Un tribunale ha negato al rev. Gigi P. Paul, della Faith Gospel Mission, la libertà su cauzione. Da tempo nello Stato indiano è alta l’intolleranza religiosa nei confronti della minoranza cristiana.
Mumbai – Da quattro giorni il rev. Gigi P. Paul, presidente della Faith Gospel Mission, è rinchiuso in un carcere del Chhattisgarh sulla base di accuse false presentate da alcuni radicali indù. Ieri un tribunale gli ha negato la libertà su cauzione. La nuova udienza per decidere della sua scarcerazione è stata fissata a domani. Sajan K. George, presidente del Global Council of Indian Christians (Gcic), dichiara ad AsiaNews: “La minuscola comunità cristiana continua a vivere senza libertà di culto e la crescente intolleranza sta creando problemi di ordine pubblico”.
Il pastore pentecostale è nato e cresciuto nel distretto di Pathanamthitta, nello Stato del Kerala. Dopo aver completato i suoi studi teologici presso la scuola biblica, si è trasferito nel nord dell’India. Dal 1991 lavora nel distretto di Bastar, in Chhattisgarh.
Qui, oltre a guidare la comunità della Faith Gospel Mission, è anche preside del Faith Bible Training Centre, direttore del Faith Child Development Centre e presidente per il Chhattisgarh dell’Indian Pentecostal Church of God, la più grande denominazione pentecostale dell’India.
“L’arresto del rev. Gigi – sottolinea Sajan George – è avvenuto il 22 giugno scorso, ad appena tre giorni di distanza dall’aggressione di una suora salesiana”. Secondo il presidente del Gcic, questo clima di intolleranza è legato al Chhattisgarh Freedom of Religion (Amendment) 2006 Act, la legge anticonversione dello Stato.
“Il provvedimento – sottolinea – è uno strumento di intimidazione e abuso contro la minoranza cristiana. In alcuni distretti, gli studenti cristiani degli ashram non hanno il permesso di partecipare alla messa domenicale. A Mahasamund un funzionario ha vietato ai missionari cristiani di essere chiamati ‘padre’ dai loro studenti”.
di Nirmala Carvalho
da: Asianews.it/
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