«Abbiamo notizie dalla prigione – scrive Porte Aperte -. Alimjan sta bene, considerate le circostanze. La vita in prigione, tuttavia, è dura. Il pastore è costretto a comprare in prigione i beni necessari per la vita quotidiana, ma i prezzi sono tre volte più cari dell’esterno. Può tuttora ricevere solo una visita il mese ed è di solito la moglie Gulnur o la madre ad andarlo a trovare. Gulnur e i figli stanno vivendo momenti molto difficili. Alcuni familiari di Gulnur l’hanno oppressa e rimproverata a causa dell’incarceramento di Alimijan e lei ha vissuto lunghi momenti di depressione, dalla quale sta uscendo. Fortunatamente riesce a guadagnarsi da vivere da sola».
«In Cina spiega Porte Aperte – la condizione dei cristiani sta migliorando, come abbiamo segnalato nell’edizione speciale di giugno/luglio della nostra rivista, tuttavia, esistono ancora casi come quello di Alimjan che denotano come il cammino verso l’uscita dalla “World Watch List di Porte Aperte” (elenco dei paesi dove esiste la persecuzione) debba ancora continuare».
Nel 2009 Alimjan fu incredibilmente condannato a quindici anni di prigione con la falsa accusa di “aver rivelato segreti di stato a organizzazioni straniere”, lui che era un comune pastore privo di accesso a qualsiasi “segreto di stato”. Molte organizzazioni umanitarie e missionarie, compresa Porte Aperte, l’organizzazione internazionale evangelica a sostegno della Chiesa perseguitata, denunciarono la matrice persecutoria della sentenza contro un uomo innocente, colpevole solo di essere un cristiano in una regione difficile della Cina. Infatti, questo tipo di generica accusa di solito è mosso contro chi è considerato un nemico dello stato, ed è un retaggio della dittatura comunista, durante la quale quest’accusa era usata per eliminare personaggi scomodi. Alimjan è un ex musulmano convertito a Cristo che viveva e portava avanti la sua opera di evangelizzazione in un’area afflitta da tensioni separatiste e per questo ha pagato con la prigione.
«Abbiamo notizie dalla prigione – scrive Porte Aperte -. Alimjan sta bene, considerate le circostanze. La vita in prigione, tuttavia, è dura. Il pastore è costretto a comprare in prigione i beni necessari per la vita quotidiana, ma i prezzi sono tre volte più cari dell’esterno. Può tuttora ricevere solo una visita il mese ed è di solito la moglie Gulnur o la madre ad andarlo a trovare. Gulnur e i figli stanno vivendo momenti molto difficili. Alcuni familiari di Gulnur l’hanno oppressa e rimproverata a causa dell’incarceramento di Alimijan e lei ha vissuto lunghi momenti di depressione, dalla quale sta uscendo. Fortunatamente riesce a guadagnarsi da vivere da sola».
«In Cina spiega Porte Aperte – la condizione dei cristiani sta migliorando, come abbiamo segnalato nell’edizione speciale di giugno/luglio della nostra rivista, tuttavia, esistono ancora casi come quello di Alimjan che denotano come il cammino verso l’uscita dalla “World Watch List di Porte Aperte” (elenco dei paesi dove esiste la persecuzione) debba ancora continuare». – See more at: http://www.evangelici.net/notizie/1373547362.html#sthash.tUWjNXFr.dpuf
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