“Queste sono le nazioni che l’Eterno lasciò allo scopo di mettere per mezzo loro alla prova Israele, cioè tutti quelli che non avevano conosciuto le guerre di Canaan: (questo aveva come unico scopo di far conoscere e insegnare la guerra ai figli d’Israele, almeno a quelli che non l’avevano conosciuta prima)” (Giudici 3:1-2).La nostra cara sorella Assunta fa parte di quella generazione che ha conosciuto la guerra; la sua testimonianza ci fa riflettere e ci spinge a pregare per tutti coloro che vivono nei paesi dove oggi ci sono conflitti e scontri armati!
Sono passati molti anni, ma ho ancora nella mente alcuni ricordi della Seconda Guerra Mondiale. Avevo solo sei anni e ricordo che a 50 metri da casa mia c’era una postazione: vivevamo con la paura perché, quando gli aerei la bombardavano noi scappavamo nei boschi per rifugiarci dalle bombe.
Eravamo poveri e non c’era molto da mangiare, ma ricordo che con l’arrivo degli americani iniziarono a circolare la carne e il tonno in scatola, per noi una novità, ed erano così buoni e saporiti! Inoltre i soldati portavano i bambini con loro nella postazione per dare loro più cibo.
Quando racconto queste cose ai miei nipoti non mi credono e non riescono ad immaginare cosa significhi vivere con la fame; ai nostri figli non abbiamo fatto mancare niente e i nostri nipoti vivono nell’abbondanza e purtroppo non riescono nemmeno ad apprezzarla! La mia generazione ha visto la guerra e ha sofferto molto; non vorrei più rivivere quei momenti, ma mi dispiace che questa generazione non consideri e non riconosca tutto il benessere in cui vive!
All’età di diciotto anni per curiosità andai a vedere un culto evangelico e il mio cuore fu molto toccato dalle lodi al Signore. I miei genitori non volevano assolutamente che andassi in quel luogo ma, con sofferenza e tribolazione, continuai a frequentare la chiesa. Conobbi mio marito mentre lavoravo nei campi: di giorno si raccoglieva il granoturco e alla sera ci si riuniva insieme per sfogliare le pannocchie, in questo modo ci siamo conosciuti meglio, così all’età di ventuno anni mi sposai. Fu il primo matrimonio evangelico celebrato nel mio paese e ricordo che quel giorno molte persone erano presenti per curiosità!
In seguito mio marito si trasferì in Germania per lavoro mentre io rimasi a casa con i miei figli; quando però mio marito trovò lavoro in Svizzera, ci trasferimmo tutti nel nord d’Italia. Ricordo che mia suocera ne soffrì molto perché ci eravamo affezionate l’una all’altra, ma il Signore ha guidato i nostri passi in questo modo. A Varese viveva già da tre anni mia sorella Lucia e nel frattempo il Signore aveva provveduto un luogo per pregare con altri fratelli.
Ringrazio il Signore perché dopo la nascita di mio figlio Mosè la mia salute è migliorata: prima ero debole e malata, ma nel dolore e nella malattia Dio è stato fedele e mi ha dato la forza di andare avanti. Non mi sono mai lamentata delle prove e difficoltà che il Signore mi ha dato, anzi lo ringrazio perché mi ha consolato donandomi un figlio che lo serve fedelmente e mi ha dato anche la gioia di diventare bisnonna. Chiedo solo al Signore la grazia di rimanere fedele a Lui fino alla fine dei miei giorni per poter un giorno incontrare e restare con Gesù per l’eternità!
Tratto da: http://www.betaniachiesaevangelica.it/
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