Nello Stato centrale dell’India si registra negli ultimi mesi una escalation di incidenti e violenze. Per Sajan K George si tratta di “frange di gruppi estremisti” che alimentano “sospetti e inimicizie”. L’obiettivo è “dividere secondo logiche confessionali” in un contesto di “tensioni” sempre più marcato.
Delhi (AsiaNews) – Una “profonda preoccupazione” per il “crescente numero” di attacchi contro i tribali cristiani nel Chhattisgarh, Stato centrale dell’India, dove nell’ultimo periodo si è registrata una escalation di incidenti. È quanto esprime ad AsiaNews Sajan K George, presidente del Global Council of Indian Christians (Gcic), secondo cui “frange di gruppi estremisti all’interno dei villaggi usano una propaganda finalizzata ad arte per fomentare sospetti e inimicizie” fra i vari gruppi. L’obiettivo, spiega l’attivista cristiano, è quello di “dividerli secondo logiche confessionali” in un contesto “di tensioni” che si fa sempre più marcato a livello locale.
L’ultimo episodio di violenza contro tribali cristiani nel Chhattisgarh si è registrato il 25 novembre scorso, ma nell’area tensioni e violenze si trascinano da tempo. Fonti locali riferiscono che almeno 27 persone sono rimaste ferite in un assalto al villaggio di Chinghawaram, nel distretto di Sukma, quattro delle quali in modo grave e sono dovute ricorrere a cure ospedaliere.
In precedenza, il 22 e 23 settembre frange estremiste, legate alla destra radicale, hanno attaccato 16 famiglie cristiane e distrutto le loro case perché si erano rifiutate di abbandonare la loro fede e convertirsi all’induismo. Gli assalitori hanno usato bastoni di legno e manganelli per devastare i tetti di paglia e le pareti di fango e argilla con le quali sono costruite le case nella zona. Danneggiate le abitazioni di almeno 16 famiglie sparse in tre diversi villaggi Kakrabeda, Singanpur e Tiliyabeda, nella regione di Bastar. Assaliti e colpiti anche bambini e donne, queste ultime oggetto anche di abusi; per salvarsi la vita, molte di loro sono dovute fuggire nella foresta.
Ancora prima, nel maggio scorso una folla ha preso di mira le case di due famiglie cristiane Adivasi nel villaggio di Kokkar Pal, nel distretto di Sukma.
Nel Chhattisgarh, sottolinea Sajan K George, “i cristiani sono falsamente accusati di proselitismo. Ironia della sorte, questi gruppi radicali attaccano i cristiani per convertirli all’induismo. Tuttavia, i tribali sono animisti, non indù”. La legge statale sulla libertà religiosa, prosegue, denominata “anti-conversione” viene sfruttata per colpire e punire i cristiani. I quali, peraltro, sono oggetto “di pressioni affinché si convertano” all’induismo.
“Il Gcic – prosegue l’attivista cristiano – esprime profonde preoccupazioni” per quanto avvenuto in molte aree tribali, dove si sono registrati “gravi episodi di violenze anti-cristiane su larga scala”. Tutti i più importanti episodi di cronaca, aggiunge, sono avvenuti nei distretti a maggioranza tribale: nel dicembre 1998 nel distretto di Dangs nello stato di Gujarat; nel marzo 2014 nel distretto di Jhabua, nello stato del Madhya Pradesh; nel dicembre 2007 e di nuovo nell’agosto 2008 nel distretto di Kandhamal, nello Stato di in Stato di Odisha. “La speranza – conclude Sajan K George – è che il Chhattisgarh non sia il prossimo. Il Gcic prega che Gesù, il principe della pace, porti pace e sicurezza ai cristiani, mentre questi ultimi lo adorano e pregano come Signore e Salvatore”.