Come passare dal perdono alla riconciliazione

Mi chiese scusa, ma è almeno la decima volta che fa così!

Non so più cosa fare.

Mi è sempre stato detto che è un mio dovere cristiano perdonare, e solo Dio sa quante volte io ci abbia provato, ma ogni volta che lo perdono, cambia atteggiamento per un po’ e poi torna a comportarsi nello stesso modo.
Sento nel profondo che sto gestendo le cose nel modo sbagliato. Non cambia veramente mai, e io mi arrabbio sempre di più per questo.

Che cosa dovrei fare?

Vi suona familiare? Incontro sempre persone che ogni volta cercano di perdonare qualcuno che li ha feriti ripetutamente. Loro sanno che il perdono è un loro dovere cristiano, ma spesso pensano che questo porti gli altri a ingannarli o a trarre vantaggio dalla loro bontà. Hanno anche il sospetto che questo continuo perdonare autorizzi il perpetuarsi di comportamenti egoisti delle persone che cercano di perdonare.

È veramente questo il perdono?

È possibile perdonare qualcuno ma non riconciliarsi allo stesso tempo? Dovremmo imparare la differenza tra perdono e riconciliazione. Dio chiede sempre di perdonare, ma questo non vuol dire che ci debba sempre essere una riconciliazione.

Gesù disse chiaramente che Dio non perdona i nostri peccati se noi non perdoniamo quelli che peccano contro di noi “Perché, se voi perdonate agli uomini le loro offese, il vostro Padre celeste perdonerà anche a voi; 15 ma se voi non perdonate agli uomini le loro offese, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre” (Matteo 6:14-15). “E quando vi mettete a pregare, se avete qualcosa contro qualcuno, perdonate affinché anche il Padre vostro, che è nei cieli, perdoni i vostri peccati” (Marco 11:25).

Questo non vuole dire che noi ci guadagniamo il perdono di Dio perdonando il prossimo; anzi, Dio si aspetta che coloro i cui peccati sono stati perdonati perdoneranno a loro volta (Matteo 16:21-35).

In ogni caso, perdonare è diverso da riconciliarsi. È possibile perdonare qualcuno senza offrirgli un’immediata riconciliazione. È possibile che il perdono avvenga in un contesto in cui non vi sono contatti con la persona interessata. Tuttavia la riconciliazione s’incentra nel ristorare le relazioni danneggiate. E quando la fiducia è stata tradita profondamente, questo processo richiede tempo… a volte anche molto tempo!

A differenza del perdono, la riconciliazione è spesso condizionata dall’atteggiamento e dalle azioni della persona che ha commesso l’offesa. Nonostante il suo scopo sia ricostruire relazioni rotte, chi commette offese significativamente gravi e ripetute nel tempo deve essere disponibile a riconoscere che la riconciliazione è un processo. Se si pentirà veramente, riconoscerà e accetterà che le ferite causate richiedono tempo per guarire.

In molti casi, anche se si confessa il torto alla persona ferita e si chiede il perdono, la persona offesa potrebbe benissimo dire: “Io ti perdono, ma potrebbe volerci un po’ di tempo per riguadagnare la mia fiducia e ristorare il nostro rapporto”.

La prova del vero perdono è la libertà personale da una risposta vendicativa o rancorosa (Romani 12:17-21), ma non sempre si manifesta in un restauro automatico del vecchio rapporto.

Anche quando Dio perdona i nostri peccati, tuttavia Egli non promette di spazzare via ogni conseguenza creata dalle nostre azioni. Nonostante ciò, essere perdonati, ristorati e di nuovo degni di fiducia è un’esperienza magnifica, ma è importante capire, per coloro che feriscono altri, che le loro azioni e il loro comportamento influenzerà il processo di ricostruzione della fiducia.

Le parole da sole non sono quasi mai sufficienti per riguadagnare la fiducia.

Quando qualcuno è stato ferito profondamente ed esita di fronte al riconciliarsi con la persona che l’ha offeso, è giusto e saggio osservare i cambiamenti di quest’ultimo prima di permettere che questo processo inizi.

Il tempo necessario per la riconciliazione

Il processo di riconciliazione dipende dall’atteggiamento di chi ha offeso, dalla profondità del tradimento subito e dall’offesa stessa. Quando la parte ferita cerca la riconciliazione, il primo passo importante è la conferma di un pentimento reale da parte del colpevole: “State attenti a voi stessi! Se tuo fratello pecca contro di te, riprendilo; e se si pente, perdonagli” (Luca 17:3). Se ciò non avviene egli proverà a rigettare il desiderio dell’offeso di confermare la veridicità del pentimento e della confessione. Possono essere usate manipolazioni come “Immagino che per te sia troppo difficile perdonarmi”, oppure “Credevo che i cristiani dovessero mostrare amore e compassione verso il prossimo”.
Purtroppo questo linguaggio rivela un cuore che non si è affatto pentito!
Non farti manipolare in questo modo, questo è solo un trucco per evitare che la confessione e il pentimento di quella persona siano confermati nella loro autenticità. In casi difficili sarebbe meglio avere qualcuno accanto che può consigliarti, che capisce la differenza tra perdono e riconciliazione. In questo modo la persona che è stata ferita può essere aiutata a capire quando è il momento giusto e quali sono i passi per la riconciliazione, senza incorrere in gesti vendicativi.

È difficile ristorare una relazione danneggiata quando il colpevole dell’offesa non è chiaro riguardo alla sua confessione e al suo pentimento. Dovremmo lottare per essere sicuri al cento per cento che il pentimento di colui che ci ha ferito – specialmente nei casi in cui l’offesa viene ripetuta svariate volte.
Neanche Dio garantisce il perdono a coloro che non sono sinceri riguardo alla loro confessione di peccato e pentimento. Colui che non riesce a perdonare i suoi peccati non troverà perdono presso Dio (Proverbi 28:13).

Certo, solo Dio conosce i cuori, ma noi dobbiamo valutare le azioni. Gesù disse: “Li riconoscerete dai loro frutti” (Matteo 7:16). Non dobbiamo permettere che l’apparenza di un pentimento superficiale controlli le nostre risposte. Mostrare le lacrime o far finta di essere dispiaciuti non possono sostituire un vero cambiamento di atteggiamento e comportamento.

I segni del vero pentimento

Ci sono 7 segnali che indicato che la persona responsabile per un’offesa si è pentita veramente:

  1. Accetta di dichiararsi pienamente responsabile delle sue azioni (invece di dire: “Visto che pensi che abbia fatto qualcosa di sbagliato…” oppure: “Se ho davvero fatto qualcosa che ti ha offeso…”).
  2. Accetta di rispondere delle sue azioni ad altri.
  3. Non continua con il suo comportamento a ferire, o con nessun’altra azione correlata.
  4. Non si atteggia in modo difensivo riguardo al fatto di essere nell’errore.
  5. Non rigetta o ridimensiona il suo comportamento offensivo.
  6. Non è infastidito se si mostrano dubbi riguardo alla sua sincerità o al bisogno di mostrare sincerità – specialmente in casi in cui l’offesa è ripetuta nel tempo.
  7. È disponibile a risarcire il danno quando necessario.

Scrive John R. W. Stott in Confess Your Sins (Lett.: Confessa i tuoi peccati):

Se possiamo ristorare completamente un’intima amicizia con un fratello peccatore e non pentito, non riveliamo la profondità del nostro amore, ma la sua vacuità, perché non facciamo qualcosa per il suo bene ultimo. Il perdono che bypassa il bisogno di pentimento non viene dall’amore ma dal sentimentalismo.

Dieci linee guida per chi esita a procedere con la riconciliazione

Quelli che sono stati seriamente (e ripetutamente) feriti possono mostrare una giusta esitazione riguardo al riconciliarsi con chi li ha offesi. Quando però questi ultimi sono realmente pentiti, è importante aprire le porte alla restaurazione della relazione (a meno che non vi siano delle questioni di sicurezza in ballo). Gesù parlò della riconciliazione con un senso di urgenza (Matteo 5:23-24). Se esiti a procedere verso la riconciliazione, cerca di seguire queste dieci linee guida:

  • Sii onesto riguardo alle tue motivazioni. Assicurati che il tuo desiderio sia piacere a Dio e non avere vendetta. Inquadra la questione del perdono (come fece Giuseppe) nel contesto della tua relazione con Dio. Non ci deve essere rancore nel processo di riconciliazione.
  • Sii umile nei tuoi atteggiamenti. Non lasciare che l’orgoglio rovini tutto. Rinuncia a ogni possibile azione vendicativa verso l’altro. Per esempio, non dobbiamo chiedere a una persona di guadagnarsi il suo perdono. Non si deve guadagnare il perdono, si deve invece lavorare per raggiungere una vera riconciliazione. Questo ovviamente richiede umiltà. Chi si concentra su ritorsioni e vendetta ha dato il controllo all’orgoglio egoista.
  • Prega per la persona che ti ha ferito. Gesù insegnò ai suoi discepoli a pregare per quelli che li maltrattavano: “Benedite coloro che vi maledicono e pregate per coloro che vi maltrattano” (Luca 6:28). È meraviglioso come il nostro comportamento verso un’altra persona possa cambiare quando preghiamo per lei. Prega anche per avere forza nel proseguire il percorso di riconciliazione (Ebrei 4:16).
  • Sii disponibile ad ammettere gli sbagli che hanno contribuito al problema. Come scrive Ken Sande nel suo libro The Peacemaker: A Biblical Guide to Resolving Personal Conflict, anche se non sei stato tu a iniziare una disputa, la tua mancanza di comprensione, le tue parole poco chiare, l’impazienza, o il fallimento nel rispondere in maniera amorevole potrebbe aver aggravato la situazione. Quando accade questo, è facile comportarsi come se i peccati dell’altra persona cancellassero i tuoi, il che ti lascia in un atteggiamento di presuntuosa auto-giustezza che può ritardare il tuo perdono. Il modo migliore per superare questa tendenza è esaminare attraverso la preghiera il tuo ruolo nel conflitto, e poi scrivere tutto quello che hai fatto, o che potevi fare, e che potrebbe essere un fattore per aiutare il processo. Un passo del genere, però, non vuole promuovere l’idea di una colpa eguale in tutte le situazioni (Matteo 7:1-6).
  • Sii onesto con chi ti ha ferito. Se hai bisogno di tempo per assimilare la realtà di cosa è stato detto o fatto, esprimilo onestamente alla persona che ti ha ferito. Non dobbiamo usare il tempo come un mezzo manipolatorio o punitivo.
  • Sii oggettivo riguardo alla tua esitazione. Forse hai delle buone ragioni per esitare di fronte alla riconciliazione, ma esse devono essere oggettivamente dichiarate. A volte, per esempio, confessioni e offese ripetute nel tempo rendono comprensibilmente difficile la ricostruzione della fiducia reciproca. Questa è una preoccupazione oggettiva. Definisci chiaramente le ragioni che ti portano a dubitare della sincerità dell’altra persona.
  • Definisci chiaramente le linee guida per procedere con la restaurazione della relazione. Stabilisci delle linee guida chiare. Richieste come il risarcimento possono essere comprensibili e includere anche fattori come il mantenimento della responsabilità finanziaria, mantenere un lavoro, o ricercare un trattamento efficace contro l’abuso di sostanze.
  • Stai attento agli schemi di Satana. In Efesini 4:27, Paolo avverte della possibilità di dare a Satana un’opportunità nelle nostre vite. Significativamente, questo avvertimento viene dato mentre l’apostolo parla di rabbia incontrollata. Dopo qualche verso, scrisse: “Via da voi ogni amarezza, ogni cruccio e ira e clamore e parola offensiva con ogni sorta di cattiveria! Siate invece benevoli e misericordiosi gli uni verso gli altri, perdonandovi a vicenda come anche Dio vi ha perdonati in Cristo. Siate dunque imitatori di Dio, perché siete figli da lui amati; e camminate nell’amore come anche Cristo vi ha amati e ha dato se stesso per noi in offerta e sacrificio a Dio quale profumo di odore soave” (Efesini 4:31,32; 5:1,2).
    Meditate queste parole e mettetele in pratica.
  • Sappiate che Dio ha il controllo. Come scrisse l’apostolo Paolo: “Nessuna tentazione vi ha còlti, che non sia stata umana; però Dio è fedele e non permetterà che siate tentati oltre le vostre forze; ma con la tentazione vi darà anche la via di uscirne, affinché la possiate sopportare” (1 Corinzi 10:13). E ai Romani, scrisse: “Ora sappiamo che tutte le cose cooperano al bene di quelli che amano Dio, i quali sono chiamati secondo il suo disegno” (Romani 8:28).

Citando ancora Ken Sande:

Quando trovi difficile perdonare qualcuno, prenditi del tempo per notare come Dio possa usare questa offesa a fin di bene. È una strana occasione per glorificare Dio? Come puoi servire gli altri e aiutarli a crescere nella loro fede? Quali tue debolezze o peccati sono esposti agli altri? Quali qualità del tuo carattere sono sfidati, affinché tu possa esercitarli? Quando percepisci che una persona che ha torto contro di te è usata dalla mano di Dio per aiutarti a maturare, servire gli altri, e glorificare Lui, potrebbe essere più facile per te procedere con la riconciliazione.

  • Sii realistico riguardo a questo processo. I cambiamenti spesso richiedono tempo e lavoro. Fallimenti occasionali da parte di chi ti ha offeso non indicano necessariamente un cuore non pentito. I sistemi di comportamento si riconducono a canali più profondi. Possono intrappolare la vita di qualcuno. Un fattore chiave che indica il cambiamento è il comportamento dell’altra persona. Anche se vuoi procedere per gradi, stai attento a chiedere garanzie a una persona che ha già espresso vero pentimento. Se c’è un inciampo, il processo di confronto amorevole, confessione e perdono forse dovrà essere ripetuto.
    Fasi di stallo e delusioni possono essere spesso parte del processo di cambiamento. Non ti arrendere troppo facilmente nel processo di riconciliazione.
    Sii quindi disponibile a raggiungere l’obiettivo di un ristabilimento completo della relazione al momento rotta.

(Traduzione a cura di Gloria Leccese).

di Steve Cornel | Coramdeo.it

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