Il Primo Libro di Samuele comincia col narrare le origini di Samuele che era figlio di Elkana e di Anna. Elkana aveva due mogli: una di nome Peninna, la quale aveva due figlioli e l’altra di nome Anna che era sterile (1° Samuele 1:2). Anna era una donna molto triste a motivo del suo problema ed oltretutto, per ciò, veniva spesso mortificata dalla rivale Peninna al fine di inasprirla (1° Samuele 1:6). Ogni anno Elkana ed Anna andavano ad offrire dei sacrifici all’Eterno a Sciloh, dove era sacerdote Eli con i suoi due figlioli Hofni e Fineas (1° Samuele 1:3). Così, uno di quei giorni in cui Anna ed il marito salirono a Sciloh, Anna pregando il Signore, gli fece un voto (1° Samuele 1:11) chiedendoGli quello che più desiderava: un figlio. Se sarebbe stata accontentata da Dio, lei avrebbe consacrato il bambino all’Eterno, affinché stesse al Suo servizio tutti i giorni della sua vita.
Dopo qualche tempo Dio si ricordò del voto fatto da Anna e lei concepì e partorì un figliolo al quale pose nome Samuele. Samuele (il cui significato è: “chiesto all’Eterno”), consacrato al Signore da Anna per un voto, era un nazireo e quindi in base alla legge del nazireato, non avrebbe dovuto radersi la barba, non avrebbe dovuto bere vino, aceto e mangiare qualsiasi cosa derivasse dalla vite, ecc. ecc. (Numeri 6). Quando, dunque, Samuele era ancora piccolino, Anna ed Elkana (dopo avere offerto un giovenco al Signore), lo lasciarono a Sciloh sotto la protezione e la guida del sacerdote Eli (1° Samuele 1:24-28), affinchè crescesse con lui e tramite lui imparasse a servire il Signore.
Per la fedeltà che Anna aveva avuto nel mantenere la sua promessa al Signore, Dio si ricordò ancora di lei che divenne mamma di altri tre figlioli e due figliole (1° Samuele 2:21). I figli di Eli Hofni e Fineas si comportavano da scellerati, in quanto approfittavano delle parti migliori degli animali che venivano offerti in sacrificio da quanti avevano delle colpe da espiare e molto spesso forzavano la cosa con prepotenza ed arroganza, tanto che il peccato di quei giovani era molto grande da arrivare al cospetto dell’Eterno (1° Samuele 2:1-17).
Al verso 18 del capitolo 2, è scritto: “…Ma Samuele faceva il servizio nel cospetto dell’Eterno”. Il “MA”, con cui inizia questa frase traccia una linea di confine, definendo due situazioni contrastanti e diverse tra di esse. Da un lato vi erano dei giovani che pur essendo cresciuti al cospetto del loro padre Eli, pur avendo conoscenza delle regole dettate da Dio in materia di sacrifici, olocausti ecc., si comportavano in maniera da dispiacere a Dio ed anche al loro padre. Erano sfacciati, presuntuosi e superbi con tutti, insolenti ed ineducati, senza regole e senza disciplina; oggi diremmo, specialmente in Sicilia, si comportavano da mafiosi.
E’ un dolore grande per un genitore constatare che i propri figli non hanno saputo approfittare degli insegnamenti di buon comportamento davanti a Dio ed agli uomini. Dall’altro lato, invece, “Samuele, faceva il servizio nel cospetto dell’Eterno…”; non si interessava minimamente di Hofni e di Fineas; lui era lì per poter stare al servizio del Signore. Forse non abbiamo le idee abbastanza chiare su quale poteva essere il servizio svolto da Samuele, perché la Bibbia non ce lo fa presente, ma la cosa più importante era che Samuele servendo il Signore in quello che erano i suoi compiti, non si conformava ai ribelli figli di Eli. Qualunque sia il tuo ruolo nella vita, caro fratello e cara sorella, che stai leggendo queste righe, non ti conformare ai figlioli di questo mondo, non essere come loro e non desiderare di fare quello che essi fanno, ma servi il Signore lì dove sei stato messo; lì dove abiti nella tua casa; lì dove lavori, nel tuo ufficio, dove ti trovi e dove ti troverai per le vicende quotidiane ordinarie e straordinarie della vita. Servi il Signore in qualunque occasione e situazione e sappi evidenziare un “MA” tra il comportamento del mondo e le tue azioni. Forse anche all’interno delle varie Comunità, vi sono dei “Figli di Eli” che solo in apparenza sono figlioli di Dio, ma si comportano sia dentro che fuori in modo da dispiacere al Signore. Per quanto puoi, esortali, incoraggiali, invitali a cambiare atteggiamento, e se non riesci nell’intento prega Dio per loro…….Ma tu servi il Signore con tutto il tuo cuore.
Al capitolo 2:26 è scritto: “…intanto il giovinetto Samuele continuava a crescere ed era gradito a Dio ed agli uomini”. Quindi Samuele stava al servizio dell’Eterno e cresceva in statura, ma anche nel servizio che rendeva al Signore tanto da essere gradito sia a Dio che agli uomini. Sicuramente ha avuto un buon maestro in Eli ed ha saputo apprendere tutto quello che c’era da fare e svolgeva i suoi compiti in maniera egregia. Dio vedeva che rispetto ai figli di Eli era più ubbidiente e più umile. Coloro che venivano a Sciloh per sacrificare a Dio degli animali vedevano la differenza che vi era tra Samuele ed i figli di Eli. Fratello, sorella, Dio deve vedere in te, in me, che non siamo più come prima e non siamo più conformemente uniti a questo mondo di tenebre.
Dio deve conoscerci, cioè deve vedere che noi lo adoriamo, speriamo in Lui, confidiamo in Lui e che lo onoriamo tutti i giorni della nostra vita; cioè Dio ci deve vedere nella veste di veri adoratori e veri cristiani che non si contaminano più con le nefandezze di questo mondo che va sempre più alla deriva. Un versetto della Bibbia dice che senza la fede è impossibile piacere a Dio (Ebrei 11:6). Ora, vi dico e mi dico, ogni cosa che facciamo nel Signore facciamola per fede e con fede. E’ molto semplice pronunciare queste parole, ma è difficile metterle in pratica. Il Signore ci dia grazia di affidarci a Lui, di camminare per fede e di crescere nel servizio che Lui ci ha affidato. Da quando ho accettato Gesù come mio personale Salvatore e Signore voglio avere un solo scopo nella vita; conoscere, amare, onorare, servire il Signore con tutto il mio cuore e nello stesso tempo rispettare e amare il mio prossimo (nemici compresi, onde ce ne fossero).
Al capitolo 3 del primo libro di Samuele dal verso 4 al verso 14, possiamo leggere la chiamata di Dio per Samuele. Infatti, dopo essere stato al servizio di Dio e crescere in quel servizio, ecco che arriva il tempo di essere chiamato da Dio. Ad Eli cominciava ad intorbidarsi la vista (1° Samuele 4:2) ed era uno dei segni della sua anzianità e che si avvicinava il tempo di “lasciare le redini”; da lì a qualche tempo, infatti, Samuele avrebbe preso il suo posto. Fratello, Sorella, se ti stai consacrando nel Signore, se fino ad ora sei stato piacevole agli occhi di Dio, sappi che prima o poi, Lui ti chiamerà al Suo servizio, per un qualcosa che forse non ti immagini nemmeno. Dio chiamò per ben tre volte Samuele e questi andò per tutte le tre volte da Eli perché aveva inteso che era il sacerdote a chiamarlo. Alla terza volta che si presentò da Eli, questi comprese che era Dio a Chiamare Samuele e gli disse di tornare a coricarsi e che se sarebbe stato chiamato nuovamente “da quella voce misteriosa” avrebbe dovuto rispondere: “parla, poiché il tuo servo ascolta” (1 Samuele 3:10).
Queste tre volte che Samuele si presenta ad Eli perché pensava di essere chiamato da lui, possono rappresentare, per noi, tutte quelle volte che Dio parla ai nostri cuori e noi non lo intendiamo, pensando che sono solo sensazioni. Samuele non conosceva bene l’Eterno perché non aveva avuto ancora delle esperienze personali con Lui… anche noi, a volte, dimostriamo di non conoscere bene il Signore; forse perché non sappiamo ancora distinguere la Sua voce tra le altre voci; forse perché non crediamo nella Sua chiamata, cioè non crediamo che possa chiamare proprio noi, proprio me e magari ci sembra troppo bello per essere vero ed in queste situazioni ci assale l’incertezza ed il dubbio e cominciamo a dire o a pensare ”…ma era la voce del Signore? E’ proprio il Signore che mi suggerisce di fare questo?…oppure…”. Che Dio ci dia una mente aperta e un cuore ed un orecchio attenti ed esercitati a riconoscere la voce del Signore, anche quando ci parla in maniera indiretta. Per la quarta volta la voce di Dio chiamò ancora Samuele e lui, già preparato, rispose come gli aveva detto Eli. E il Signore rivelò a Samuele che aveva intenzione di esercitare i suoi giudizi sulla casa di Eli (1° Samuele 3:13), in quanto questi non aveva represso i suoi figlioli Hofni e Fineas.
Dio aveva preparato un luogo ed uno spazio per Samuele, affinché potesse servirlo e onorarlo tutti i giorni della sua vita, come aveva chiesto a Dio la sua mamma Anna quando fece il voto. Dio sta preparando qualcosa anche per te, Fratello, Sorella; qualunque cosa sia, non rifiutare quello che il Signore sta per darti, accogli con molto piacere, ma anche con santa umiltà, maturità e responsabilità quello che Dio ti dà. Samuele divenne dunque sacerdote dell’Eterno e profeta ed il popolo ne ebbe grande beneficio. E Dio continuò a parlare ancora tante volte a Samuele a Sciloh e la parola dell’Eterno veniva rivolta a tutto Israele (1° Samuele 3:21). Fratello, Sorella, rispetto alla storia di Samuele, a che punto è arrivata la tua vita spirituale? Stai servendo il Signore? Stai crescendo nel suo servizio? Ti sei reso piacevole agli di Dio e degli uomini? Sei stato chiamato da Lui ad un qualcosa di particolare e specifico? A Lui ogni risposta; da parte mia posso dire che sto servendo il Signore; desidero piacere a Lui ed essere altruista e premuroso verso il mio prossimo ed inoltre desidero essere chiamato da Lui ad un servizio particolare e specifico; non importa il tipo di servizio, ma sicuramente farà bene a me stesso e agli altri. Così come Samuele venne consacrato a Dio per fare del bene al popolo di Israele, consideriamo profondamente l’opera compiuta da Gesù che durante il Suo ministero fece del bene a milioni di persone e per la sua morte sul duro legno della croce e per la sua resurrezione ha fatto del bene all’umanità intera; alle generazioni passate, presenti e future donando la Sua salvezza per grazia mediante la fede.
Aurelio Palazzolo – notiziecristiane.com
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