Lui, il Cristo, il vero Verbo fattosi carne, sceglie, senza esserne obbligato, di non fare il prezioso, pur sapendo d’essere l’Atteso più prezioso: «Non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio».
Figlio-di-Papà, decise di spalancare le porte di casa, senza fare il figlio-di-papà alla maniera di quaggiù: «Ma spogliò se stesso, divenendo simile agli uomini» (Fil 2,6-7). Che tutti vantassero il lusso di chiamare loro-padre il padre-suo: “Padre nostro che sei di tutti”.
Ma poiché spesso il nostro modo di riflettere (la nostra ideologia religiosa, le nostre “ statue “, le Nostre immagini di Dio che si traducono nelle nostre “ conversazioni) non è il suo, ne come dovrebbe essere quello di un vero figlio, oggi come ieri, vi si attendeva e predicava un altro a Betlemme: il Dio-salvatore, il Dio delle vendette, giustiziere, il liberatore degli oppressori Romani quanto infami, e invece…
Invece scelse una stalla per nascere, e decise di giungere in piena notte: siccome era la vera luce, di notte la luce vale doppio. Vale oro.
Nei pressi di Betlemme erano troppo complicati per afferrare che, giungendo di notte, aveva fatto della notte il suo biglietto da visita: più nessuna oscurità, dopo quella notte di fraintendimenti e tradimenti, sarebbe stata così buia da impedire a Dio d’accenderla.
Il Dio Bambino nacque così: sottovoce, in punta di piedi, pancia a terra. Diedero notizia dell’arrivo, a voce bassa, due amanti condotti da Dio sull’orlo di una crisi d’identità: un carpentiere di bottega e la sua giovane donna, per molti infedele, indecorosa, ma immensa al contrario, donna superlativa, serva preziosa del disegno più grande dell’umanità, beata tra tutte le donne. Nel breve battito di due “eccomi” ancora oggi misteriosi, incomprensibili per certi versi, soprattutto per le nostre comodità odierne e per la nostra “scienza so tutto Io”, misero in piedi la prima famiglia cristiana.
Quanta confusione continuano ancora oggi a predicare dietro i nostri schemi mentali?
Vincenzo Lipari
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