Posizione nella World Watch List
Con 57 punti la Cina si classifica al 29° posto della World Watch List 2015. Nel 2014 il paese si era classificato 37° con 51 punti. In questi ultimi anni la situazione dei cristiani in Cina è migliorata considerevolmente, nonostante la situazione in questo Paese grandissimo ed eterogeneo sia veramente varia come è apparso particolarmente in questo anno.
I pochi cristiani convertiti dalla minoranza etnica così come altri, hanno incontrato molte restrizioni e serie limitazioni che hanno contribuito in maniera maggiore alla crescita del punteggio e della classifica come riportato dai dati nella sfera privata così come in quella comunitaria. Un altro incremento si è potuto vedere nella sfera della vita religiosa che riflette l’espansione del monitoraggio e degli atti contro le chiese, specialmente nella Provincia di Zhejiang.
Fonti di persecuzione
Le fonti di persecuzione che stanno interessando i cristiani in Cina sono l’oppressione comunista (fonte principale), in misura minore l’estremismo islamico e il nazionalismo religioso.
Oppressione comunista: il Governo comunista, sotto la guida del nuovo Presidente della Cina Xi Jinping, punta a controllare le attività religiose. Mentre nella maggior parte delle regioni della Cina le attività dei cristiani sono state osservate piuttosto che controllate, specialmente le comunità familiari non registrate potrebbero essere colpite da un programma iniziato per debellare le così dette sette malvage. Alcune di queste sette, con un nome impropriamente distorto, sono di origine cristiana, quindi chiese. Per quanto concerne le chiese di etnia Han, qualche osservatore parla di tre tipi di chiese: quelle nere che sono illegali e contro cui lo Stato sta combattendo (per esempio i fedeli cattolici romani del Vaticano); quelle rosse che sono approvate dallo Stato e dallo stesso controllate; quelle grigie che non sono registrate ma tollerate e che costituiscono la maggioranza dei cristiani.
Il Governo controlla rigorosamente le attività religiose nelle aree abitate da gruppi di minoranza etnica, in particolare per quei gruppi etnici che vivono sotto la minaccia indipendentista, fortemente influenzati dalle loro religioni. Le regioni con maggiori ristrettezze in merito alle attività religiose sono quelle musulmane e le regioni tibetane, specificamente Xinjiang e Tibet. Nel periodo preso in esame, il Governo ha intensificato il livello di controllo sulle religioni in queste regioni, al fine di contrastare i gruppi radicali e di prevenire ulteriori attacchi. Siccome c’è un forte movimento indipendentista in entrambe le regioni, questi non sono solo considerati pericolosi, ma anche politicamente molto delicati. La Cina prova a mantenere l’armonia sociale e il così detto “mantenimento dell’equilibrio tra le diverse regioni”.
Estremismo islamico: la situazione nella regione nord occidentale della minoranza musulmana di Xinjiang, dove vive la minoranza Uighur, si è rapidamente deteriorata nell’ultimo anno, e dozzine di Uighurs, non cristiani, sono stati uccisi. Le tensioni in queste regioni sono cresciute quindi la situazione per il piccolo numero di cristiani convertiti dall’islam (Muslim Background Believers, MBB), molto probabilmente alcune migliaia, è diventata molto complicata e ancora più limitata che in passato. Loro soffrono per un generale peggioramento della pressione perpetrata dal Governo come descritto in precedenza, inoltre subiscono persecuzione dalla propria famiglia, amici e vicini. Ogni deviazione dal credo e dalle tradizioni musulmane vengono considerate una disgrazia e persino un tradimento. Anche se è difficile formulare rapporti sulla situazione dei convertiti, tutti i resoconti ricevuti mostrano un peggioramento e, talvolta, una violenta persecuzione.
Nazionalismo religioso: ciò che è stato appena detto sull’estremismo islamico è applicabile anche al pur piccolo gruppo di cristiani convertiti dal buddismo tibetano nella regione cinese del Tibet, nel lontano ovest del Paese, che si calcolano solo in qualche centinaio. Considerato che le pressioni e la violenza non sono ora elevate come nella regione dello Xinjiang, rimangono ancora su un livello equivalente. I credenti tibetani incontrano una forte opposizione dalla famiglia, dagli amici, dai vicini e anche dalla comunità. Avere una “fede deviante” in questa regione può ancora comportare un alto prezzo da pagare.
Contesto
La Cina rimane un enigma per molti osservatori per così grande varietà e multi sfaccettature di questo paese. Ciò si applica anche alla situazione della chiesa in Cina. “Tutto quello che senti sulla chiesa in Cina probabilmente sarà vero”. Questa affermazione che spesso si sente, riflette abbastanza bene l’attuale situazione. Le Autorità hanno capito benissimo che aggressioni o violenze contro i cristiani richiamano reazioni non desiderate da parte della comunità internazionale. Questo non vuol dire che tali atti non si verifichino, ma rispetto al passato sono in diminuzione. Piuttosto, la polizia convoca i pastori o i leader delle chiese, non necessariamente alla stazione di polizia, ma li invita a “prendere un te”. Questo è un eufemismo che chiarisce le regole e i limiti delle attività religiose e degli incontri, è un mezzo molto efficace allo scopo di stabilire una ‘società armoniosa’.
La Cina incontra molte sfide come l’urbanizzazione, la migrazione per lavoro, l’invecchiamento e problemi ambientali. Ma un’altra sfida si è focalizzata il 28 maggio 2014 quando nella provincia costiera dello Shandong, una donna è stata pubblicamente malmenata a morte dai seguaci di una setta in un ristorante della catena Mc Donalds, per essersi rifiutata di dar loro il proprio indirizzo. Un video dell’accaduto, filmato nella zona, è diventato di dominio pubblico e il governo è stato chiamato a reagire di conseguenza contro le sette. Qualche giorno più tardi è stata pubblicata una lista con venti sette ritenute malvage, che lo Stato avrebbe iniziato a perseguire.
Siccome molte di queste sette sono, con un nome impropriamente distorto, chiese di origini cristiane, per le Autorità locali una chiara distinzione di gruppi cristiani non registrati può essere di difficile riconoscimento.
Tipi di cristianesimo colpiti
Ci sono tre tipi di cristianità in Cina: le chiese registrate e riconosciute dal governo (protestanti e cattoliche), le chiese non registrate o indipendenti e i convertiti ex musulmani (MBB) o ex buddisti tibetani.
In Cina c’è una generale divisione tra chiese registrate e riconosciute dal governo (protestanti e cattoliche) e chiese non registrate, indipendenti. Quelle cattoliche sono seguaci fedeli del Vaticano. Quelle protestanti, sono anche chiamate comunità familiari, anche se questo termine è fuorviante in quanto qualcuno le stima in migliaia i membri e si incontrano spesso in locali commerciali, non in segreto. Come già detto, esponendo le fonti di persecuzione, l’obiettivo principale del Governo è mantenere il controllo sulla società, quindi tutti i cristiani saranno coinvolti da questo modo di fare.
I cristiani convertiti sia ex musulmani che ex buddisti tibetani, incontrano crescenti pressioni da entrambe le parti, dallo Stato come dalle loro famiglie, amici e vicini. In generale la persecuzione in Cina non è violenta – anche se ci sono eccezioni a questa regola – ma piuttosto leggera e meglio descritta dalle pressioni che la World Watch List mira a misurare. Questi credenti con diverso background sono in modesto numero ma sono quelli spinti ad esercitare clandestinamente la loro fede sia nella sfera privata che in quella comunitaria.
Sfere della vita
Tenendo conto di quanto finora esposto in questo profilo di persecuzione, non sorprende che la maggiore pressione e perciò il più alto punteggio sia trovato nella sfera religiosa. Il punteggio della sfera privata è il secondo più alto, e riflette la grande oppressione sui convertiti. Dovrebbe essere tenuto in considerazione comunque, che il numero totale dei convertiti provenienti da un contesto musulmano e tibetano costituisce una percentuale molto piccola sul totale dei cristiani cinesi. Questa esperienza di conversione dei cristiani aggiunge pressione nella sfera private.
Sfera religiosa: l’interesse del governo è di mantenere l’armonia sociale. In termini di religione questo significa organizzare le chiese, siano esse registrate o meno, siano esse ‘nere’, ‘rosse’ o ‘grigie’. Secondo le mai pubblicate, ma tacitamente ben accolte linee guida, ogni chiesa cristiana dovrebbe lavorare per: 1) fornire informazioni alle autorità sulle recenti attività svolte; 2) escludere dalla partecipazione alle attività i cristiani stranieri e non accettare fondi dall’estero; 3) non svolgere alcuna attività di alto profilo; 4) condurre solo attività cristiane regolari durante periodi delicati. L’osservanza di queste linee guida potrebbe essere accolta come una sorta di “registrazione informale”.
La SARA, Autorità Statale sugli Affari Religiosi (State Authority on Religious Affairs), è responsabile per l’approccio generale alle religioni e qualche volta reagisce abbastanza duramente. Ma frequentemente il livello di reazione dipende più dalle autorità locali che da quelle nazionali di Pechino, un fatto che, specialmente nel periodo preso in analisi, è stato dimostrato dagli incidenti che sono accaduti nella provincia dello Zhejiang (vedi il paragrafo “Violenza”). I cristiani in Cina sperimentano, oggi, una enorme diversità nei livelli di libertà. Nonostante non sia vero che ogni cristiano in Cina abbia libertà di religione nel vero senso della parola, la situazione generale per la maggior parte dei cristiani è migliorata, considerando la situazione delle generazioni passate, anche se il periodo esaminato ha visto una diminuzione del livello di persecuzione. Le chiese sono monitorate e anche se solo le chiese di alto profilo sono chiuse – spesso avvertiti come provvedimenti politici – in Cina la spade di Damocle pende sulle chiese non registrate. Se le linee guida lo richiedono, a loro sarà chiesto di registrarsi sotto la protezione delle chiese del Movimento delle Tre Autonomie (TSPM), agendo secondo le linee guida di cui sopra o in ultima analisi, interrompere le attività.
La chiesa in Cina sta ancora crescendo in tutte le sue componenti. Hanno necessità di formazione, tra cristiani in generale, ma i leader in particolare. Una formazione istituzionale è concessa esclusivamente nei pochi seminari approvati dal Governo che non sono in grado di soddisfare le molte domande di approfondimento. Per questo motivo la maggior parte delle reti di comunità familiari stanno organizzando propri seminari e corsi di formazione, nella maggior parte dei casi senza conseguenze, ma comunque tecnicamente illegali.
Sfera privata: il livello di pressione specialmente per cristiani con esperienza Uyghur (musulmana) e tibetana è molto più alta, anche se il loro numero è modesto come già detto diverse volte. Nel Tibet e nello Xinjiang la situazione è molto instabile e ogni cambio di religione verrà visto come una disgrazia dalla famiglia e come un tradimento della comunità. Quindi i cristiani sono veramente cauti nel mantenere nascosta la loro nuova fede. Non solo il livello di controllo dello stato è alto, lo è anche molto quello della famiglia. Tradizionalmente i legami familiari sono forti quindi è un monitoraggio sociale. I convertiti sono pochi di numero e poche le possibilità di riunirsi insieme, ma anche l’adorazione privata è fatta con tanta diligenza. Le Bibbie e altri materiali cristiani devono essere cautamente nascosti. Se i cristiani vengono scoperti, potrebbero essere rinnegati e scacciati dalle loro famiglie. Ci sono state segnalazioni che raccolti di cristiani scoperti sono stati distrutti dalle famiglie e dalle comunità per punire la loro decisione.
Violenza
Può essere sorprendente vedere che il livello di violenza in Cina, come indicato nella World Watch List, è quasi rimasto invariato rispetto al 2014. Fatti violenti si sono verificati regolarmente in questo periodo, ma erano praticamente limitati tutti alla provincia dello Zhejiang, noto come ‘la Gerusalemme della Cina’. Qui l’autorità locale ha iniziato una campagna contro le strutture religiose, soprattutto chiese. Alcune sono state completamente distrutte presubilmente più di 300 tra chiese in costruzione e chiese già edificate. Anche se è difficile capire i dettagli, non sembra essere l’inizio di una compagna più ampia, piuttosto è servito come punto di riferimento per far sì che la chiesa non diventi troppo visibile.
A parte questo apice, non è il genere di violenza che i cristiani subiscono abitualmente. Alcuni stanno scontando una pena a lungo termine, altri sono stati condannati in questo periodo, anche se per altri motivi, ma non accade frequentemente. Le autorità infliggono brevi detenzioni, dalla notte ai quindici giorni. Durante le incursioni i cristiani sono a volte feriti fisicamente.
I cristiani provenienti da un contesto musulmano o tibetano subiscono maggiori violenze. Le famiglie, amici e vicini di casa non solo devono esercitare pressioni su di loro per riconvertirli, ma talvolta fare ricorso alla violenza fisica o psicologica. Questo può includere azioni violente come rapimenti.
Prospettive future
Le prospettive dei cristiani sono varie. Da una parte c’è molta libertà, desiderio di vivere secondo gli insegnamenti della fede e la situazione è migliorata rispetto a vent’anni fa. D’altra parte ci sono campagne come quella condotte nello Zhejiang. Anche se non sono state ordinate dalle autorità centrali la demolizione di alcuni edifici, ha comunque avuto il benestare del Governo. Il fatto che queste azioni siano iniziate con un Governo che controllava la chiesa (TSPM), utile al Governo perché trasmette il messaggio che nessuno dovrebbe essere sicuro di sé. Gli ufficiali controllano e se ritengono che una chiesa sia troppo influente, troppo grande o troppo evidente, non esiteranno a fermarla. Secondo molti osservatori, la Cina segue un rapporto conservativo crescente nella sentenza e ideologia. Il presidente Xi frequentemente dà risalto all’importanza del confucianesimo, la fede Zhejiang, almeno in parte. Date le continue sfide ecologiche e sociali del paese, cosi come la dimensione delle chiese cristiane e la loro crescita, può anche accadere che proprio nei cristiani trovino forza sociale e alleati per migliorare e sviluppare la società. Il governo ha annunciato pubblicamente che le regioni dovrebbero dare input positivi per l’obiettivo di un’armonia sociale. La domanda é se le chiese locali saranno piuttosto viste come un bene o come una minaccia. È anche possibile che, per mantenere il potere, la presa sulle chiese possa essere più stretta e i cristiani debbano affrontare maggiori pressioni.
Porte Aperte Italia
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