Mentre si mantiene estesa e costante la mobilitazione sociale (e la conseguente repressione), in Colombia si profila (forse) una possibile soluzione politica tra governo e ELN.
Il 26 luglio gli studenti dell’Università dell’Atlantico hanno manifestato a Barranquilla richiedendo la “gratuità universale” degli studi. Per quanto questa sia relativamente estesa, oltre tremila studenti qui iscritti ne sono ancora esclusi.
Da parte delle istituzioni universitarie è venuta la totale disponibilità (in quanto le risorse disponibili sarebbero sufficienti), ma tale scelta verrebbe interdetta dal governo.
Giunti all’ufficio del governatore, dopo aver abbattuto le barriere poste in precedenza, gli universitari sono entrati nell’edificio. Sopraggiunta la polizia (nell’intento di ricacciarli in strada) sono scoppiati disordini e tafferugli che hanno causato numerosi feriti tra i manifestanti.
Solo una decina di giorni prima a Ibague (dipartimento di Tolima) una manifestazione indetta dal sindacato dei conducenti di autobus contro gli accordi intercorsi tra la municipalità e la società privata INFOTEC SA aveva portato al blocco pressoché totale del traffico cittadino, così come della quasi totalità (si calcola il 90%) delle attività commerciali. Chiuse anche tutte le scuole. Il 25 luglio un tentativo della polizia antisommossa (ESMAD) di sbloccare la situazione, liberando almeno le arterie principali, aveva innescato scontri nel corso dei quali alcuni veicoli delle forze dell’ordine venivano rovesciati e danneggiati.
In precedenza, l’8 giugno, a Bogotà due membri di ESMAD erano rimasti feriti (di cui uno gravemente) da un ordigno artigianale durante gli scontri nei pressi dell’Università nazionale.
I manifestanti si erano qui riuniti per commemorare i dodici studenti ammazzatine nel 1954 dai militari all’epoca della dittatura di Gustavo Rojas Pinilla (Giornata dello studente caduto).In seguito nei confronti dei responsabili del ferimento dei due membri delle forze dell’ordine veniva emessa una taglia di 20 milioni di pesos. Nella stessa circostanza (tra l’8 e il 9 giugno) altre università erano scese in lotta.
In particolare all’Universidad del Valle (Cali) e all’Universidad de Antioquia (Medellín). Qui i manifestanti si sarebbero anche impadroniti di alcune moto della polizia..
Di segno opposto (ma forse solo apparentemente: un esteso conflitto sociale – “di massa” si diceva un tempo – può costituire, talvolta, una valida, positiva alternativa alle scelte “militariste”) la dichiarazione di “alto el fuego” per sei mesi (fino a febbraio 2024) promulgata da ELN (Ejército de Liberación Nacional). Un primo risultato delle trattative, avviate ancora l’anno scorso, tra ELN e governo colombiano che intende arrivare alla “Paz total” come da programma del 2022. Nel messaggio-video del comandante Eliécer Herlinto Chamorro (alias Antonio García) si dichiara che “el comando central del ELN ordena a todas las unidades suspender las operaciones ofensivas contra las fuerzas armadas, policías y organismos de seguridad del Estado colombiano”. Nel contempo: “el ELN continuará defendiéndose durante el alto el fuego si es necesario”.
Già nel giorno successivo il governo, attraverso il commissario per la Pace Danilo Rueda, si felicitava per la dichiarazione osservando che la sospensione delle azioni armate avrebbe evitato la violenza e le violazione dei diritti umani (con un particolare rifermento ai sequestri di persona). Assicurando che la popolazione, avrebbe potuto“estar tranquila durante el período del cese al fuego”. Speriamo.
Gianni sartori
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