Stava partecipando ad una manifestazione pacifica contro gli insediamenti illegali israeliani in quell’area della Cisgiordania occupata, quando un soldato israeliano le ha sparato in testa.
“È stata uccisa dalle armi americane”, ha detto il sindaco di Nablus di fronte al corpo morto di Aysenur Ezgi Eygi, ancora all’ospedale di Rafidia. Aysenur Ezgi Eygi, 26 anni, attivista americana di origine turca, è stata uccisa da un soldato israeliano nei pressi del villaggio di Beita, a sud di Nablus. L’attivista per i diritti umani stava partecipando ad una manifestazione pacifica contro gli insediamenti illegali israeliani in quell’area della Cisgiordania occupata, quando un soldato israeliano le ha sparato in testa.
La giovane donna si trovava nei territori palestinesi con l’international Solidarity Movement (ISM), un movimento di attivisti internazionali a guida palestinese impegnato a resistere all’oppressione e all’espropriazione sistematica della popolazione palestinese, utilizzando metodi e principi non violenti. L’attivista americana era lì per sostenere pacificamente gli agricoltori e gli allevatori palestinesi continuamente minacciati dai coloni e dall’esercito israeliano.
Durante la manifestazione le truppe israeliane hanno aperto il fuoco e lanciato gas lacrimogeni contro gli attivisti palestinesi e internazionali. I media locali parlano di diversi feriti tra i manifestanti. La ragazza subito dopo essere stata colpita alla testa è stata trasportata all’ospedale di Rafidia dove è deceduta in terapia intensiva. Il decesso è stato confermato dal direttore dell’ospedale di Rafidia, che ne ha annunciato la morte. Non ci sono ancora versioni ufficiali di quanto accaduto da parte dell’IDF (le forze armate israeliane).
Aysenur Ezgi Eygi non è la prima attivista di ISM uccisa dall’esercito israeliano: Rachel Corrie, 23 anni, è stata uccisa a Rafah, nella striscia di Gaza, nel 2003 da un bulldozer israeliano e Tom Hurndall è stato ucciso a Gaza nel 2004, all’età di 22 anni.
Gli attacchi, gli arresti e la repressione nei confronti degli attivisti internazionali in Cisgiordania sono aumentati esponenzialmente dall’inizio dell’offensiva a Gaza ad oggi e fanno parte di un piano più ampio che, secondo gli attivisti che da anni lavorano in quel territorio, vorrebbe scoraggiare sempre più persone a recarsi in Palestina. “Vogliono che nessuno testimoni la violazione dei diritti umani che Israele compie in questa terra”, ha spiegato un attivista di Faz3a, campagna internazionale in solidarietà con i palestinesi nelle aree C della Cisgiordania occupata, di cui anche ISM fa parte.
https://notizie.tiscali.it/esteri/articoli/attivista_uccisa_esercito_israeliano/
Sostieni la redazione di Notizie Cristiane con una donazione, clicca qui