Mentre corri e ti affanni a completare le cose che devi chiudere, molto spesso ti capita di imbatterti in delle difficoltà insormontabili.
Possono essere anche delle schiocchezze ma in quel momento per te risultano essere qualcosa che impedisce la realizzazione del piano o del tuo desiderio per quella data cosa. Bene dicevano i padri latini: “Amicus certus in re cert cernitur”. Cosa significa? Significa una cosa meravigliosa che dovrebbe farti sospirare. Il vero amico si vede nella situazione difficile. Siamo circondati da persone che si dichiarano essere nostri amici. Qualcuno magari no, è sempre sgorbutico nei nostri confronti e sembra sempre andarci addosso. Poi però, nel momento in cui ti trovi da solo in mezzo a una strada, improvvisamente le mani tese cominciano a diradarsi, sono sempre di meno, fino (quasi, almeno speriamo), a scomparire. Ti giri e ti rigiri, ma l’unica cosa che trovi è qualcuno che scrolla le spalle e che ti dice che purtroppo non può fare nulla per te. Quando stai guardando in basso, poi, senti magari toccarti le spalle. Ti giri, e chi vedi? Ah, si, è quel tizio burbero che mi critica sempre, quello che non gli sta mai bene nulla… ti rigiri su te stesso ma senti ancora la sua mano sulla tua spalla. Cominci anche a sentire il calore della sua presenza. Quando ti rigiri e lo guardi meglio, troverai un particolare che a dir poco risulterà imbarazzante: lui sta sorridendo… “Forse si sta prendendo gioco di me”! – sarai portato a pensare. Ma così non è. Quella persona, che non ti saresti mai aspettato, è li per darti una mano senza chiederti nulla in cambio. E allora puoi rialzarti dalla strada.
Sai, una volta mi è successa una cosa simile. C’era mio padre accanto a me. Mio padre è una persona speciale, sempre pronta ad aiutarmi. C’era anche mia madre. Anche lei, come mio padre, non ha mai permesso che fossi in difficoltà. Eppure, nonostante tutto, loro due non potevano fare nulla. Ero a terra moribondo dopo un gravissimo incidente d’auto. ERano li, si disperavano, cercavano tra la folla e tra i loro amici qualcuno che potesse fare qualcosa, ma nessuno era in grado di farlo. Poi, mentre stavamo perdendo le speranze, quando tutto ormai sembrava destinato al suo corso, improvvisamente, sentii il calore di una mano sulla mia spalla. Era un uomo senza alcuna bellezza, senza alcuna fama. Non avevo mai neanche avuto il piacere di parlare con lui. Ma mi guardò, mi sorrise, e mi sussurrò una frase che ancora oggi non posso dimenticare, dopo quasi trent’anni: “Non temere, ma confida in Gesù!”. Mi rialzai da quel marciapiede.
E tu, in quale marciapiede sei finito? Permetti a quell’uomo di farsi conoscere da te. Non ha bisogno di aspettare il 25 Dicembre.
Pastore Gabriele Paolini
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