Invece, l’arcangelo Michele quando, contendendo col diavolo, disputava circa il corpo di Mosè, non ardì lanciare contro a lui un giudizio ingiurioso, ma disse: Ti sgridi il Signore!
Cari nella grazia, avendo letto il brano dell’Apostolo Giuda sorge qualche domanda, e cioè: perché Giuda parla così? Cosa vuol dirci lo Spirito Santo?
Appare ben chiaro che nel cielo ci fu un furente litigio, un vero e proprio “corpo a corpo” fra Satana e l’Arcangelo Michele per un uomo che – se fate caso – era già morto.
Mi pare di rivivere la vicenda storica legata all’estrema difesa, nel 1530, della Repubblica di Firenze, quando, assediata dall’esercito imperiale di Carlo V°, il capitano Francesco Ferrucci sconfisse le truppe nemiche a Gavignana, ma fu ferito e catturato e finito da Fabrizio Maramaldo – un italiano al soldo dello straniero – al quale rivolse le parole d’infamia divenute celebri: “…vile, tu uccidi un uomo morto!”.
Già, quale interesse aveva Satana per accusare Mosè e lottare intorno al suo corpo?del resto anche Zaccaria ci mostra un’altra simile lite, ma vogliamo capire bene cosa avvenne a Mosè.
La storia biblica ci mostra che Israele non era un popolo maturo per stare davanti alla Santità di Dio, per cui anziché apprezzare la liberazione divina dalla schiavitù egiziana, spesse volte contestò il Signore e il Suo profeta dicendo: “…ci hai tratti fuori dall’Egitto per farci morire nel deserto?”.
Per queste parole, Mosè si adirò molto, fin tanto che un giorno ebbe a dire: Numeri 16: 15 Allora Mosè si adirò forte e disse all’Eterno: “Non gradire la loro oblazione; io non ho preso da costoro neppure un asino, e non ho fatto torto ad alcuno di loro”. Mosè era un uomo fondamentalmente pacifico e tranquillo, ma il carattere irrispettoso e volubile di Israele lo portò all’esasperazione, come nel deserto di Tsin.
Lì mancava l’acqua per la raunanza; per cui ci fu un assembramento contro Mosè e contro Aaronne. E il popolo contese con Mosè, dicendo:“Fossimo pur morti quando morirono i nostri fratelli davanti all’Eterno! E perché avete menato la raunanza dell’Eterno in questo deserto per morirvi noi e il nostro bestiame? E perché ci avete fatti salire dall’Egitto per menarci in questo triste luogo?
Non è un luogo dove sì possa seminare; non ci son fichi, non vigne, non melagrane, e non c’è acqua da bere”.
Allora Mosè ed Aaronne s’allontanarono dalla raunanza per recarsi all’ingresso della tenda di convegno; si prostrarono con la faccia in terra, e la gloria dell’Eterno apparve loro. E l’Eterno parlò a Mosè, dicendo:
“Prendi il bastone; e tu e tuo fratello Aaronne convocate la raunanza e parlate a quel sasso in loro presenza, ed esso darà la sua acqua; e tu farai sgorgare per loro dell’acqua dal sasso, e darai da bere alla raunanza e al suo bestiame”. Mosè, dunque, prese il bastone ch’era davanti all’Eterno, come l’Eterno gli aveva ordinato e con Aaronne convocò la raunanza dirimpetto al sasso, e Mosè disse loro: “Ora ascoltate, o ribelli; vi faremo noi uscire dell’acqua da questo sasso?”
E Mosè alzò la mano, percosse il sasso col suo bastone due volte, e ne uscì dell’acqua in abbondanza; e la raunanza e il suo bestiame bevvero. Dio aveva comandato di battere la roccia col bastone, e Mosè avrebbe semplicemente ubbidire a quelle parole sante, ma egli in cuore disprezzò il popolo per la sua ribellione e questo non piacque al Signore.
Satana, evidentemente, scrutava le opere di Dio e vide pure quel che avvenne fra Iddio e Mosè, ed ascoltò le parole del Signore che aveva detto: Numeri 20: 12 Poi L’Eterno disse a Mosè e ad Aaronne: “Siccome non avete avuto fiducia in me per dar gloria al mio santo nome agli occhi dei figliuoli d’Israele, voi non introdurrete questa raunanza nel paese che io le do”.
Poi l’Eterno disse a Mosè: “Sali su questo monte di Abarim e contempla il paese che io do ai figliuoli d’Israele. E quando l’avrai veduto, anche tu sarai raccolto presso il tuo popolo, come fu raccolto Aaronne tuo fratello, perché vi ribellaste all’ordine che vi detti nel deserto di Tsin quando la raunanza si mise a contendere, e voi non mi santificaste agli occhi loro, a proposito di quelle acque”.
A suo modo di vedere, Satana pensò di avere un diritto nei confronti di Mosè e cominciò ad accusarlo davanti a Dio, ma ecco apparire Michele, l’arcangelo mandato dal Signore che col suo valore si oppose al diavolo, eppure gli bastò semplicemente fare il nome del Signore, senza ardire la pronuncia di qualche maldicenza.
“Ti sgridi il Signore” disse, e ciò fu sufficiente; non ebbe bisogno di usare la sua autorità, ma rimise la Vittoria nelle mani del Signore che è gran perdonatore. L’arcangelo confidò nella potenza infinita del Creatore e nel Suo Amore santo.
Michele sapeva che il Signore aveva castigato Mosè, ma sapeva altresì che il Signore non avrebbe mai abbandonato il Suo Servo nelle mani dell’avversario.
Ed è così, cari amici, sappiamo che il Signore è un Dio severo, ma altresì sappiamo che Egli è buono e che attende il ritorno pentito del peccatore. Ed è per questa virtù meravigliosa del Signore che possiamo affermare che Satana ha perso la sua battaglia contro i santi di Dio. L’avversario, benché ci accusi del continuo per le nostre trasgressioni, pur trova l’opposizione di Cristo che, col Suo Sangue puro, ci lava da ogni peccato.
Combattete anche voi contro il diavolo, vincete con la Sacra Parola di Dio; vincete con il Nome di Gesù.
Dio non ci ha chiamato per essere sconfitti da Satana, ma per vincerlo e per strappargli le anime dalle mani, testimoniando ai peccatori che ancora oggi è il giorno della Grazia, il giorno del Perdono e della Libertà nel Nome di Gesù.
Iddio è forte, e custodisce con cura tutti i Suoi figli. Amen!
Dio vi benedica.
Antonino CHINNICI
[notiziecristiane.com]
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