Cina, esce dall’ospedale il bimbo a cui sono stati cavati gli occhi

CINA_-_Bin_binIl piccolo Bin-Bin, sei anni, è stato ricoverato per quasi 4 mesi in un ospedale di Shenzhen, dove è stato curato e dove gli sono stati impiantati degli occhi artificiali. Ha lasciato i suoi giocattoli nella camera “per i prossimi bambini che dovranno venire qui”. Entro sei mesi un nuovo intervento che gli permetterà di riconoscere le forme che si trova davanti.

Pechino (AsiaNews) – Dopo un calvario lungo quasi 4 mesi, il piccolo Guo Bin è uscito ieri pomeriggio dall’ospedale di Shenzhen dove è stato ricoverato nell’ultimo periodo dopo che uno sconosciuto gli ha strappato gli occhi in un attacco avvenuto nella provincia dello Shanxi. Bin-Bin (come è soprannominato) ha sei anni e ora “è in buona salute”. Ha lasciato in ospedale i giocattoli che ha ricevuto in questi mesi “per far giocare altri bambini”.

Il dottor Dennis Lam Shun-chiu, che lo ha operato e gli ha pagato le spese ospedaliere, spiega: “Ha subito danni fisici e psicologici, ma ora è un bambino in grado di ripartire. Tantissime persone gli hanno fatto dei regali, ma lui ha voluto lasciare tutto per i prossimi piccoli pazienti”. Al bimbo sono stati impiantati degli occhi artificiali che non gli consentono di vedere, ma gli permettono di tenere aperte le palpebre.

Fra sei mesi Bin-Bin tornerà in ospedale per subire un nuovo intervento: l’installazione di un sistema di riconoscimento simile a un navigatore, probabilmente sulla nuca, che invierà segnali elettrici al cervello per permettergli di identificare le forme che si trova davanti.

Secondo la ricostruzione della tragedia, il bambino è stato portato in un campo lo scorso 24 agosto da una donna con uno strano accento, che ha usato uno strumento non identificato (forse un cucchiaio arroventato) per cavargli gli occhi. L’agenzia di stampa ufficiale Xinhua non ha menzionato alcun possibile motivo alla base dell’attacco.

Secondo i resoconti degli altri media statali, c’era la possibilità che Guo Bin fosse stato aggredito per rivenderne le cornee al mercato nero degli organi umani. Tuttavia, la polizia ha dichiarato che gli occhi sono stati ritrovati sul luogo del crimine e che le cornee non sono state asportate. Il padre del bimbo disse all’epoca che la famiglia “non sapeva nulla di tutto questo”, ma la polizia ha indicato come autrice dell’agguato la zia del bambino, che poi si sarebbe suicidata.

Fonte: http://www.asianews.it/

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