Luca 15: 18 | Io mi alzerò e andrò da mio padre, e gli dirò: ‘Padre, ho peccato contro il cielo e contro di te: 19 non sono più degno di essere chiamato tuo figlio; trattami come uno dei tuoi servi”.
La mente del nostro giovane è attraversata da mille pensieri, voleva tornare a casa ma era combattuto da un senso di vergogna, era uscito con splendidi vestiti ma adesso è coperto di stracci, era robusto e vigoroso e ora ridotto pelle e ossa, uscì profumato e ora è puzzolente, che vergogna, che fallimento.
Molti sono quelli che, usciti dalle case paterne, si trovano nelle stesse condizioni, consapevoli dei loro fallimenti, sconfitti dalle loro esperienze ma resistenti al ritorno a causa di ciò che si vuole chiamare impropriamente vergogna.
La vergogna potrebbe essere addirittura un buon sentimento capace di riportarci sui nostri passi, invece spesso succede che l’orgoglio si traveste da vergogna e uccide le anime, paralizzandole nella loro condizione, fa morire figli senza copertura, senza padri, senza casa.
Fare ciò che è necessario spesso è difficile ma è l’unica cosa da fare, il giovane maturava sempre di più l’unica soluzione ma doveva uccider il suo orgoglio per non essere ucciso da lui.
Un giorno cambia le sue parole e descrive le azioni che avrebbe fatto, egli vede se stesso ritornare al padre, non si può tornare a casa senza tornare al padre, pensa alle parole da dirgli non cercando una trattativa per una ricollocazione ma umiliandosi e desiderando essere come un servo, ha vinto contro il suo orgoglio, non è ancora in viaggio ma è come se fosse già a casa, chi si sa umiliare riavrà delle opportunità che sembrano perdute.
Gli occhi del giovane si accendono di una meravigliosa speranza, il suo cuore, umiliandosi, sta guarendo, gli ritornano quei sentimenti che sembravano scomparsi, solleva i suoi piedi dal fango e dagli escrementi dei maiali, i suoi compagni cercano di dissuaderlo dicendogli che tornando a casa avrebbe perso ogni dignità, pastori di maiali parlano di dignità, ma egli è deciso, come un veloce giocatore di rugby inizia una corsa che lo porterà alla vittoria, nessuno lo può più fermare.
Questa storia sta parlando alla tua vita? Ragiona senza farti condizionare da nessuno, se l’orgoglio ti sta incatenando fino al punto d’impedirti di ritornare a fare ciò che ti è necessario abbi la stessa attitudine di questo giovane, pensa a ciò che è meglio per te e abbi il coraggio di ritornare suoi tuoi passi, staccati da un magnete che potrebbe essere mortale.
Torna a tuo a padre, torna a tuo fratello, torna alla tua opera, torna alla tua casa, torna a vivere.
Ciò che ti è necessario fare è difficile da fare ma lo devi fare.
Risplendi!
Tino Di Domenico | Notiziecristiane.com
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