Un’inchiesta di Reuters durata sei mesi porta alla scoperta di Setad, impero finanziario da 95 miliardi di dollari formatosi grazie all’esproprio dei beni della popolazione durante la rivoluzione islamica e che ora fa capo alla Guida Suprema del paese.
Chi è l’uomo più ricco del mondo? Non è l’imprenditore informatico americano Bill Gates ma l’ayatollah Ali Khamenei, come dimostrato da un’incredibile inchiesta di Reuters durata sei mesi e pubblicata in tre puntate (l’ultima, ieri). Il dittatore islamico che ha preso il potere in Iran dopo l’ayatollah Khomeyni è infatti a capo di Setad, un impero finanziario che si è formato nel tempo grazie agli espropri compiuti durante la rivoluzione del 1979 e che vale oggi circa 95 miliardi di dollari.
NASCITA DI SETAD. Poco prima di morire, Khomeyni ordinò di creare un ente che riordinasse tutti i beni confiscati o abbandonati. Doveva essere sciolto una volta assolto il suo compito, invece il suo successore alla guida dell’Iran Khamenei l’ha mantenuto e accresciuto così tanto che ora il suo valore stimato è pari al Pil del Marocco del 2012. Setad, abbreviazione nella lingua locale per “quartier generale per implementare l’ordine di Khomeini”, dispone di un ufficio centrale di circa 500 dipendenti fedeli all’ayatollah che nel 2008 ha cominciato ad investire in diversi settori, senza più limitarsi a conservare il patrimonio (quello immobiliare, da solo, vale 52 miliardi).
BANCHE, IMPRESE, TELECOMUNICAZIONI. Per ordine di Khamenei, riporta il Foglio, Setad ha acquistato quote di maggioranza «nella banca privata più grande del paese, nella fabbrica di cemento più grande del paese, nell’impresa di telecomunicazioni più grande del paese e in altre attività economiche che fanno una lista lunghissima e non conosciuta del tutto, che va dalla farmaceutica all’allevamento di ostriche». Nel tempo il sistema politico dell’Iran e quello giudiziario hanno emanato provvedimenti e leggi per favorire le espropriazioni di Setad, i cui proventi vengono spesso distribuiti ad alti funzionari che resterebbero quindi fedeli all’ayatollah più per denaro che per ideologia.
KHAMENEI COME LO SCIÀ DI PERSIA. Come riporta Reuters, una delle accuse più comuni allo Scià Reza Pahlavi che ha favorito la rivoluzione khomeynista è quella che riguarda le confische di terre fatte dal padre e usate poi per arricchirsi personalmente. Tenendo conto dell’inflazione, lo Scià fu accusato di essersi appropriato in modo indebito di circa tre miliardi di dollari. Khamenei, grazie agli stessi mezzi, dispone oggi di 95 miliardi di dollari (contro i 92,7 di Bill Gates, l’ex uomo più ricco del mondo).
Sempre secondo Reuters, il motivo per cui l’Iran oggi si sta dimostrando conciliante sul nucleare potrebbe consistere nel tentativo di preservare gli interessi di Setad, danneggiati dalle sanzioni economiche internazionali che impediscono all’Iran di accedere ogni anno a una somma pari a 100 miliardi di dollari. Per ora lo scoop non ha avuto conseguenze in Iran ma la popolazione, sempre più impoverita, potrebbe non essere disposta a vedere la loro Guida Suprema arricchirsi alle loro spalle e grazie alle loro proprietà.