Centrafrica, ora è allarme persecuzione

MILANO – Dopo il colpo di Stato dei gruppi ribelli Seleka nella Repubblica Centrafricana, sono preoccupanti le notizie che arrivano dalle organizzazioni umanitarie che ancora operano sul campo. Unicef denuncia gravi pericoli per almeno 600 mila bambini, saccheggi di missioni, saccheggi e chiusure di scuole, mentre Medici senza Frontiere conferma i saccheggi di ospedali, l’impossibilità di operare di unità mobili, la fuga di personale medico e di civili affermando che ora migliaia di persone non hanno accesso a cure mediche.

L’ultima nota di Porte Aperte, l’organizzazione internazionale evangelica a sostegno dei cristiani perseguitati, diramata quattro giorni prima del golpe avvisava: «Il paese è conosciuto per le sue miniere di diamanti, uranio e oro, e sembra chiaro che i ribelli siano interessati a rovesciare il governo imponendo i dettami più radicali dell’islam e impadronendosi delle ricchezze del territorio. Molti cristiani e attività missionarie hanno subito notevoli effetti negativi dall’avanzata dei ribelli. Nessuna moschea ha subito danni (come nel caso del Mali), mentre migliaia di civili per la maggior parte cristiani sono stati costretti a fuggire nelle foreste e ora affrontano circostanze orribili. L’allarme è generale, ormai molti osservatori internazionali non esitano a definirla una strategia premeditata: Mauritania, Mali, Nigeria, Chad, Sudan, Eritrea e ancora Somalia, Etiopia, Sud Sudan, Cameron, ora Repubblica Centrafricana (e c’è chi parla di contatti sotterranei con movimenti simili nella Repubblica democratica del Congo), in tutti questi stati una recrudescenza dell’islamismo più radicale sta facendo breccia con piani precisi e finanziamenti consistenti dall’estero. Non mancano le armi, i leader radicali preparati e la manovalanza del terrore raccolta tra la gente povera e analfabeta: tutto questo deve allarmare la comunità internazionale e di fatto allarma la Chiesa africana, la quale vede all’orizzonte il cupo avanzare della persecuzione». [gp]

Tratto da evangelici.net

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