Molti di noi vorrebbero una chiesa numerosa, perciò faremmo bene a esaminare i nostri cuori, combattere il nostro orgoglio e riflettere sul valore di una crescita lenta e stabile piuttosto che una crescita rapida e travolgente.
A volte, Dio ha in mente un piano diverso dal nostro. David Platt è diventato pastore in una megachiesa. La chiesa di Matt Chandler ha sperimentato una crescita numerica notevole poco dopo che egli iniziasse a predicarvi. Subito dopo l’undici settembre, la chiesa di Tim Keller ha avuto un aumento di circa mille frequentanti. Dio fa cose di questo tipo, ma si tratta di eccezioni, non della regola.
Desiderare una crescita veloce non è peccato, lo è, però, ambire così tanto ad essa da farne un idolo. A volte, la linea di confine tra le ambizioni che sono in linea con il carattere di Dio e quelle che non lo sono è pericolosamente sottile.
Dieci anni fa, ho visto un predicatore stabilire un obiettivo ambizioso. Voleva fondare cento campus, avviare mille progetti per la fondazione di nuove chiese e avere centomila membri di chiesa, il tutto nel giro di dieci anni. Era una meta attraente. Chi non vorrebbe vedere più chiese, più membri di chiesa e più cristiani? Eppure, non sono convinto che fosse un obiettivo saggio.
Il solo fatto che una chiesa sia piccola non significa che essa sia meno in linea con la volontà di Dio rispetto a una chiesa numerosa. Non dico neanche che non ci deve essere alcuna crescita, suggerisco solo che sia voi sia la vostra congregazione potreste trarre maggior beneficio da una crescita lenta e stabile. Se Dio vuole accrescere la vostra opera a un ritmo sorprendente, sottomettetevi alla sua volontà. La crescita delle nostre chiese è nelle mani di Dio. Possiamo fidarci di lui.
Nel frattempo, la mia preghiera è che le parole di 1 Tessalonicesi 1:8 possano essere una realtà nella vita della chiesa in cui servo, così come nella vita della vostra chiesa, che è anche la vostra famiglia. Il versetto dice: “Infatti non solo la parola del Signore è tramite voi risuonata nella Macedonia e nell’Acaia, ma anche la vostra fede che avete verso Dio si è divulgata in ogni luogo, tanto che non abbiamo bisogno di parlarne”.
Cinque ragioni per cui pregare per una crescita lenta
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La qualità è più importante della quantità
Lasciatemi precisare quello che non voglio dire. Non sto dicendo che dovete alzare l’asticella a tal punto da accogliere come membri di chiesa solo cristiani con un alto livello di conoscenze teologiche o che abbiano dimostrato grande fedeltà nel corso della loro vita. Questo andrebbe contro il volere di Dio. La chiesa non è un seminario.
Quello che sto dicendo è che, rispetto ai pastori più anziani, quelli più giovani tendono a fare meno domande a coloro che vorrebbero diventare membri di chiesa. Quando hai iniziato da poco a fare il pastore e ti capita di conoscere una coppia che in cinque mesi ha cambiato ben cinque chiese, potresti pensare: “Che bello, finalmente hanno trovato il posto giusto!”. Quando, però, sei nel ministero già da molto tempo e ti capita di conoscere la stessa coppia, è più probabile che ti venga da pensare: “Questo potrebbe essere un problema. Finché non l’avrò risolto, non diventeranno membri della nostra chiesa”.
Quando si prega per una crescita lenta, è molto più probabile che ci si prenda cura attentamente dei cristiani che fanno già parte della chiesa e che si riconducano saggiamente i nuovi arrivati nella loro chiesa di provenienza, piuttosto che accoglierli al solo scopo di vedere una crescita veloce.
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È probabile che una crescita buona sia anche duratura
Mi viene in mente Proverbi 13:11, che dice: “La ricchezza ottenuta disonestamente si ridurrà a ben poco, ma chi accumula con fatica l’aumenterà”. Questo versetto afferma che il modo in cui si accumulano le ricchezze conta. Il processo è importante. Più si è disciplinati nell’accumulare ricchezze, più alte saranno le probabilità che tali ricchezze durino a lungo. Pensate a quanti vincitori della lotteria finiscono al verde.
Vi ricordate il pastore che voleva fondare cento campus, avviare mille progetti per la fondazione di nuove chiese e avere centomila membri di chiesa? La sua chiesa era numerosa all’epoca, ma ora non c’è più.
È facile scoraggiarsi quando si vede un numero esiguo di persone venire in chiesa, ma se con il passare del tempo a quel gruppetto se ne aggiungeranno altri, vi saranno maggiori probabilità che la crescita sia anche duratura.
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Le chiese non sono fabbriche
In economia esiste un principio chiamato “economie di scala”. Si tratta di un concetto semplice. Un’azienda può ridurre i propri costi anche quando la produzione aumenta. McDonald’s riesce a negoziare un prezzo più basso per le patate perché ne acquista tonnellate. Una nave che trasporta mille container potrebbe consumare la stessa quantità di carburante che consumerebbe se ne trasportasse dieci. Aumentando l’efficienza, spesso i dirigenti aziendali riescono a produrre maggiori quantità di prodotti impiegando lo stesso numero di lavoratori. Questo è il principio delle economie di scala. Per farla breve, quando le aziende crescono, di solito questo principio si rivela molto efficiente.
Tuttavia, Dio non ha progettato la chiesa per ottimizzare l’efficienza. Per quanto i piccoli gruppi siano utili, non potranno mai rimpiazzare le conversazioni a tu per tu. Per quanto i ritiri matrimoniali siano importanti, nelle vostre chiese ci saranno sempre delle coppie con un bisogno disperato di consulenza matrimoniale.
Il tempo che dedicate alla preparazione dei vostri sermoni rimarrà lo stesso, a prescindere che dobbiate predicare davanti a cinquanta persone o a cinquecento. Tuttavia, man mano che le vostre chiese cresceranno, aumenteranno anche le esigenze del ministero pastorale, e assicurarsi che tutto il gregge sia ben curato diventerà sempre più difficile.
Mi vengono in mente le esortazioni che Paolo rivolge agli anziani di Efeso in Atti 20:28, “Badate dunque a voi stessi e a tutto il gregge in mezzo al quale lo Spirito Santo vi ha costituiti vescovi”. In questa frase, le parole che attirano di più la mia attenzione sono “badate” e “tutto”. Il compito degli anziani è di badare attentamente a ogni singolo membro della congregazione. Un tale colpito non potrà mai essere svolto in modo efficiente, e non dobbiamo neanche pensare che esso diventi più facile man mano che la chiesa cresce. Perciò, pregate per una crescita lenta.
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La vostra capacità di prendervi cura delle persone crescerà con il passare del tempo
I pastori sono prima di tutto dei cristiani. Si trovano in un processo di santificazione, un lavoro lento e graduale.
· Ebrei 10:14 “Con un’unica offerta, infatti, egli ha reso perfetti per sempre coloro che sono santificati”. 1
· Filippesi 1:6 “essendo convinto di questo, che colui che ha cominciato un’opera buona in voi, la porterà a compimento fino al giorno di Cristo Gesù”.
· 1 Corinzi 1:18 “Infatti il messaggio della croce è follia per quelli che periscono, ma per noi che siamo salvati è potenza di Dio”. 2
· Colossesi 3:9-10 “Non mentite gli uni agli altri, perché vi siete spogliati dell’uomo vecchio con i suoi atti, e vi siete rivestiti dell’uomo nuovo, che si va rinnovando nella conoscenza ad immagine di colui che l’ha creato”.
Tutto questo vale anche per noi pastori. La nostra capacità di prenderci cura delle persone cresce con il passare del tempo. Cresciamo nell’amore, nella gioia, nella pace, nella pazienza, nella gentilezza, nella bontà, nella fede, nella mansuetudine e nell’autocontrollo. In parole povere, se lo Spirito Santo è in noi e stiamo combattendo il buon combattimento della fede, miglioreremo anche come pastori.
Le grandi congregazioni comportano anche una grande quantità di bisogni. Alcuni uomini hanno la capacità di iniziare il loro ministero in una chiesa numerosa e mettersi immediatamente a fare da guida, ma la maggior parte degli uomini non ha questa capacità. La maggior parte di noi ha bisogno di tempo per crescere e maturare. Non si può diventare saggi da un momento all’altro.
Perciò pregate per una crescita lenta. La vostra capacità di fare da guida e prendevi cura delle persone crescerà con il passare del tempo.
5. Le chiese fragili e fedeli assomigliano molto a Gesù
Le piccole chiese che crescono lentamente sembrano deboli. Danno l’impressione che manchi loro solo un’ultima crisi prima di crollare, e suppongo che ciò sia vero. Molte piccole chiese riescono a malapena ad andare avanti.
Ecco, però, la mia domanda: se la chiesa è il corpo di Cristo, non dovremmo forse abbracciare le chiese fragili e fedeli, quelle chiese che fanno pensare veramente a Isaia 53:2-3?
“Non aveva figura né bellezza da attirare i nostri sguardi, né apparenza da farcelo desiderare. Disprezzato e rigettato dagli uomini, uomo dei dolori, conoscitore della sofferenza, simile a uno davanti al quale ci si nasconde la faccia, era disprezzato, e noi non ne facemmo stima alcuna”.
Viviamo in un mondo che fa di tutto ciò che è veloce, grande e scintillante un idolo. Il Cristo che io adoro non faceva questo e non sono sicuro che una chiesa che dia valore a queste cose sia il posto giusto in cui adorare.
Dio potrebbe ritenere giusto far crescere la mia chiesa in modo impressionante. L’ha fatto con uomini come Crisostomo, Spurgeon e Piper, ma, a prescindere da quanto sia numerosa la mia chiesa, prego che essa conservi la fragilità e la fedeltà del mio Salvatore, che sia sempre umile, sempre dipendente dallo Spirito Santo e sempre disposta a essere respinta dal mondo.
N.d.T 1 e 2
Nella lingua originale, questi verbi indicano delle azioni ancora in corso.
(Traduzione a cura di Lorenzo Giusepponi)
di Aaron Menikoff | Coramdeo.it
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