di ALEXANDER WHYTE – “Chi ha creduto alla nostra predicazione?” (Isaia 53:1). Tra le cose meravigliose di cui questo incredibile capitolo è pieno, non c’è nulla che ci catturi e ci metta in soggezione, e di fatto, ci meravigli più di questo – che “piacque all’Eterno di fiaccarlo coi patimenti”, suo Figlio, il Messia. Ma questa è la semplice verità riguardo ciò e Dio. Dio era così determinato dall’eternità, riguardo la salvezza dei peccatori che i passi più terribili che erano necessari al fine di ottenere la salvezza dovevano, come dice qui, assolutamente piacergli. E’ un po’ come le parole stesse del Signore – “Mi diletto a fare la Tua volontà”: anche quando la volontà del Padre lo ha portato al giardino del Getsemani e alla Croce del Calvario.
Dio ha tanto amato il mondo che ha dato il Suo unigenito Figlio a morire per il peccato del mondo. Dio non poteva essere soddisfatto con la morte del suo Figlio – di per sé. No. Ma niente lo ha mai soddisfatto più del fatto che suo Figlio avrebbe dato la sua vita per l’espiazione dei peccatori che il Padre aveva scelto e ordinato alla vita eterna.
“Egli ha Dio preordinato per far l’espiazione mediante la fede nel suo sangue, per dimostrare così la sua giustizia per il perdono dei peccati”. (Romani 3:25). “Piacque all’Eterno di fiaccarlo coi patimenti”, perché solo in questo modo tutto l’odio di Dio per il peccato poteva essere dichiarato agli uomini e agli angeli, e nello stesso tempo la giustizia di Dio manifestarsi nella salvezza dei peccatori.
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