Un mezzo molto comune per difendere sé stessi nella disubbidienza, è quello di far albergare nel proprio cuore un’offesa. C’è un falso senso di auto-protezione nel ricevere offese. Vi preserva dall’esaminare i difetti del vostro carattere perché il biasimo cade su altre persone. Non controllate il vostro ministero, la vostra immaturità, il vostro peccato perché vedete soltanto le colpe di chi vi ha offeso. Pertanto, il tentativo di Dio di sviluppare il vostro carattere diventa improduttivo.
La persona offesa cercherà di evitare l’autore dell’offesa e probabilmente se ne andrà altrove, diventando un vagabondo spirituale. Recentemente una sorella mi raccontò di una sua amica che lasciò una chiesa e incominciò a frequentarne un’altra. Invitò a pranzo il suo nuovo pastore. Durante la conversazione il pastore le chiese il motivo per cui aveva lasciato l’altra chiesa. La signora gli disse che era a causa dei problemi sorti fra i responsabili della chiesa. Il pastore ascoltò e cercò d’incoraggiarla. Per esperienza so bene che sarebbe stata cosa più saggia da parte di quel pastore incoraggiare la donna ad esaminare bene il suo atteggiamento risentito e critico. Se necessario, avrebbe anche potuto suggerire alla signora di riprendere il suo posto nella sua chiesa precedente finché il Signore non le avesse suggerito di andarsene in pace. Quando Dio vi concede di andarvene in pace, non sentite la necessità di giustificare di fronte agli altri la vostra partenza, Nè di raccontare criticamente o di esprimere giudizi circa la vostra chiesa precedente. Sapevo che sarebbe stato solo per poco e questa donna avrà agita con questo nuovo pastore e la sua leadership nello stesso modo. Quando manteniamo nel nostro cuore dei risentimenti, attraverso di loro filtriamo tutti i nostri pensieri.
Esiste un antico racconto che si adatta a questa situazione. Tanto tempo fa, quando i pionieri si trasferivano all’Ovest (il West), un uomo saggio abitava su una collina alla periferia di un nuovo insediamento di pionieri. Quando arrivavano nuove carovane dall’Est la prima persona che incontravano, prima di arrivare all’insediamento era sempre quell’uomo saggio, al quale chiedevano con ansia come fosse la gente nel villaggio. L’uomo rispondeva con una domanda: “com’era la gente nella città che avete abbandonato?” Alcuni rispondevano: “La città da cui veniamo è una città malvagia. Gli abitanti sono dei rozzi pettegoli che sfruttano le persone innocenti. E’ piena di ladri e bugiardi”. L’uomo saggio rispondeva: “Questo villaggio è come la città che avete lasciato”. I pionieri ringraziavano l’uomo per averli salvati da possibili difficoltà e quindi proseguivano il viaggio verso l’Ovest più profondo. Quindi arrivava un’altra carovana di pionieri che poneva all’uomo la stessa domanda: “Com’è questo villaggio?” L’uomo saggio di nuovo rispondeva: “Com’è la città da dove provenite?” I pionieri rispondevano. E’ una città stupenda! Abbiamo molti cari amici è sempre disponibili ad aiutare gli altri. Non c’è mai nessuno nel bisogno perché tutti si prendono cura del prossimo. Se qualcuno vuole dar vita ad un progetto grandioso, tutta la comunità si riunisce per dare una mano. E’ stata una decisione difficile quella di partire, ma abbiamo sentito la responsabilità di preparare qualcosa all’Ovest per il futuro delle nuove generazioni”. L’uomo saggio disse loro le stesse cose che aveva detto agli altri: “Questo villaggio è proprio come la città che avete lasciato”. I pionieri rispondevano: “Allora sistemiamoci qui!” Come ricordavano le relazioni con i precedenti concittadini, così avevano intenzione di stabilire con gli abitanti del nuovo villaggio.
I sentimenti con cui lasciate una chiesa o rompete una relazione sono gli stessi con cui partecipate alla nuova chiesa o stabilirete un’altra relazione. Gesù disse: “A chi perdonerete i peccati, saranno perdonati, a chi li riterrete, saranno ritenuti (Giovanni 20:23).
Noi riteniamo i peccati degli altri, quando conserviamo un’offesa e nel nostro cuore alberga un risentimento negativo. Se lasciamo una chiesa o una relazione risentiti ed amareggiati, entreremo nella nuova chiesa o relazione con quello stesso atteggiamento. In tal caso sarebbe più agevole abbandonare la nuova relazione appena sorge qualche problema. Perché non risentiamo soltanto le ferite avvenute nella nuova relazione, ma anche quelle della precedente relazione.
John Bevere
Ferrentino Francesco La Manna | Notiziecristiane.com
https://www.facebook.com/storiedifedevissute.blogspot.it
Ti è piaciuto l'articolo? Sostienici con un "Mi Piace" qui sotto nella nostra pagina Facebook