COME HA AVUTO INIZIO LA RIFORMA PROTESTANTE: AGOSTINO DI IPPONA

Il 2017 è un anno speciale e importante per noi evangelici di tutto il mondo in quanto ricorre il “cinquecentennario della Riforma Protestante”, ritengo doveroso ripercorrere le tappe storiche e il vissuto dei “riformatori Padri” che hanno contribuito a dare inizio al nostro movimento protestante. Seguirò, periodicamente durante il corso di quest’anno, uno schema dei riformatori per ordine cronologico.
Chiunque lo desidera potrà leggerli seguendo il notiziario on-line Notizie Cristiane, sito web dove saranno pubblicati “per non dimenticare le nostre origini senza le quali non avremmo un’identità”. Il 410 d.C. fu l’anno in cui Roma venne conquistata e saccheggiata dai Visigoti di Alarico, questo determinò il suo definitivo distacco dall’Impero delle province occidentali e solo tre anni dopo anche l’Africa romana fu travolta dai Vandali. Per l’Impero romano questa è la crisi definitiva in quanto il suo potere precipita inarrestabilmente in Occidente.
Agostino di Ippona (354-430) fu testimone di questo collasso e partecipe del periodo storico che vide ben quattordici imperatori salire sul trono e quasi tutti morire di morte violenta a motivo delle rivolte. Due di questi imperatori, Giuliano e Eugenio, tentano di restaurare il paganesimo ma anche loro muoiono di morte violenta e questo impedisce lo scatenarsi di nuove persecuzioni anticristiane. Fu nel 383 che Agostino va a Roma per la prima volta, anno della seconda restaurazione pagana quando le questioni religiose e le aspre polemiche dilaniano la Chiesa cristiana e l’eresia dilaga sempre con più prepotenza e arroganza. Il potere politico prende pesantemente parte alle contese religiose che squassano il cristianesimo e come conseguenza il papato vede fortemente limitata la sua autonomia e i papi in questo periodo turbolento restano in secondo piano perdendo il loro potere supremo.
La grande eresia di questo periodo è “l’arianesimo” (lettere e cultura greca), ma Agostino, giovane geniale e inquieto, non ne subisce la sua influenza in quanto egli è toccato dal manicheismo. I “manichei” spiegavano tutto con la ragione senza fare mai appello alla fede. Fu la sua intelligenza a portarlo ad abbandonare l’eresia e subito dopo subisce l’influenza della predicazione di Ambrogio incentrata sulla “vocazione divina”. Ne viene fortemente travolto e dal 384 al 386 segue un biennio di studi a riguardo durante il quale leggendo l’epistola ai Romani ne riconosce la “luce di Dio”. Così non crede più nelle brillanti argomentazioni manichee e fu grande la sua delusione quando il teorico manicheo più in voga del tempo, Fausto di Milevi, non aveva saputo rispondere ai suoi quesiti concernenti l’astronomia e la fisica dell’universo, al cui studio si era dedicato dopo i successi letterari di Cartagine. Fu in questo contesto che Agostino crede in un solo e unico principio spirituale creatore e che è maturo per la chiamata di Dio. Divenne il più grande dei Padri della Chiesa occidentale e in meno di quarant’anni darà alla cristianità, alla filosofia e alla scienza ben 1030 scritti. Vivendo in un tempo storico travagliato la sua opera è una continua battaglia per cui il suo pensiero non segue un disegno logico ma si matura nel fuoco della polemica intellettuale di altissimo livello.
Questa polemica lo costringe a continue ricapitolazioni, a continui ripensamenti e alla ricerca del migliore argomento che lo spinge a scavare sempre più in profondità. Questo suo atteggiamento, in meno di mezzo secolo fa compiere al pensiero cristiano e cattolico passi da giganti. Malgrado l’altissimo livello in cui si svolge la polemica Agostino si preoccupa sempre di farsi intendere dai fedeli e non dimentica mai che il “popolo cristiano” è il suo vero uditore e non gli interlocutori carichi di cultura e di filosofia. I suoi discorsi sono indirizzati al popolo di Ippona con lo scopo di spiegare loro il Vangelo e di combattere le eresie con mezzi semplici e diretti, di fortificare nella fede la sua Chiesa e di elevare i costumi dei fedeli.
Agostino diviene vescovo e gode dell’affetto del popolo di Ippona motivo per il quale non lascerà mai il suolo africano, egli sente che il suo posto è in mezzo al suo popolo che lo applaude in più occasioni quando il ragionamento attinge le più alte vette e consente l’immediata intuizione della verità attraverso la rappresentazione concreta che procede a spirale per continui richiami di idee e di concetti che combattono tutte le forme di eresie di quel tempo (sabellianismo, l’eresia fotiniana, l’arianesimo e il pelagianismo).
Agostino di Ippona è il primo Padre della Chiesa che ha iniziato il lavoro teologico su un richiamo al “puro Vangelo” incentrato sulla realtà del Cristo totale “capo e membra” con degli slogans di tale arditezza che resteranno per sempre insuperabili, sull’esigenza dell’unità e sulla predicazione al suo popolo per aiutarli a comprendere le verità scritturali dalle varie forme di eresie. (Tratto dall’introduzione del: Commento al Vangelo di San Giovanni vol. 1 autore: Agostino di Ippona – Introduzione a cura di Riccardo Minuti).
Luisa Lanzarotta | Notiziecristiane.com

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