloro che sono cresciuti tra le nostre braccia in chiesa e ora non li vediamo vicini a noi, non stanchiamoci di chiedere al Signore che usi misericordia verso di loro. Anche oggi aspettiamo quel giorno nel quale possiamo dire: “Questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato” (Luca 15:24).
Che Dio ci benedica!

Fonte: http://www.betaniachiesaevangelica.it/


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