I savi che andarono a Gerusalemme a cercare “il re dei Giudei che era nato (Matteo 2:1-2), erano i Magi, un gruppo di studiosi reali persiani esperti in astronomia e in ogni scienza del mondo antico. Senza dubbio i Magi conoscevano molto bene le Scritture dell’Antico Testamento. Almeno dai tempi di Daniele, che fu primo ministro in Persia durante i regni di Dario e di Ciro (Daniele 6:1-3, 28), i grandi re e gli studiosi dell’impero persiano erano a conoscenza non solo delle profezie di Daniele stesso, ma anche di tutte le profezie dell’Antico Testamento relative alla venuta del Redentore e Salvatore.
Daniele, per esempio, aveva profetizzato che il Messia sarebbe giunto a Gerusalemme come suo Principe 483 anni dopo la promulgazione di un editto da parte dell’imperatore persiano Artaserse, che avrebbe concesso agli Ebrei di tornare dalla cattività per ricostruire la città e le sue mura (Daniele 9:25-26 Neemia 2:7-8). Questo editto fu emesso intorno al 446 a.C.. I Magi avevano sicuramente capito che il Messia sarebbe nato trent’anni prima del suo arrivo in Gerusalemme in questo modo.
Nessuno conosce la data esatta della nascita di Gesù, ma sappiamo che quando entrò a Gerusalemme come Re promesso per essere soppresso, in quanto nessuno sarebbe stato per Lui, come aveva profetizzato Daniele (Daniele 9:26), Gesù aveva più di trent’anni (Luca 19:37-42). Gli studiosi persiani, dunque, sicuramente sapevano che il momento della Sua nascita era vicino e stavano aspettando altri segni per poterlo identificare.
I Persiani sapevano anche (Michea 5:1-2) che Gesù sarebbe nato a Betlemme, la città di Davide, in quanto promessa progenie di Davide (Isaia 9:5-6), anche se un giorno avrebbe governato il mondo intero (Isaia 11:9-10; Zaccaria 9:9-10). Inoltre, dalla profezia di Balaam (Numeri 24:17), i Persiani avevano sicuramente appreso che in qualche modo Gesù sarebbe stato annunciato da un astro che sarebbe sorto da Giacobbe.
Nell’Antico Testamento ci sono numerosi riferimenti alle varie figure mitologiche (Giobbe 9:8-10; 38:31-33; Amos 5:8), associate alle costellazioni e senza dubbio l’astrologia e l’adorazione “dell’esercito celeste” avevano un’influenza molto forte e incisiva sui popoli antichi. Soprattutto i Magi persiani conoscevano benissimo sia l’astronomia che l’astrologia.
Il paganesimo antico essenzialmente consisteva nell’adorazione del sole, della luna, dei pianeti e delle stelle e, per motivi pratici, era uguale ovunque: a Babilonia, in India, in Persia, in Egitto, in Grecia, a Roma, o altrove. Gli dèi e le dee venivano identificati con i singoli corpi celesti, di cui portavano il nome, e le loro gesta erano associate ai vari movimenti di questi corpi celesti.
Tuttavia, non si deve pensare che gli antichi fossero così ingenui da attribuire realmente una personalità, o persino la divinità, a degli oggetti inanimati come le stelle, o alle immagini scolpite erette sulla terra per rappresentare questi astri e le loro costellazioni. Gli antichi sapevano di adorare delle persone reali, con dei poteri reali. In realtà, adoravano il vero esercito del Cielo (2 Re 17:16; 2 Corinzi 18:18), i principati, le potestà, i dominatori di questo mondo di tenebre, le forze spirituali della malvagità, che sono ne’ luoghi celesti (Efesini 6:12), i “demoni” che erano la realtà celate dietro gli idoli (1 Corinzi 10:19-21), la grande moltitudine di stelle angeliche del cielo (Apocalisse 12:3-8) che seguirono Lucifero, l’astro mattutino
(Isaia 14:12-15), nella sua ribellione primordiale contro Dio.
Essenzialmente, quindi, l’astrologia è identica al paganesimo e al panteismo, che culminano tutti nel satanismo, cioè nell’adorazione della creatura invece del Creatore (Romani 1:25). E’ chiaro che al popolo di Dio è assolutamente vietato praticare l’astrologia, la magia, lo spiritismo o qualsiasi altra forma di “scienza” occulta (Isaia 8:19-20; 47:12-15). La ripresa sorprendente dell’astrologia moderna e dell’adorazione di Satana, persino fra gli intellettuali, è un altro segno e dell’imminenza del giorno in cui tutta la terra adorerà il dragone (Apocalisse 13:3-4), che cerca di distruggere il Salvatore promesso, il nato da una vergine, la progenie della donna (Apocalisse 12:3-5, 17; Genesi 3:15; Isaia 7:14; 9:6-7).
Ma, la falsa religione è ancora più ingannevole quando si basa su un fondamento di verità. E’ importante notare che i dodici segni dello zodiaco, le dodici costellazioni che tracciano ” l’eclittica” del passaggio del sole nei cieli durante i dodici mesi dell’anno, ognuna associata a tre “decani”, o supporti laterali delle costellazioni, sembra che precedano tutta la storia conosciuta e sono gli stessi in tutte le nazioni antiche: Babilonia, Egitto, Arabia, Cina, Grecia ecc. Questo è ancora più significativo alla luce del fatto che nella maggior parte dei casi le costellazioni non somigliano assolutamente alle figure che dovrebbero rappresentare. La spiegazione più plausibile è che fra i primi progenitori della razza umana, probabilmente prima o poco dopo il diluvio, fu stipulato un patto primordiale che stabiliva che le stelle avrebbero sempre rappresentato eventi e personaggi in un grande dramma cosmico, probabilmente rappresentato proprio la storia dell’universo e dell’opera di redenzione promessa da Dio per i secoli futuri. Si noti che la successione delle costellazioni dello zodiaco ( i segni settentrionali di cui parla Giacobbe 38:32) raffigura in modo sorprendente le profezie delle Scritture relative al Salvatore del mondo promesso. La loro storia comincia con il grande segno della vergine, la vergine celeste col suo bambino rappresentato dalla coda che accompagna la Cometa, e termina undici mesi dopo con il Leone, il grande Leone che fa a pezzi il serpente in fuga. Fra questi due segni è raffigurata in vari modi la grande profezia della progenie di donna promessa che, pur essendo ferita mortalmente dal serpente, alla fine si alzerà di nuovo per schiacciare completamente il dragone antico, cioè Satana, e tutte le sue opere ( Genesi 3:15; Apocalisse 12:9; 20:10).
I “segni” primordiali nelle stelle furono rapidamente corrotti da Satana, attraverso Nimrod e la sua grande torre del tempio costruita a Babilonia (genesi 11:4), e trasformati nel vasto sistema del politeismo, dell’astrologia e dell’idolatria che si diffuse rapidamente in tutto il mondo e che in vari modi continua a esistere ancora oggi. E’ molto probabile che i Magi non conoscessero il sistema corrotto dell’astrologia, ma in parte anche i significati evangelici originali delle figure celesti. Di conseguenza, quando videro improvvisamente una stella molto luminosa apparire nella costellazione della Cometa (il Figlio della vergine, e ci sono importanti prove che dimostrano che nel periodo in cui nacque Cristo in questa costellazione ci fu una “nova”) i Magi la considerarono l’Astro profetizzato da Balaam che sarebbe uscito da Giacobbe e partirono con una carovana diretti verso la lontana Gerusalemme.
E’ probabile che la carovana fosse formata da più di tre Magi. La Persia era una grande nazione, che non era mai stata sottomessa all’impero Romano, e in effetti in quel momento storico era una severa minaccia per Roma. Quando questo grande gruppo di persone si presentò improvvisamente al palazzo di Erode chiedendo di vedere il Re dei Giudei (Matteo 2:2) appena nato, naturalmente a Gerusalemme ci furono grande costernazione e agitazione. Ovviamente questo si verificò vari mesi dopo che la stella era apparsa per la prima volta e i Persiani pensarono che sicuramente, nel frattempo, questo insigne bambino fosse stato portato nel palazzo del re. Erode, invece, li mandò a Betlemme. Durante i mesi (probabilmente furono due anni) trascorsi dal momento in cui l’astro fu notato per la prima volta, la costellazione della Cometa si era allontanata dalla sua posizione nel cielo e a quanto pare i Magi avevano perso le tracce di questa nuova stella luminosa.
Giunti a Betlemme, però, all’improvviso la videro di nuovo ed evidentemente era in punto tale che vennero assicurati del fatto che quello era il luogo. C’è una leggenda antichissima, che potrebbe essere vera, secondo cui mentre a mezzogiorno i Magi riposarono presso il pozzo di Davide a Betlemme, videro la stella riflessa in fondo al pozzo, poiché si trovava sulla meridiana, direttamente sul pozzo e sulla casa vicina in cui si trovava il bambino (Matteo 2:9). Chiaramente questo si verificò qualche tempo dopo la nascita di Gesù, quando Maria e Giuseppe non si trovavano più nel luogo dov’era la mangiatoia e in cui il bambino era nato. Molto probabilmente era nato. Molto probabilmente i due vivevano nella casa degli antenati di Giuseppe.
Qui, quando i grandi re orientali si inginocchiarono davanti a Cristo, si compì in piccolo l’antica profezia: “Le nazioni cammineranno alla tua luce, e i re allo splendore del tuo levare (Isaia 60:3).
Martyn Clark
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