Lo storico Nicholas Thomas Wright (nato il 1 dicembre 1948), teologo inglese è uno dei principali studiosi del Nuovo testamento ed autore prolifico. E’ considerato uno dei maggiori interpreti della cosiddetta “Terza ricerca del Gesù storico”, egli attraverso prove stoiche valide conferma l’evidente esistenza di Gesù puntando le sue ricerche negli anni dal 20 fino a circa il 30 del primo secolo, periodo del giudaismo. Afferma che Gesù è un personaggio davvero molto ben documentato dalla storia reale e dichiara che è arrivato a tale certezza non attraverso i soli versetti biblici dei Vangeli, ma che ha scavato molto più in profondità, analizzando come i giudei del primo secolo abbiano compreso Dio e il suo agire nel mondo. Essi, (i giudei del primo secolo), ai tempi di Gesù parlano di un unico Dio come creatore del mondo, come Dio di Israele e come presente nel mondo che compie azioni sulla terra. Parlano di ciò in cinque modi:
1) Parlano della Parola di Dio in questi termini: Dio parlò e così creò, Dio disse “Luce sia” ed ecco la luce. La Parola di Dio è così viva e attiva;
2) Parlano della saggezza di Dio attraverso le Scritture, in particolare nei Proverbi del re Salomone ma anche in molti altri passi;
3) Parlano della gloria di Dio che risiede nel Tempio, e che per gli ebrei di quel tempo era l’incarnazione del Creatore dell’universo;
4) Parlano della legge di Dio che è perfetta e attraverso la quale Egli si fa conoscere;
5) Parlano dello Spirito di Dio che è insito negli umani (come nel caso di Sansone nel libro dei giudici), per far sì che possono compiere azioni straordinarie per la gloria di Dio.
Attraverso questi cinque passi i giudei esprimono di riconoscere Dio come l’Eterno e il Creatore del mondo e come presenza attiva nel mondo stesso, in particolare in Israele. Questo lo vediamo sia nell’Antico Testamento, sia nell’impronta lasciata dal giudaismo del primo secolo, sia nei rabbini, sia nei manoscritti del Mar Morto e sia in altri testi simili.
Attraverso i Vangeli, Wright, scopre che Gesù si “comporta”, come se questi cinque passi diventassero un’unica realtà attraverso la sua persona e in un nuovo senso, cioè attraverso quello che Egli compie. Gesù parla in varie occasioni della saggezza di Dio; in merito al Tempio si comporta come se Egli fosse il Tempio in persona; per quanto riguarda la legge Egli, la rivendica annullandone il modo in cui era compresa fino a quel tempo e dandone una nuova interpretazione; infine sullo Spirito Egli si comporta in modo da lasciare intendere che tutto ciò sta accadendo veramente e lo fa’ nelle vesti di persona. E’ attraverso la persona di Gesù, che la grande storia su Dio assume un senso concreto in quando sta con la sua gente in forma umana. Wright arriva a scoprire che, anche, la resurrezione di Cristo ha delle tracce sul cristianesimo antico, in fatti i primi cristiani dissero:
1) che attraverso una persona quest’evento doveva accadere , questa è un’innovazione radicale alla quale tutti i cristiani credettero;
2) che la resurrezione implica una trasformazione del corpo fisico, essi ne parlano come un nuovo tipo di fisicità, un nuovo tipo di incarnazione che certamente non è corporale;
3) erano convinti che il Messia fosse risorto dei morti;
4) usano l’idea di “resurrezione” in un contesto radicalmente innovativo, mutandone la sua forma rispetto la visione ebraica,
5) i primi cristiani pensano alla “resurrezione” come qualcosa dove partecipa realmente il popolo di Dio collaborando in modo da anticipare quel mondo che Dio costruirà’;
6) la “resurrezione” nel giudaismo passa dall’essere una dottrina fra tante a divenire il centro di tutto passando cosi’ da un posto periferico ad un posto centrale;
7) settimo e ultimo punto, nel giudaismo c’è un solo punto di vista di cio’ che avviene dopo la morte ed è la “resurrezione”.
Wright riconsidera dunque questi importanti passi di fede e come studioso si pone un punto di domanda: “Perché tutti gli antichi cristiani a noi noti, fin dai primissimi tempi di cui abbiamo traccia, hanno questa nuova visione della resurrezione”?
La fede nella resurrezione dei primi cristiani ci aiuta a comprendere che accadde qualcosa di ben preciso. I racconti sulla resurrezione racchiusi nei Vangeli sono la chiave stoica comprovante che il materiale trascritto dalla tradizione orale non ha subito alcuna alterazione ma leggere revisioni che non incidono alcun cambiamento nella sostanza e questo è di enorme importanza.
Il primo ritratto riguarda la persona di Gesù e la sua resurrezione e vengono narrati nei Vangeli e attraverso i quali gli storici spiegano questo fenomeno straordinario di una tomba trovata vuota e più esattamente nota per essere la “tomba esatta” e il secondo dalle apparizioni di Gesù risorto, entrambe le cose sono accadute, Wright ne ha la certezza attraverso le varie documentazioni stoiche e attraverso anche i dati stoici dei discepoli che hanno avuto un’esperienza personale con Gesù e dei quali ci sono molti riscontri. Wright da storico ha esaminato tutte le ipotesi possibili che ha letto ovunque nella letteratura, comprendendone nel modo migliore i fenomeni nella loro dimensione in cielo e in terra contemporaneamente e la spiega con la resurrezione di Gesù.
Luisa Lanzarotta – notiziecristiane.com
Sostieni la redazione di Notizie Cristiane con una donazione, clicca qui