Cina: insegnante di scuola domenicale imprigionato per aver venduto Bibbie

Ruojie* ha quasi trent’anni; è cristiano e insegna nella scuola domenicale della sua chiesa, in Cina. All’inizio del 2023 è stato arrestato e condannato a due anni di carcere per aver venduto bibbie e altra letteratura cristiana, compreso materiale per bambini. “Operazioni commerciali illegali”, è così che hanno descritto la sua attività. Il termine della pena sarà alla fine di quest’anno. Per un certo periodo, le autorità locali non hanno permesso alla sua famiglia di fargli visita, perquisendo la loro casa più volte e parlando con le persone a lui legate con l’obiettivo di raccogliere più prove possibili.

Di recente, un partner locale di Porte Aperte/Open Doors, Li*, ha fatto visita alla madre di Ruojie. “Mio figlio vendeva libri in tutto il Paese. Lo faceva in modo discreto in diverse provincie” ha detto.  Quando le autorità hanno rintracciato uno degli acquirenti attraverso il corriere che consegnava la merce, è stato scoperto che Ruojie possedeva più di 10.000 libri in casa e altri 10.000 in un magazzino.

In Cina, possedere una Bibbia o letteratura cristiana non è di per sé illegale, ma l’acquisto di queste risorse diventa sempre più complicato. Nel 2018 sono state implementate nuove norme che prevedono restrizioni come il divieto di vendita e acquisto di bibbie online. La letteratura cristiana può essere venduta solo all’interno delle chiese e delle librerie affiliate a organizzazioni controllate dal governo: CCC (China Christian Council) e TSPM (Movimento Patriottico delle Tre Autonomie). Le transazioni al di fuori del CCC o del TSPM sono considerate illegali. Sebbene l’attuazione vari da provincia a provincia, essa ha comunque un impatto e rende sempre più difficile per i cristiani acquistare liberamente bibbie e altra letteratura cristiana.

La Cina si trova alla posizione numero 19 della World Watch List. La persecuzione digitale ha un forte impatto sulla Chiesa in questo Paese. Le restrizioni approvate nel 2018 come parte di una più ampia legge sulla religione hanno reso complesso per i cristiani l’utilizzo di Internet o dei Social Media per esprimere la propria fede. A causa di questo crescente autoritarismo governativo, ogni attività digitale dei cittadini cinesi è sottoposta al controllo dello Stato.

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