Sembra scontato ma ognuno di noi ha riguardo alla vita, riguardo alle sue esperienze, riguardo al mondo una visione, una percezione che passa inosservata.
Credo, da psicologo e da cristiano, che ognuno affinché non sia gestito dal lato oscuro di se stesso, dal lato inconscio, debba prendere coscienza della sua visione del mondo. Perché questa è la lente di ingrandimento delle cose, in bene e in male. Sono molte le persone che chiedono aiuto alla psicologo, allo psicoterapeuta al facilitatore di aiuto a riguardo dei propri problemi. Ma sono pochi che indagano sul come e perché un dato è percepito come problema e con quale atteggiamento si affronta il problema. A condizionare il modo di affrontare i problemi è il nostro atteggiamento di base che oscilla tra ottimismo e pessimismo. Tra speranza e disperazione, tra paura e dubbi. In buon modo per affrontare i problemi senza cadere nella disperazione, nel vuoto, nella paura è riconoscere il proprio atteggiamento di base; ottimista o pessimista? l’ottimista, si sa, vede sempre un’opportunità in ogni circostanza, mentre il pessimista vede, in ogni circostanza un problema. E’ chiaro che a condizionare questi atteggiamenti è la struttura della propria personalità, descritta come negativista, pessimista, depressiva o solare, aperta, fiduciosa dalle scienze psichiche. Come psicologo e psicoterapeuta riconosco il ruolo influenzante della nostra storia, delle nostre relazioni significative, con i genitori e la famiglia in primis. Ma come cristiano riconosco che spetta a noi, senza adagiarsi nella propria storia, rispondere alla vita ora. Spetta a noi reagire. «Se non lo faccio io, chi lo farà? Se non lo faccio adesso, quando lo farò? Se lo faccio solo per me stesso, chi sono io?». Con queste frasi il rabbino Hillel, vissuto verso la fine del I secolo a.C., sottolinea il potere responsabile di agire sempre e comunque in ogni circostanza. In una visione ottimista della vita tutte le cose cooperano al bene. Visione che è delle persone che riconoscono l’aspetto spirituale della vita, di quelli che amano Dio; ROMANI 8:28. A volte siamo così abbattuti dentro di noi e ci sentiamo demoralizzati nello spirito che tutto il corpo, addirittura, ne risente; siamo stanchi, stressati, non riusciamo ad affrontare le cose in un modo positivo. Non sempre è frutto del nostro passato ma di come ci poniamo di fronte alla vita e con quale atteggiamento li affrontiamo. Un atteggiamento positivo alla vita è un fattore terapeutico, aiuta a superare la condizione di passività propria del depresso con la fuga nella chiusura alla vita; aiuta a superare un attivismo eccessivo e ossessivo, proprio della personalità ossessiva compulsiva. L’atteggiamento negativo ci blocca nella sofferenza facendoci sentire disperati. Per realizzare, quindi, un atteggiamento positivo alla vita è necessario sviluppare quella visione spirituale della cose che dall’Io centrico, dall’io sono, dall’io egoista passa al tu. Come Gesù disse ai suoi discepoli: «Se qualcuno vuole seguirmi, smetta di pensare a sé stesso, prenda la propria croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita la perderà, ma chi invece è pronto a sacrificarla per me, la ritroverà» (Matteo 16:24-25).
A completare il quadro dell’atteggiamento positivo, ottimista alla vita non è solo vedere opportunità nei problemi ma anche non mettere se stesso al centro del mondo tipico dell’uomo immaturo dei nostri giorni.
Pasquale Riccardi | Notiziecristiane.com
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