Il controverso telepredicatore di una chiesa da lui fondata sta creando discordia nel Paese con frasi oltraggiose su Buddha. Card. Ranjith: nessun legame con lui, si indaghi su chi fomenta l’odio. Movimenti buddhisti chiedono l’arresto, ma lui promette di tornare nel Paese domenica prossima per un raduno coi suoi fedeli.
Colombo (Asia News) – Nello Sri Lanka sta creando accese polemiche la figura del pastore Jerome Fernando, un telepredicatore fondatore di una propria confessione di matrice cristiana, la Global Glorious Church. Fernando ha suscitato sdegno per alcune dichiarazioni sprezzanti pronunciate contro la figura di Buddha e le altre religioni che sono state rilanciate sui social media creando un clima di forte tensione.
Una situazione di fronte alla quale lo stesso arcivescovo di Colombo, il card. Malcolm Ranjith, è dovuto intervenire in queste ore chiarendo che il predicatore Fernando non è un sacerdote cattolico e non ha nulla a che fare con la Chiesa dello Sri Lanka. Ranjith si è però anche chiesto ieri perché le autorità finora “non abbiano indagato su quanti contaminano le menti delle persone con false credenze religiose”.
Il Nawa Bikshu Peramuna (“Nuovo Fronte Buddhista”) e il partito Pivithuru Hela Urumaya (PHU) hanno presentato una denuncia alle autorità giudiziarie contro Jerome Fernando, chiedendo il suo arresto immediato e l’avvio di un’azione legale. Il Criminal Investigation Department dello Sri Lanka ha ottenuto ieri dal tribunale un divieto di espatrio nei suoi confronti, ma il pastore aveva già lasciato l’isola il 14 maggio. Sul suo profilo Instagram ha dato però appuntamento ai suoi seguaci per domenica 21 maggio presso la sua chiesa a Colombo.
In una conferenza stampa p. Cyril Gamini Fernando, capo redattore del giornale cattolico, riportando la presa di posizione del card. Ranjith, ha ricordato che “dettagli su chi ha sponsorizzato l’ascesa di questa figura sono apparsi da settimane ed è preoccupante notare che non sia stata condotta alcuna indagine in merito”.
“Dichiarazioni come quelle del pastore Jerome possono creare conflitti interreligiosi – ha aggiunto p. Fernando -. Non possiamo dimenticare il passato di questo Paese e chiediamo alla gente di essere consapevole delle persone che fomentano l’odio etnico e religioso. Tutti in questo Paese hanno il diritto di seguire qualsiasi fede, ma nessuno ha il diritto di insultare la religione seguita dagli altri. E la legge deve garantirlo”.
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