“Cieco per scelta”. La protesta civile di Emanuele Franz contro la società delle immagini

Un grido di protesta contro la società delle immagini, un gesto estremo di ribellione che vuole risvegliare le coscienze addormentate: il filosofo friulano Emanuele Franz ha deciso di togliersi volontariamente la vista per una settimana intera.

Bendato e assistito da un team di collaboratori, intende denunciare una società che ci ha resi tutti “ciechi” gli uni agli altri, una società in cui il culto delle immagini ha sostituito il vero contatto umano.

Per almeno sette giorni a partire da giovedì 11 luglio, il filosofo vivrà immerso nell’oscurità, richiamandosi alla vista interiore e ispirato da figure storiche e letterarie come Tiresia, il veggente cieco che raggiunge la saggezza, e dai Salmi, che invitano a chiudere gli occhi per fuggire all’ingiustizia e rivolgere lo sguardo solo a Dio. Anche il Vangelo è fonte di ispirazione per il filosofo, in particolare Giovanni 9, 39: “Sono venuto perché coloro che non vedono vedano e quelli che vedono diventino ciechi”.

Un progetto sociale e filosofico

Questa iniziativa non è solo una provocazione, ma un progetto sociale e filosofico che invita alla riflessione sui limiti di una società dominata dalle immagini. “Ogni cosa passa per un display”, afferma Emanuele Franz, “ma nello stesso tempo non abbiamo più la capacità di vedere i nostri simili”. Il filosofo intende portare all’attenzione il paradosso di una società iperconnessa ma profondamente disconnessa a livello umano. Il gesto non vuole in alcun modo mancare di rispetto agli ipovedenti e ai veri ciechi ma essere una rappresentazione simbolica di una umanità ormai cieca a ogni empatia anche a causa di una iper-tecnologia che ha compromesso i rapporti umani.

La settimana di buio e gli incontri aperti al pubblico

Durante la sua settimana di buio, Emanuele Franz sarà seguito da un gruppo di assistenti che lo aiuteranno nelle attività quotidiane, permettendogli di concentrare tutte le sue energie sulla riflessione e sulla meditazione. Sarà un periodo di introspezione profonda, durante il quale il filosofo cercherà di dimostrare che la vera visione non dipende dagli occhi, ma dal cuore e dalla mente.

Con questo gesto estremo, Emanuele Franz spera di stimolare un dibattito pubblico sulla necessità di recuperare la capacità di “vedere” realmente l’altro, al di là delle apparenze e delle immagini filtrate dai media. È un invito a riscoprire l’importanza della vista interiore, dell’empatia e del contatto umano diretto.

Il filosofo “cieco” per scelta intende spiegare le ragioni del suo gesto con una serie di incontri aperti al pubblico. In particolare, sabato 13 luglio alle ore 11.00 sarà in piazzetta Belloni adiacente a Piazza Libertà a Udine per invitare tutti a uno sguardo all’interno di noi stessi. Si discuterà delle motivazioni profonde della sua protesta, offrendo un’opportunità unica di riflessione condivisa.

Con il suo gesto simbolico e provocatorio, Emanuele Franz ci pone di fronte a una domanda cruciale: in una società dove tutto è immagine, siamo ancora capaci di vedere l’essenziale? La sua protesta civile ci ricorda che per costruire una società più giusta e umana, dobbiamo imparare a guardare oltre le superfici e riscoprire la profondità dei rapporti umani.

 


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