Che cos’è la coscienza

13254616_571769366329714_3478171924669418388_nOgni persona è cosciente della propria colpevolezza, anche senza conoscere la legge mosaica (la Legge di Dio) ed il comandamento neotestamentario dell’amore verso il prossimo. Paolo sottolinea che anche le persone che non hanno alcuna conoscenza di tali cose, hanno una “legge scritta nei loro cuori. “Essi dimostrano che quanto la legge comanda è scritto nei loro cuori, perché la loro coscienza ne rende testimonianza e i loro pensieri si accusano o anche si scusano a vicenda (Romani 2:15).

Ci sono persone che definiscono la coscienza come la voce di Dio, ma l’espressione non è esatta: in realtà si dovrebbe dire che Dio può rilevarsi anche per mezzo della coscienza. La coscienza in sé per sé non produce alcunché. Essa funziona come un termometro, che reagisce alla temperatura a cui viene esposto, ma non è in grado di prendere alcuna decisione di tipo morale. La coscienza è un misterioso apparato nella persona, senza il quale essa non sarebbe in grado di prendere alcuna decisione di tipo morale. La coscienza parla con autorità convincente, se la persona è esercitata a coglierne gli ammonimenti. Se le obbediamo, viviamo in pace. Se non le obbediamo, essa non ci darà requie con le sue continue rimostranze: “non è giusto”. La reazione della coscienza ci permette di giudicare il contenuto morale di un’azione. Funziona come un tribunale incorruttibile, ma non ha potere esecutivo e non conferisce all’individuo né la forza per compiere ciò che è giusto, né quella per contrastare il male. Essa pronuncia il giudizio, condannando o assolvendolo. Se abbiamo la coscienza a posto, allora siamo in pace. Se la coscienza ci rimorde, saremo irrequieti, ansiosi e ci ammaleremo.

Già prima di compiere un’azione, la coscienza si fa sentire: ammonisce, ma i ogni caso è l’individuo che decide se seguire o meno i suoi consigli. E’ possibile intorpidire la propria coscienza, fino a sopprimerla definitivamente. Ma ciò che non viene alla luce durante la vita terrena, sarà rivelato nell’eternità. Quando nasciamo, la nostra coscienza è come un foglio immacolato. I genitori, gli insegnanti o le persone che ci sono di esempio scrivono qualcosa su di essa, influenzandola. Ecco perché è anche possibile ingannarla. Martin Lutero l’ha paragonata ad un “cane senza padrone”, che corre dietro a chiunque lo chiami. Non può rimanere neutrale, ecco perché è importante decidere a chi prestare orecchio, chi è che determina la nostra vita. Chi ne soffre e disprezza continuamente i moniti, presto si ritroverà con una coscienza deviata e indurita. E’ possibile anche sopprimerla in modo che non possa più manifestarsi.

La Bibbia parla in tal caso di indurimento. Se una persona non prova più alcuna inquietudine nel peccare, non ha sensi di colpa neanche nel commettere le azioni più turpi e non prova pentimento per ciò che ha fatto, significa che ha toccato il fondo. Chi lo fa, ha respinto consapevolmente la chiamata divina in Gesù Cristo, rifiutando l’offerta dell’amore. Questo è il peccato contro lo Spirito Santo. Molti cristiani insicuri temono continuamente di averlo commesso, e perciò si tormentano e si angosciano. Ma sono appunto i loro sentimenti a dimostrare che non è così. La caratteristica di una persona dal cuore indurito è proprio quella di aver soffocato e soppresso la propria coscienza. Egli non prova assolutamente niente quando provoca sofferenza agli altri. Come sarebbe altrimenti da spiegare il fatto che siano esistite persone in grado di portare donne e bambini nelle camere a gas?

La nostra coscienza sarà intatta e sana solo se ci confronteremo con la Parola di Dio quotidianamente e con il cuore sincero. In tal modo, la nostra coscienza verrà sensibilizzata e potrà esercitare il compito assegnatole da Dio.

Ferrentino Francesco La Manna | Notiziecristiane.com
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