Il mondo dice: “Non giudico il tuo pensiero, ma il tuo modo di esprimerlo”.
Ma col Signore è tutto il contrario: non sono i modi che contano, ma conta che il tuo pensiero sia nella Verità!
E, sia che predichiamo, o che sentiamo una predica, siamo chiamati a controllare che ciò che viene detto sia nella Verità, come dice Giovanni nella sua prima lettera al Cap. 1 versetto 4: Carissimi, non crediate a ogni spirito, ma provate gli spiriti per sapere se sono da Dio; perché molti falsi profeti sono sorti nel mondo.
E chi è la Verità?
Poi vidi il cielo aperto, ed ecco un cavallo bianco; colui che lo cavalcava si chiamava «Fedele» e «Veritiero»; perché giudica e combatte con giustizia. I suoi occhi sono come una fiamma di fuoco, ha sul suo capo molti diademi; porta scritto un nome che nessuno conosce all’infuori di lui. È avvolto in un mantello intriso di sangue e il suo nome è la Parola di Dio.
(Apocalisse 19 11-13).
Quindi la Verità è Gesù, ed Egli È la Parola di Dio! (Vangelo di Giovanni 14:16).
Noi siamo chiamati a parlare nella Verità, ben sapendo che ciò comporterà, nella migliore delle ipotesi, lʼincrinamento dei rapporti con alcuni dei nostri conoscenti, amici, parenti; nella peggiore delle ipotesi, lʼisolamento o la persecuzione. Come dice Gesù:
«Non pensate che io sia venuto a mettere pace sulla terra; non sono venuto a mettervi la pace, ma la spada. Perché io sono venuto a mettere disaccordo tra figlio e padre, tra figlia e madre, tra nuora e suocera, e i nemici dell’uomo saranno quelli di casa sua. Chi ama padre o madre più di me, non è degno di me; e chi ama figlio o figlia più di me, non è degno di me. (Vangelo di Matteo 10: 34-37).
Ci basti vedere che fine hanno fatto quasi tutti i Profeti e Apostoli: Furono lapidati, segati, uccisi di spada; andarono attorno coperti di pelli di pecora e di capra; bisognosi, afflitti, maltrattati (di loro il mondo non era degno), erranti per deserti, monti,
spelonche e per le grotte della terra; (Lettera agli Ebrei 11:37-38).
Allora quali sono questi modi di cui parla il mondo? Cercare di non offendere, forse? Ma attenzione: ciò che la Parola produce non è unʼoffesa, ma una sana tristezza, che porta a ravvedimento!
Ora mi rallegro, non perché siete stati rattristati, ma perché siete stati rattristati a ravvedimento, poiché siete stati rattristati secondo Dio, affinché in nessuna cosa aveste a ricevere alcun danno da parte nostra.
La tristezza secondo Dio, infatti, produce ravvedimento a salvezza, che non ha rimpianto; ma la tristezza del mondo produce la morte.
(Seconda lettera ai Corinzi 7:9-10).
Invece, cosʼè lʼoffesa? Secondo un rinomato dizionario, lʼoffesa è “un atto o comportamento lesivo della dignità altrui.”.
E cosʼè la dignità? Secondo lo stesso rinomato dizionario, è la “condizione di nobiltà morale”.
Ma anche su questi punti la Parola ci ricorda che nessuno è degno, e nessuno è giusto (Romani 3:10; Salmi 14:1-3; Apocalisse 5:4)!
Dunque, la Parola produce in te tristezza, ma è il tuo orgoglio che la trasforma in offesa!
La convinzione, cioè, che tu sia degno e giusto, e non abbia bisogno della Parola per cambiare.
Dovremmo dunque predicare riempiendo le nostre parole di miele affinché chi le riceve non senta dentro una profonda tristezza? Magari a costo di “modificare” la Parola di Verità?
Unʼesortazione che sa molto di avvertimento la troviamo nel libro di Giobbe, pronunciate dal giovane Eliu:
Permettetemi ora di parlare senza mostrare parzialità con alcuno e senza adulare alcuno; perché io non so adulare; se lo
facessi, il mio Creatore mi toglierebbe presto di mezzo».
(Giobbe 32:21-22).
Anche lʼApostolo Paolo cita la Verità in uno dei passi più belli delle sue lettere, intitolato in molte edizioni della Bibbia “Lʼarmatura del cristiano”:
Perciò prendete la completa armatura di Dio, affinché possiate resistere nel giorno malvagio, e restare in piedi dopo aver compiuto tutto il vostro dovere. State dunque saldi: prendete la Verità per cintura dei vostri fianchi; rivestitevi della corazza della giustizia; mettete come calzature ai vostri piedi lo zelo dato dal vangelo della pace; prendete oltre a tutto ciò lo scudo della fede, con il quale potrete spegnere tutti i dardi infocati del maligno. Prendete anche l’elmo della salvezza e la spada dello Spirito, che è la parola di Dio;
(Lettera agli Efesini 6: 13-17).
Paolo conosceva lʼimportanza e la funzione della cintura nellʼarmatura dei combattenti: essa serviva a tenere su tutto il resto
dellʼequipaggiamento di offesa e di difesa; senza di essa non possiamo andare in battaglia!
Nicola Pisu
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